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Napoli

Museo MADRE di Napoli “J’ai brûlé dans tes yeux. Je brûle”

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NAPOLI – Saranno gli spazi del MADRE – Museo d’Arte Contemporanea Donnaregina di Napoli a ospitare, da domenica 28 maggio 2017 (fino a domenica 4 giugno), J’ai brûlé dans tes yeux. Je brûle, progetto multidisciplinare nato tra Napoli e Parigi, dalla collaborazione tra Kulturscio’k e La Casaforte S.B./Progetto Abitare l’arte, e sviluppato in successive residenze/tappe di ricerca, in dialogo costante con l’arte plastica.

La performance/istallazione circolare, con regia e testo di Alessia Siniscalchi, istallazioni di Valeria Borrelli e Antonio Sacco, e le fotografie di Giovanni Ambrosio, è costruita su partizioni di testo e fisiche, dalle quali ha preso il via la ricerca basata sull’improvvisazione degli attori e danzatori di Kulturscio’k, iniziata nel corso di una residenza creativa in una sala prove a Montreuil (Francia), proseguita presso il Goethe Institut di Parigi, nel 2015, e poi negli spazi di La Casaforte S.B. di Napoli, nel 2015/2016, con il sostegno di Institut Français Naples e il Matronato della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee di Napoli.La terza tappa del progetto, nuovo momento di questa collaborazione, diventa, quindi, più ampia, e, per la prima volta, arriva negli spazi del Museo MADRE di Napoli, in un’esplorazione di zone mai aperte al pubblico, la cui fruizione è inclusa nel biglietto d’ingresso al museo.Una nuova istallazione che offrirà un respiro diverso all’inesauribile dialogo artistico costante e sempre rinnovato, corale, fisico, fatto di danza, musica, fotografia, scultura e cinematografia, che coinvolge dodici interpreti tra danzatori, attori, registi, musicisti, fotografi e artisti ambientali, pronti a unire le proprie capacità nella direzione di una drammaturgia condivisa e di una grande opera aperta, circolare, infinita.Corpi senza sosta, in movimento, che si danno le spalle nel momento del confronto, si muovono tra gli elementi del tempo, scolpito in sculture, riabitato e bruciato, cercando le persone che amano per non ritrovarle mai. L’obiettivo drammaturgico della ricerca è raccontare la relazione tra due persone, partendo dalla coppia del film “Paris, Texas” di Wim Wenders, e rielaborarla in quattro coppie diverse, disperse nello spazio. Tema centrale è la relazione che si crea tra spazio abitativo e opera, tra interno ed esterno, tra intimo e pubblico, tra attore e spettatore.Nell’interazione con le installazioni (diversamente disposte in ogni luogo di presentazione), gli artisti esplorano i vari momenti del rapporto tra i protagonisti della storia, che, sdoppiandosi, diventano quattro esperienze di coppie diverse, vissute in un non-luogo dove terra, fuoco, metallo sono elementi d’interazione per relazioni passionali e bruciate che cercano di ritrovarsi. Nate per indagare la relazione tra corpo performativo, spettatore/attore e opera d’arte, le sculture divengono elementi drammaturgici, e tutto lo spazio ospitante interagisce con il lavoro dei performer e della regia, diventando parte fondante dell’esperimento. Il progetto, durante la sua permanenza a Napoli, offrirà agli spettatori la possibilità di visitare la creazione, le istallazioni e le prove aperte, tutti giorni, escluso il martedì, dalle ore 10.30. La performance, invece, sarà in “scena” dal 2 al 4 giugno, dalle ore 17.00 alle 19.30, in tre cicli continui e ripetuti, della durata di 45 minuti ognuno.

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