AUTIERI

FRATTAMAGGIORE- Dal 5 al 7 febbraio, alle 21, sul palcoscenico del Teatro Lendi, in via A. Volta 176 (strada provinciale Grumo Nevano-Sant’Arpino) arriva Serena Autieri con “Rosso Napoletano. Quattro giornate d’amore”, scritto e diretto da Vincenzo Incenzo. Coreografie di Bill Goodson. Direzione musicale di Vincenzo Campagnoli.

Rosso Napoletano

Serena Autieri raccoglie il canto di libertà di un popolo, che, armato solo del suo orgoglio e della sua geniale creatività, ispirato dalla forza inarrestabile del suo Vulcano, durante le Quattro Giornate di Napoli insorse contro l’oppressione per salvare i suoi figli e la sua ricca e gioiosa identità.

Dodici personaggi e un grande corpo di ballo gravitano tra le rovine di una Napoli, allo stesso tempo, contingente e fuori dal tempo, che in una sorta di astrazione temporale parla e partecipa, come un coro greco, per bocca dei suoi muri, dei suoi vicoli e dei suoi sotterranei.

Rosso è il colore dell’amore, della passione, della superstizione, del pomodoro, del sangue, del fuoco, della rabbia, della preghiera e della resistenza. Rosso è il colore del magma che ribolle eternamente nel ventre della città come il suo meraviglioso e infinito patrimonio musicale, per quell’istinto unico di vivere e di inventarsi. Insieme alla musica, all’ironia, agli scugnizzi e ai femminielli, al caffè e alle superstizioni, alle Madonne e alla pizza, alle prostitute e alla borsa nera va in scena l’anima nobile, spregiudicata e intramontabile di Napoli capitale d’Europa.

Napoli è do di petto nella bocca del Mediterraneo, che risuona dai bagnasciuga della Turchia, della Spagna e dell’Africa.

Napoli è cucita a mano con spregiudicato talento intorno ad una emorragia di lava.

Napoli ha la pelle scura, i capelli ricci, gli occhi a mandorla e il naso greco. È un utero svergognato e mistico, che caccia i padri e trattiene i figli. Il suo sipario è il mare, il suo palcoscenico è il dietro, comico, appassionato e terribile.

Napoli è carcere senza chiave e domicilio sublime, sbracciarsi di madonne invocate e ansia di numeri in sonno. Il suo dio si è licenziato dal cielo e fa capoccella dalle quinte nere dei vicoli, a passo di tarantella, immolandosi nel sangue sciolto, nella primiera e nei corni in tasca.

Napoli ingravida la sua lingua; le sue parole hanno la pancia gonfia e i piedi per aria: non più amore, ma ammor’.

Napoli fa miracoli, trasforma farina, pummarola e caffè in luoghi dell’anima.

Napoli mischia origine e destino, lacrime e salsedine, gioia e disperazione.

Napoli è inno eterno alla vita. Non dobbiamo mai smettere di celebrarla.

I PROSSIMI SPETTACOLI

Il 14 febbraio, alle 21, c’è Valentina Stella per il concerto di San Valentino. A grande richiesta di pubblico, torna in scena, il 18 e il 19 febbraio, alle 21, Biagio Izzo con “Tartassati dalle tasse”, scritto e diretto da Eduardo Tartaglia, che ha aperto il cartellone della stagione 2019/2020. Il 20 e 21 febbraio arriva Massimo Ranieri con “Sogno e Son desto 500 volte”. Grande chiusura per il mese di febbraio con Eduardo De Crescenzo e “Essenze jazz” (28 febbraio).

Marzo si apre con Simone Schettino in “Se tocco il fondo sfondo”, scritto da Schettino e Vincenzo Coppola (dal 4 al 6 marzo: ore 21). Sarà poi la volta di Franco Ricciardi in concerto (13 marzo: ore 21). Appuntamento, poi, con un pezzo importante della storia teatrale nazionale, dal 25 al 27 marzo (ore 21), con Peppe Barra in “Monsignore”, in scena con Patrizio Trampetti, scritto da Peppe Barra e Lamberto Lambertini, che ne cura anche la regia.

Dall’1 al 3 aprile, alle 21, ci sono Lucio Pierri e Ida Rendano in “La scommessa”, scritto da Lello Marangio insieme a Pierri, a cui è affidata la regia. Chiude il cartellone “Verso il mito Edith Piaf”, con Francesca Marini e Massimo Masiello, in scena dal 15 al 17 aprile.

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