NAPOLI (Di Anna Calì – Ph Mario Palumbo) – “E’ ‘na passione, cchiù forte ‘e ‘na catena”. Se si dovesse descrivere lo spettacolo “Passione” di Maurizio De Giovanni si dovrebbero usare proprio queste parole della celebre canzone: “Dicitencello vuje”. La passione è un sentimento forte. È un qualcosa che non puoi controllare e soprattutto non puoi decidere quand’è il momento di porre fine. Essa è come un fuoco ardente che danza nell’animo umano. È potente e travolgente allo stesso tempo.
È un’energia vitale che alimenta i sogni. Non si può definire tale sentimento. Sarebbe altamente impossibile descrivere la passione. Definirla è come quando cerchi di catturare le bolle di sapone che il giocoliere per strada le sta creando e, tu provi a fare una corsa per provarle a toccarle per poi, renderti conto che il più delle volte invece volano via in alto nel cielo e non si lasciano prendere. Non ha una definizione vera e propria. La possiamo ritrovare in diverse forme e sfumature, si può provare passione verso qualcuno o anche verso qualcosa. Ma è anche un amore, un amore travolgente tra due persone che si incontrano e decidono di unire le loro anime. È un qualcosa che arde dentro. È un fuoco che non si può spegnere.
È bella sì, la passione. Ma è anche un tormento. Un qualcosa che non riesci a toglierti dalla mente. Un qualcosa che senti sotto la pelle. Una fiamma che aumenta sempre di più col passare del tempo. Un sentimento che non si può spiegare a parole perché è indefinibile, fino al momento in cui non arriva lui: Maurizio De Giovanni. La sua, di passione, è un qualcosa che va oltre confine e con le parole riesce a farci capire perfettamente lui cosa voglia intendere. In questo caso però, Passione è un qualcosa che va al di fuori del sentimento, è un qualcosa che appartiene di più al popolo napoletano e alle sue canzoni che hanno fatto la storia. Lo spettacolo Passione di Maurizio De Giovanni è andato in scena ieri sera, 8 maggio 2024 per festeggiare gli 84 anni della Mostra D’Oltremare. La serata è stata come sempre allietata dalla splendida voce di Mariarita Canfora e dal sax di Marco Zurzolo.
È un viaggio attraverso le sofferenze, le gioie, gli umori, ma soprattutto i sentimenti di chi ha fatto la storia di Napoli e di chi ci ha regalato ad oggi le più belle melodie. Iniziando da Vincenzino Russo, il guantaio-poeta innamorato di Enrichetta che ogni giorno, indifferentemente dalle temperature esterne e da tutto ciò che circondava l’ambiente, era lì pronto a guardare la sua amata attraverso le finestre del palazzo di fronte. Una somiglianza che ci porta a pensare al commissario Ricciardi e al modo in cui sbirciava la sua Enrica. Grazie a Vincenzino abbiamo oggi dei grandi capolavori come: I’ te vurrià vasà e Torna maggio. Chi ha dato tanto per la città e ha lasciato un patrimonio artistico-culturale così importante è giusto che venga omaggiato e la notizia è stata lanciata proprio ieri da De Giovanni che al termine del primo racconto ha dichiarato: “È strano che una persona come Vincenzino Russo qui a Napoli non abbia ancora una strada intitolata a lui, ma devo ringraziare il Sindaco Gaetano Manfredi che si è attivato e il mese prossimo finalmente ci sarà l’inaugurazione a Russo”. Sindaco, presente in sala insieme all’Assessore Teresa Armato.
Ma anche Libero Bovio con: Reginella e Silenzio cantatore. Per poi arrivare a Salvatore Di Giacomo che ha creato le splendide melodie di: Palomma ‘e notte, E ‘ccerase e Spingola francese. Tutti e tre accomunati dalla passione verso qualcuno, in particolar modo una donna, ma soprattutto verso la musica!
Che Passione possa essere un monito affinché possa ritornare a Napoli il festival della musica napoletana e, soprattutto che sia giusto e importante continuare a coltivare la passione con saggezza e consapevolezza. Accoglierla anche come un dono prezioso, continuare a nutrirla con amore e dedizione. Viva la Passione… viva la Passione di Maurizio De Giovanni!





















