OLIVIA_TRUMMER

CAVA DEI TIRRENI- Jazz internazionale quello in scena venerdì 9 febbraio al Moro di Cava de’ Tirreni dove suonerà la vocalist Olivia Trummer con il suo trio completato da Matteo Bortone al contrabbasso e Nicola Angelucci batteria, con Julian Oliver Mazzariello al pianoforte ospite speciale (inizio ore 22, info: 0894456352 e www.pubilmoro.it),

“Un progetto ispirato dal volo tra New York e Berlino”. Così Olivia Trummer, racconta “Fly now”, l’album che con il suo jazz orecchiabile ed elegante farà da fil rouge al concerto al Moro. “Stavo tornando a casa dopo un periodo di studio e concerti negli Stati Uniti – spiega – e il viaggio mi ha fatto balzare alla mente l’idea di libertà. L’ho abbinata ai sentimenti e alla solitudine, e “Fly now” ha preso forma. L’elemento che lo ha generato è stato il desiderio di tradurre in musica una serie di emozioni. Appena sbarcata dall’aereo, sono entrata in studio con l’obiettivo di dare un’identità al progetto”. Progetto che, con i suoi nove brani originali ha scalato in gran velocità le classifiche jazz, mettendo sulla mappa la trentunenne Trummer. Il resto l’ha fatto la rivista britannica “Jazzwise Magazine” eleggendola tra i migliori artisti stranieri. Nell’occasione, la pianista tedesca salirà in pedana con il suo “Italian Trio”: Matteo Bortone al contrabbasso e Nicola Angelucci alla batteria.

“Amo l’Italia, le vostre atmosfere e la vostra bella lingua – commenta – che, un pochino, anche parlo. Per un album che racconta in musica le emozioni non c’è nulla di meglio del calore mediterraneo di due musicisti italiani al cento per cento. Ringrazio gli amici che ci hanno messo in contatto, permettendoci di dare vita a un progetto che ci sta regalando soddisfazioni.La scaletta della serata prevede soprattutto brani originali, ma credo che non sarà difficile proporre qualche sorpresa e improvvisare seguendo il “mood” della platea”. A casa Trummer, del resto, l’improvvisazione era materia quotidiana: è nata in una famiglia di musicisti, la 32enne Olivia, è stata incoraggiata fin da bambina  a sviluppare un approccio innovativo  nei confronti del pianoforte.

“Con i miei familiari diciamo scherzando – riprende – che abbiamo  “il gene dell’improvvisatore”. Da qui è stato naturale dedicarmi  al jazz come pianista e, subito dopo,  come  interprete vocale e compositrice. Stiamo registrando una risposta della platea superiore alle attese, in termini di calore e partecipazione”.

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