NAPOLI (di A.r.) – Trecento ospiti hanno ammirato in anteprima la grande mostra “Joan Miró. Il linguaggio dei segni”, promossa dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli e organizzata dalla Fondazione Serralves di Porto con C.O.R. Creare Organizzare Realizzare, che fino al 23 febbraio 2020 sarà in esposizione al primo piano del PAN Palazzo delle Arti Napoli in via dei Mille 60.

Accolto con emozione il taglio del nastro alla presenza di Luigi de Magistris, Sindaco di Napoli, Nino Daniele, Assessore alla Cultura e al Turismo di Napoli, Paula Silva, Direttore Generale del Patrimonio Culturale del Ministero della Cultura portoghese, Ana Pinho, Presidente della Fondazione Serralves, Alessandro Nicosia, Presidente di C.O.R. Creare Organizzare Realizzare, Francesca Villanti, Direttore scientifico C.O.R. Creare Organizzare Realizzare, Robert Lubar Messeri, Curatore della mostra.

L’esposizione, a cura di Robert Lubar Messeri, professore di storia dell’arte all’Institute of Fine Arts della New York University, sotto la preziosa guida di Francesca Villanti, direttore scientifico C.O.R., riunisce ben ottanta opere tra quadri, disegni, sculture, collage e arazzi, tutte provenienti dalla straordinaria collezione di proprietà dello Stato portoghese in deposito alla Fondazione Serralves di Porto.

Le opere esposte coprono il lungo arco della produzione artistica di Miró, dal 1927 al 1986; un racconto sull’evoluzione dello stile di questo straordinario artista che riesce a trasformare i diversi oggetti che compongono le sue opere in segni visivi, anticipando il linguaggio dell’arte del Ventesimo secolo. Una straordinaria esplorazione della materialità che supera le costrizioni della tela e del colore utilizzando ogni supporto e materiale necessario per dare forma a quella sorprendente evasione poetica che caratterizza l’opera di Miró.
L’esposizione offre, quindi, al pubblico l’opportunità di ripercorrere, tappa per tappa, il cammino artistico dell’artista spagnolo, esplorando i momenti nodali del suo percorso, evidenziandone mutamenti ed elementi di continuità.

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