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Marco Mengoni incendia il Maradona con un inno alla pace in azzurro (VIDEO)

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NAPOLI (Di Stefano Esposito) – Un boato di energia e speranza ha invaso il Diego Armando Maradona nel suo primo concerto allo stadio dei Campioni d’Italia in carica: Marco Mengoni ha trasformato lo stadio in una festa di musica e impegno civile, lanciando un messaggio chiaro contro ogni guerra. Tra luci taglienti, coriandoli, cannoncini sputafuoco, laser e fumogeni, il pubblico ha risposto con un’unica voce all’appello di fratellanza dedicandogli il suo inno d’amore “O’ sudato nnammurato”.

Il concerto ha toccato vette di pura adrenalina grazie a un mix di hit come “L’essenziale” e “Guerriero”, accompagnate da una coreografia che fondeva hip-hop e pizzica in omaggio alle radici partenopee. Il coreografo, presentato scherzosamente come “Marchetiello”, ha diretto un cast di ballerini campani che hanno fatto esplodere il palco con passi spettacolari e numeri acrobatici.

Marco Mengoni è noto per i look non convenzionali, da sempre sceglie abiti stravaganti e provocatori, come stavolta, proprio per ribadire l’indifferenza nei confronti del giudizio altrui e scardinare pregiudizi. In ogni tappa, il suo guardaroba diventa una dichiarazione di libertà, un invito a non farsi bloccare dalle opinioni degli altri.

Nella parte centrale dello show, tra nuvole di fumo blu e slogan scanditi in coro, Mengoni ha urlato al cielo la parola “guerra” per condannarla senza remore. “Non vogliamo più conflitti tra popoli, vogliamo vivere da esseri umani” ha scandito, mentre sullo sfondo le luci si facevano sempre più intense per sottolineare il suo grido di pace.

Il gran finale è arrivato quando Mengoni è tornato sul palco in un completo azzurro acceso, con un grosso fumogeno celeste in mano: a quel punto ha fatto un giro d’onore intonando a squarciagola “Forza Napoli!”, un tributo alla città che lo applaudiva senza sosta. È stato il preludio all’ultimo brano, “Esseri Umani”, che ha chiuso la serata come un vero e proprio inno liberatorio.

Fontane di luce e fuochi artificiali hanno fatto da cornice a un’esperienza totalizzante, in cui musica, danza e impegno sociale si sono fusi in un’unica narrativa.

Al termine, un applauso infinito ha salutato l’artista e la sua chiamata universale alla pace. Napoli, ancora una volta, ha dimostrato di essere non solo palcoscenico di grandi eventi, ma cuore pulsante di ideali condivisi.

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2 COMMENTI

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Luigi Esposito
27/06/2025 8:20

Ennesimo successo di pubblico sul palcoscenico del Maradona, sempre più ambito. Viva Napoli!

alfonsa Malservigi
27/06/2025 16:01

Condivido pienamente la dedica finale di Mengoni, il pubblico napoletano ha saputo cogliere l’importanza di una vera rappresentazione, formata da scenografia, costumi, danza e canto.
Un superlavoro curato da Marco in prima persona , in ogni suo particolare

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