gianni_simioli_presentatore_del_concerto

NAPOLI – Si arricchisce il già nutrito cast del concertone gratuito del primo maggio dei Terroni Uniti che si terrà in piazza Dante e che diventerà la seconda tappa, dopo Pontida, del tour dei Terroni Uniti che hanno già annunciato il prossimo concerto a Lampedusa.

 Si allunga la lista degli artisti   provenienti non solo da Napoli e dall’Italia, ma anche dalla Spagna e dal Mali e si allungano anche le ore dello show, infatti il live, annunciato per le 14,  partirà  invece alle 12 e andrà avanti fino a mezzanotte.Ecco i nomi che si sono aggiunti al cast: Capatost, Francesco Di Bella, Chiodo Fisso, Pietra Montecorvino, Amed Key & RSP Sound System, Lelio Morra, Ivan Granatino, Claudia Megrè, mentre da Roma arriva R.A.K. (Barracruda Fam – ROMA) e l’attesissimo Piotta.Con il concertone del Primo Maggio nascono anche i Terroni Radiofonici Uniti da un’idea di Gianni Simioli, uno dei presentatori dello show, che ha pensato di unire tutte le realtà radiofoniche e portarle sul palco del primo maggio. “In un’occasione come questa, in cui la musica unisce, non potevamo pensare di dare l’esclusiva ad una sola emittente – afferma Gianni Simioli – e così ho pensato di chiamare tanti colleghi, speaker di diverse radio, uniti verso un solo scopo, quello di dar vita ad una serata all’insegna della coesione e dell’amicizia nello spirito dei “Terroni Uniti”. Ci saranno dunque:Rosanna Iannaccone( Radio Marte), Daniele Decibel Bellini ( Radio Kiss Kiss Italia), Maria Silvia Malvone (kiss Kiss Italia), Michele Chianese ( Radio CRC), Bruno Gaipa ( Radio Punto Nuovo- Av), Fabrizio Maffei (Radio Bussola 24 – Salerno), Tarcisio Suarez ( Radio Ibiza) e Rosario Arzeo e Stefania Sirignano ( Radio Punto Zero).Il concertone sarà presentato da Gianni Simioli insieme a Paolo Caiazzo, Peppe Iodice, Cecilia Donadio e Francesco Paoloantoni e sul palco oltre alla musica,  si avvicenderanno anche tante voci di chi lavora per tenere acceso il punto focale della giornata del primo Maggio, la festa dei lavoratori  appunto, che a Napoli, più che mai, diventa la festa ribelle dei lavoratori a nero, d Siamo terroni perché difendiamo il nostro territorio: lo difendiamo dai rifiuti, dalla malavita, dallo sfruttamento, dalla finanza predatoria.Il tour dei terroni non è che all’inizio. La prossima tappa? Ovviamente Napoli.Il primo maggio saremo in piazza per cantare, suonare, ballare insieme come abbiamo fatto sul pratone di Pontida per dare voce nel modo più forte possibile alle tante esperienze di resistenza che oggi continuano ad animare il nostro meridione.  Abbiamo scelto il primo maggio per una ragione ovvia: la festa dei lavoratori e delle lavoratrici. Che a Sud diventa la festa ribelle dei lavoratori a nero, dei lavoratori sfruttati, della manodopera dell’informale, delle vittime clandestine del caporalato.Siamo andati a Pontida a ribadire che le idee di solidarietà, di rifiuto della guerra, di antirazzismo hanno casa ovunque. Ora saremo nella nostra prima casa per pretendere che essa sia liberata da ogni marchio, da ogni pregiudizio, da ogni politica di marginalizzazione, privatizzazione, indebitamento, avvelenamento, sfruttamento. Sono già tantissimi gli artisti che hanno aderito alla nostra proposta. Mentre in Europa si ingrandisce il potere delle compagini politiche eversive e guerrafondaie, mentre i pochissimi uomini al vertice decidono della vita e della morte di migliaia di persone, noi pensiamo che da Sud debba venire il grido di riscossa: non ci fermiamoei lavoratori sfruttati, della manodopera dell’informale, delle vittime clandestine del caporalato. Una festa, un concerto, tante voci unite per pretendere che Napoli sia liberata da ogni marchio, da ogni pregiudizio, da ogni politica di marginalizzazione, privatizzazione, indebitamento, sfruttamento, avvelenamento. Ci saranno anche gli “Scrittori Terroni Uniti” come: Luca Delgado, Rosario Dello Iacovo, Pino Imperatore, Antonella Cilento, Gianluca Calvino, Maura Messina, Maurizio de Giovanni, Michele Serio, Massimo Torre, Enza Alfano, Letizia Vicedomini, Claudio Finelli, Giovanni Meola, Gaetano Di Vaio.Siamo terroni perché difendiamo il nostro territorio: lo difendiamo dai rifiuti, dalla malavita, dallo sfruttamento, dalla finanza predatoria.Il tour dei terroni non è che all’inizio. La prossima tappa? Ovviamente Napoli.Il primo maggio saremo in piazza per cantare, suonare, ballare insieme come abbiamo fatto sul pratone di Pontida per dare voce nel modo più forte possibile alle tante esperienze di resistenza che oggi continuano ad animare il nostro meridione. Abbiamo scelto il primo maggio per una ragione ovvia: la festa dei lavoratori e delle lavoratrici. Che a Sud diventa la festa ribelle dei lavoratori a nero, dei lavoratori sfruttati, della manodopera dell’informale, delle vittime clandestine del caporalato.Siamo andati a Pontida a ribadire che le idee di solidarietà, di rifiuto della guerra, di antirazzismo hanno casa ovunque. Ora saremo nella nostra prima casa per pretendere che essa sia liberata da ogni marchio, da ogni pregiudizio, da ogni politica di marginalizzazione, privatizzazione, indebitamento, avvelenamento, sfruttamento.Sono già tantissimi gli artisti che hanno aderito alla nostra proposta. Mentre in Europa si ingrandisce il potere delle compagini politiche eversive e guerrafondaie, mentre i pochissimi uomini al vertice decidono della vita e della morte di migliaia di persone, noi pensiamo che da Sud debba venire il grido di riscossa: non ci fermiamo Siamo terroni perché difendiamo il nostro territorio: lo difendiamo dai rifiuti, dalla malavita, dallo sfruttamento, dalla finanza predatoria.Il tour dei terroni non è che all’inizio. La prossima tappa? Ovviamente Napoli.Il primo maggio saremo in piazza per cantare, suonare, ballare insieme come abbiamo fatto sul pratone di Pontida per dare voce nel modo più forte possibile alle tante esperienze di resistenza che oggi continuano ad animare il nostro meridione. Abbiamo scelto il primo maggio per una ragione ovvia: la festa dei lavoratori e delle lavoratrici. Che a Sud diventa la festa ribelle dei lavoratori a nero, dei lavoratori sfruttati, della manodopera dell’informale, delle vittime clandestine del caporalato.Siamo andati a Pontida a ribadire che le idee di solidarietà, di rifiuto della guerra, di antirazzismo hanno casa ovunque. Ora saremo nella nostra prima casa per pretendere che essa sia liberata da ogni marchio, da ogni pregiudizio, da ogni politica di marginalizzazione, privatizzazione, indebitamento, avvelenamento, sfruttamento. Sono già tantissimi gli artisti che hanno aderito alla nostra proposta. Mentre in Europa si ingrandisce il potere delle compagini politiche eversive e guerrafondaie, mentre i pochissimi uomini al vertice decidono della vita e della morte di migliaia di persone, noi pensiamo che da Sud debba venire il grido di riscossa: non ci fermiamoIl concerto è  sostenuto dall’ Amministrazione Comunale e da  tante realtà imprenditoriali come: Musica Posse, Jesce Sole, Full Heads, Area Live, 4Raw, Suoni del sud, Ethnos festival.Colonna sonora della giornata sarà “Gente do Sud”, il piccolo grande miracolo del collettivo “Terroni Uniti”, non solo una canzone, ma un vero e proprio inno antirazzista, che ha acceso un faro importante sulla tematica dell’immigrazione,  scagliandosi contro tutte le forme di razzismo fino a dissacrare la roccaforte leghista, portando un messaggio d’accoglienza, di fratellanza e d’amore per il diverso.

ECCO LA LINE UP aggiornata al 28 aprile

DA NAPOLI:

Eugenio Bennato, Enzo Gragnaniello, 99 Posse, Jovine, Ciccio Merolla, Daniele Sepe, Foja, La Maschera, Maldestro, Franco Ricciardi, Tommaso Primo, Tartaglia Aneuro, Speaker Cenzou, Sud Express, Assurd, Asya, Cultural Boo Team, Peppoh, Oyoshe, Dope One, Tueff, Joe Petrosino, Blindur, Batà ngomà, Valentina Stella, Alan Wurzburger, ‘O Rom, Mazurk, Capone & BungtBangt, MALMÖ, Mbarka Ben Taleb, Aldolà Chivalà, Loredana Daniele, Gnut, Mujeres Creando, La Pankina Krew, Mariotto, Francesca Fariello, Ventinove e Trenta, Capatost, Francesco Di Bella, Chiodo Fisso, Pietra Montecorvino, Amed Key & RSP Sound System, Lelio Morra, Ivan Granatino, Claudia Megrè

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