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NAPOLI – Si terrà giovedì 31 marzo 2016 alle ore 17.30 presso la libreria “Iocisto” di Napoli (via Cimarosa, 20) la presentazione del volume Viaggio alla Luna. Anno 2057: la prima donna nello spazio pubblicato da LB Edizioni di Bari.

All’evento, moderato da Federica Flocco (Iocisto), parteciperanno in qualità di relatori: Massimo Della Valle (Osservatorio di Capodimonte), Ugo Cundari (Università L’Orientale), Francesco Quarto (Biblioteca Nazionale Bari), Luigi Bramato (LB Edizioni).«Nel 1857 Ernesto Capocci, astronomo di buona cultura letteraria e direttore della Specola partenopea, scrisse un libricino dal titolo “Relazione del primo viaggio alla Luna fatto da una donna l’anno di grazia 2057”, stampato dalla tipografia di Teodoro Cottrau. Della pubblicazione e della curiosa storia si persero però le tracce tanto che il Dizionario biografico degli italiani lo indica come disperso. È stato soltanto per caso che nella “Busta A 260/11” della Biblioteca Nazionale di Bari è comparsa una copia del volumetto. Il ritrovamento e la sua lettura hanno destato interesse per alcuni aspetti del racconto che si ritrovano anche nel famoso romanzo “Dalla Terra alla Luna” di Jules Verne pubblicato otto anni dopo. Verne conosceva quel testo? Lo aveva letto? Sono proprio questi elementi a suscitare la domanda se non ci fosse stato qualche misterioso filo capace di collegare le due storie e i loro autori». (Giovanni Caprara, «La Lettura», 3 gennaio 2016)Nel corso della presentazione interverranno i discendenti diretti dello scienziato Ernesto Capocci.Ernesto Capocci a Napoli dirigeva dal 1833 l’osservatorio di Capodimonte Ernesto Capocci principe di Belmonte, astronomo di buona cultura letteraria, educato alla scienza delle stelle dallo zio Federico Zuccari che lo aveva preceduto alla guida della Specola partenopea. Capocci nel 1857 scrisse un libricino dal titolo Viaggio alla Luna – Anno 2057: la prima donna nello spaziostampato dalla tipografia di Teodoro Cottrau. Della pubblicazione e della curiosa storia si persero però le tracce tanto che il Dizionario biografico degli italiani lo indica come disperso. È stato soltanto per caso, durante una consultazione, che nella «Busta A 260/11» della Biblioteca nazionale di Bari è comparsa una copia del volumetto che oggi secondo il Catalogo del servizio bibliotecario nazionale è l’unica autentica sopravvissuta. Il ritrovamento e la sua lettura hanno destato interesse per alcuni aspetti del racconto che si ritrovano anche nel famoso romanzo Dalla Terra alla Luna di Jules Verne pubblicato otto anni dopo. Verne conosceva quel testo? Lo aveva letto? Sono proprio questi elementi a suscitare la domanda se non ci fosse stato qualche misterioso filo capace di collegare le due storie e i loro autori.

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