Pompei, Massimo Osanna: “Grazie alla tecnologia grandi scoperte” (VIDEO)

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NAPOLI (di Chiara Esposito) – “Per la prima volta dopo più di 150 anni dal primo impiego della tecnica è stato possibile non solo realizzare calchi perfettamente riusciti delle vittime, ma anche indagare e documentare con nuove tecnologie le cose che avevano con sé nell’attimo in cui sono stati investiti e uccisi dai vapori bollenti dell’eruzione”: così il direttore degli scavi di Pompei Massimo Osanna racconta come sia stato possibile arrivare all’eccezionale scoperta di due corpi pressoché integri di due uomini rinvenuti nei pressi della villa suburbana di Civita Giuliana.
Raffinata come la famosa Villa dei Misteri o come la Villa di Diomede, il sito lussureggiante di epoca augustea era stato già oggetto di un altro scavo importante che aveva dato alla luce i resti di tre cavalli di razza, uno dei quali con ancora la sella pregiata in legno e bronzo.
Gli scavi relativi a questa abitazione, collocata subito fuori le mura della città e dotata di meravigliose terrazze e giardini, erano cominciati nel 1907- 1908 per volontà del marchese Giovanni Imperiali e poi interrotti bruscamente. Le attuali operazioni archeologiche sono invece il frutto del finanziamento di un milione di euro del Parco di Pompei in collaborazione con la Procura di Torre Annunziata, e hanno permesso di scavare intorno al lunghissimo criptoportico edificato sotto ad una delle grandi terrazze, facendo emergere appunto l’ambiente prezioso e quasi intatto dove sono stati trovati i corpi.
Non si conosce l’identità dei due uomini, probabilmente un quarantenne avvolto in un mantello di lana e il suo schiavo. Secondo i primi studi la loro morte sarebbe avvenuta nel secondo giorno dell’eruzione, la mattina del 25 ottobre del 79 d.C ; intanto continuano i lavori per capire dove i due fossero diretti e quale fosse il loro ruolo all’interno dell’immensa residenza.
La scoperta di Pompei arricchisce il patrimonio culturale mondiale ed è resa ancor più straordinaria se pensiamo all’epoca storica in cui è avvenuta, sintomo di come il covid non possa fermare la storia, la ricerca, i restauri, la conoscenza.

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