SANREMO – La 72esima edizione del Festival di Sanremo è tutta di Mahmood, Blanco e dei loro BRIVIDI e se la prendono subito, dalla serata di apertura, questa edizione. Non ho creduto un attimo che sarebbe andata diversamente, neanche quando, in seconda serata, il primo posto è diventato di Elisa e di “O forse sei tu”, con “Brividi” scivolata in seconda posizione. La prima posizione era loro e se le sarebbero ripresa subito. E così è andata, al netto delle parentesi classifica seconda serata e classifica COVER. Nella serata delle COVER, però, tornano subito al loro primo posto, nella classifica generale. Non è solo la prima posizione quasi costante a far percepire che Mahmood e Blanco saliranno sul podio del Festival di Sanremo 2022, ma tutto quello che accade intorno.

Fuori e lontano dal teatro Ariston, il video BRIVIDI, caricato (come quelli di tutti gli artisti in gara a Sanremo) il 2 febbraio, dopo 11 ore conta circa 500.000 visualizzazione e oggi ne ha raggiunte poco meno 10.000.000. I ragazzi, protagonisti indiscussi del marcato discografico, delle scelte musicali, dei numeri delle streaming, mettono BRIVIDI in cima alle loro Playlist Spotify, la scelgono come adesivo “musica” nelle loro storie Instagram, la ascoltano e la cantano ovunque, continuando a non guardare Sanremo, che, per loro è solo Mahmood e Blanco, espressione di una generazione libera… che decide. E questo è un dato, anche se la forza di BRIVIDI travolge in maniera trasversale diverse generazioni e l’Italia, con tutte le sue età, si lascia sedurre da questa meravigliosa creatura musicale. Blanco, dopo la premiazione, è corso in platea ad abbracciare i suoi genitori. Ecco, questo ragazzo, questo artista è la somma dell’amore e dell’attenzione ricevuti in casa sua sin da piccolo. E vince tutto. Vince nella vita, perché se ai nostri figli diamo cura, amore, attenzione (non soffocante, per carità), lasciamo camminare per le strade del mondo esseri umani vincenti.

LA CLASSIFICA DEI MIEI SOGNI. Consapevole che le prime posizioni sarebbero state di Mahmood e Blanco, Elisa e Morandi e che il mio pensiero era assolutamente lontano dalla realtà, dopo aver visto l’esibizione di tutti gli artisti al Festival di Sanremo, ho creato la classifica dei miei sogni:

Mahmood & Blanco – “Brividi”
Giovanni Truppi – “Tuo padre, mia madre, Lucia”
Highsnob e Hu – “Abbi cura di te”
Rkomi – “Insuperabile”
La Rappresentante di lista – “Ciao ciao”
Emma – “Ogni volta è così”
Elisa – “O forse si tu”
Matteo Romano – “Virale”
Dargen D’Amico – “Dove si balla”
Rettore e Ditonellapiaga – “Chimica”.
SCETTRO E CORONA DI TORMENTONE A “CIAO, CIAO” E ALLA RAPPRESENTANTE DI LISTA!

I PRESTIGIOSI RICONOSCIMENTI DI SANREMO. Ho immediatamente immaginato un riconoscimento importante per Massimo Ranieri e la sua “Lettera di là dal mare”, perché lui è e resta un gigante della Musica e del Teatro e la sua presenza a Sanremo non poteva cristallizzarsi nel tempo solo come una partecipazione e una presenza in Top Ten nella classifica finale (ottavo), ma a lui avrei conferito il Premio della Sala Stampa Lucio Dalla, con il Premio della Critica Mia Martini assegnato a Emma, per la sua potente presenza scenica e interpretativa e per il tema della sua canzone “Ogni volta così”, con direzione dell’orchestra affidata a una meravigliosa Francesca Michelin. Nella distribuzione dei prestigiosi riconoscimenti che ruotano attorno al Festival di Sanremo e alla palma con il leone, c’è stata parecchia confusione.

Questa l’assegnazione:
Premio della Critica Mia Martini a Massimo Ranieri
Premio della Sala Stampa Lucio Dalla a Gianni Morandi
Premio Sergio Bardotti per il miglior testo a Fabrizio Moro
Premio Giancarlo Bigazzi a Elisa

Per Elisa e “O forse sei tu” vale lo stesso ragionamento fatto per Ranieri. Partecipazione alla 72esima edizione e seconda posizione in classifica non erano assolutamente sufficienti per un’artista immensa come lei. E allora bene, benissimo, il Premio Giancarlo Bigazzi.

Gianni Morandi, che, insieme al ciclone Jovanotti, chiude la sua partecipazione al Festival di Sanremo con la vittoria della serata Cover e con una dignitosissima terza posizione in classifica finale, poteva anche non ricevere il Premio della Sala Stampa Lucio Dalla.

Ma l’errore più grande, che quasi diventa un inconcepibile e inaccettabile affronto, è l’assegnazione del Premio Sergio Bardotti per il miglior testo, assegnato da una giuria presieduta da Amdeus, a Fabrizio Moro. Con un testo come “Tuo padre, mia madre, Lucia” arriva a Sanremo una perla di complessità compositiva e metrica e un’intensità di messaggio e parole che non meritava né la posizione 19 della classifica finale, né la ridicola discussione sulla canottiera.

I TRIBUTI A RAFFAELLA CARRÀ E LUCIO DALLA. Altro errore imperdonabile, il tributo a Lucio Dalla. Una parentesi con Sabrina Ferilli (straordinaria su quel palco), che con Lucio Dalla ci ha lavorato e racconta dei posti riservati da Lucio Dalla in platea a barboni e prostituite, restituendoci un artista che andava ben oltre la musica. Tra i super ospiti dell’Ariston in serata finale c’è stato Marco Mengoni. Alla sua presenza Amadeus avrebbe potuto dare un peso e uno spessore diverso, affidandogli l’interpretazione dell’“Anno che verrà”, di cui, un anno fa, in piazza Vecchia a Bergamo, proprio Mengoni ne proposte un’esecuzione da brividi e dando a Lucio Dalla un omaggio all’altezza della sua immensità. Io avrei molto ascoltare “La sera dei miracoli”. Invece niente: per Mengoni “L’essenziale” (brano portato a Sanremo nel 2013) e di “Mi fiderò”. Due pesi, due misure. Per Raffaella Carrà, altra icona e leggenda del mondo e della storia dello spettacolo italiano, un omaggio bellissimo e esplosivo con un medley dei suoi più grandi successi e il corpo di ballo, come lei assolutamente merita.

L’INNO ALLA GENTILEZZA DI MARCO MENGONI E FILIPPO SCOTTI. Attenzione a come usiamo i social. Attenzione! Chi legge è un essere umano che ha bisogno di delicatezza e di cura. I social hanno dato parola a chiunque. Una parola decisamente fuori controllo: violenta, volgare, aggressiva, il più delle volte. E, spesso, anche chi prova a postare cose giuste e equilibrate dal suo punto di vista, lo fa senza la minima attenzione e con lo scopo (magari anche inconsapevole) di diventare protagonista indiscusso di quel pensiero cristallizzato sui social network, perché là vale una regola su tutte: la spietata collezione di like e reactions. Partiamo da qua, partiamo da un’umanità più delicata e dialogante o dal silenzio (se non riusciamo a gestire l’onda emotiva). Proprio nel contesto “Festival di Sanremo”, tutti si sono sentiti in diritto di esprimere un’opinione su Gianluca Grignani, autore e interprete di canzoni di una bellezza incredibile e senza tempo. La sua presenza a Sanremo, voluta da Irama, artista di grande sensibilità e bravura, sarebbe potuta essere l’occasione per rilanciare e far conoscere alle giovani generazioni perle come “Destinazione paradiso” o “Falco a metà”, per esempio. Ma fa più hype l’odio e odio è stato. Peccato davvero! Che grande occasione persa… di tacere o di divulgare arte.

SABRINA FERILLI. Non puoi non amarla. Per la sua professionalità, la sua ironia, il suo spessore, la sua lealtà e la sua sensibilità. Seduta sulle scale con Amadeus, ha raccontato che quando ha ricevuto l’invito ad andare a Sanremo ha iniziato a pensare a quale tema sociale avrebbe potuto portare su quel palco. Per esempio la famiglia, con le donne al centro di una gestione complicata tra figli, casa e lavoro, ma ammette che non sarebbe stato né giusto né leale, visto che lei non ha figli e ha un compagno benestante. E questo è stato il ragionamento per gli altri temi che gli venivano in mente. È proprio bella Sabrina. Bella oltre quello che l’occhio umano vede.

SANREMO MUSICA E LIBRI. Il tributo, decisamente debole ma presente a Lucio Dalla, ci dà l’opportunità di ricordare una pubblicazione interessante. “E ricomincia il canto”, una raccolta di interviste fatte a Lucio Dalla, pubblicata dalla casa editrice Il Saggiatore (4 febbraio 2021) e curata dal musicologo Jacopo Tomatis. Questa raccolta rappresenta un documento che attraversa i quarantacinque anni di carriera di una delle più grandi icone pop del nostro paese. Un’opera che ci ricorda che una canzone può terminare in qualunque momento, ma la sua musica continua a risuonare: «Ma sì, è la vita che finisce / ma lui non ci pensò poi tanto. / Anzi si sentiva già felice / e ricominciò il suo canto».

Cinque giorni intensi a Sanremo. Qualcosa ha funzionato benissimo. Qualche altra ha funzionato per niente. Sipario sulla 72esima edizione e, con l’augurio di ritrovarci tutti qui il prossimo anno, ad amare, cantare e perderci sognanti nelle canzoni, nel frattempo andiamo a teatro, andiamo al cinema e, quando riapriranno i concerti, affolliamo le platee. Intanto, sabato 12 febbraio, riaprono le discoteche: ANDIAMO A BALLARE! La primavera porterà via l’incubo…

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