NAPOLI (di Anna Calí) – “L’hai scelto tu”, il viaggio emotivo di Peppe Ventura tra amore e perdita.
C’è chi scrive per professione e chi scrive, invece, per una necessità interiore, per dar voce a ciò che la vita spesso silenzia. Ed è il caso di Peppe Ventura. Con il suo nuovo libro disponibile su Amazon, ci racconta un rapporto intimo e lucido sulla relazione tra Francesco ed Elena.
L’autore napoletano mette a nudo la fragilità dei sentimenti, scavando nel dolore e nella rinascita che l’amore comporta. In questa intervista, Ventura ci guida attraverso le radici della sua ispirazione, il legame inscindibile con la madre, le sfide emotive della scrittura e l’auspicio che i suoi lettori possano sentirsi, almeno per un istante, un po’ meno soli.
Com’è nato il suo desiderio di scrivere questo libro e cosa l’ha spinto a raccontare la storia di Francesco ed Elena?
“Il desiderio di scrivere questo libro è nato da un bisogno interiore, quasi urgente, di dare voce a emozioni profonde che non trovavano spazio nella quotidianità. Francesco ed Elena sono nati dall’osservazione silenziosa delle fragilità umane, dei piccoli gesti che spesso passano inosservati ma che raccontano mondi. La loro storia è un intreccio di esperienze vissute, sentite o immaginate, che volevo esplorare per comprendere meglio l’amore e la perdita”
La scrittura sembra essere un modo per lei per elaborare emozioni e pensieri; come la aiuta a processare le esperienze della vita e quali sono stati i processi di scrittura più difficili che ha riscontrato durante la stesura?
“Scrivere è come mettere ordine nel caos: le parole diventano strumenti per dare forma a ciò che, dentro, è confuso o doloroso. Durante la stesura, la parte più difficile è stata rivivere certe emozioni per poterle raccontare in modo autentico. A volte, la scrittura costringe a guardarsi dentro senza filtri, e questo può essere faticoso ma anche liberatorio”.
Come pensa che l’amore possa cambiare una persona e influenzare persino la sua stessa vita?
“L’amore, quando è vero, non ti lascia mai com’eri. Ti espone, ti trasforma, ti costringe a fare i conti con parti di te che ignoravi. Può guarire, ma può anche mettere in crisi. L’importante è avere sempre la parte razionale in moto”.
Il libro è dedicato alla persona più importante: la mamma. Che tipo di rapporto avete e come pensa che i rapporti genitori e figli siano cambiati rispetto al passato?
“Il rapporto con mia madre è stato ed è fondamentale: è stato un rifugio, una guida silenziosa.
Oggi vedo che i rapporti genitori-figli sono più aperti, ma anche più fragili. Manca spesso il tempo per ascoltarsi davvero, eppure c’è più consapevolezza emotiva, il che è un passo avanti.Tutto dovrebbe rallentare”.
Il libro tocca tematiche importanti come amore, perdita e crescita. Come pensa che questi temi possano essere rilevanti per lettori di diverse età?
“Sono temi universali, che ci accompagnano in ogni fase della vita. Cambia il modo in cui li viviamo o li interpretiamo, ma non la loro importanza. Un adolescente può identificarsi nella scoperta dell’amore, un adulto nella fatica della perdita, un anziano nel senso della crescita personale. Sono esperienze che ci uniscono, al di là dell’età”
Come pensa che le persone possano trovare la forza per andare avanti dopo un’esperienza traumatica?
“Credo che la forza venga anche dall’accettazione della fragilità. Quando smettiamo di voler essere sempre forti e lasciamo spazio al dolore, iniziamo a guarire. A volte serve tempo, altre volte aiuto, ma spesso è proprio nel fondo che si accende una luce nuova”.
Come spera che il suo libro possa influenzare i lettori e cosa si augura che possano trarre dalla storia di Francesco ed Elena?
“Spero che il libro li faccia sentire meno soli. Che possano ritrovarsi in qualche pagina e magari trovare conforto, o semplicemente sentirsi compresi. Vorrei che la storia di Francesco ed Elena servisse a ricordare che ogni emozione ha dignità”.
Quali sono i suoi progetti futuri come scrittore e sta già lavorando a qualche presentazione?
“Mi piacerebbe davvero. Sicuramente a Settembre valuterò l’idea di fare una presentazione. Ho tanti progetti, appena riordino le idee, sarò pronto a lasciarmi andare ad una nuova esperienza”.



















