NAPOLI – Sabato 8 febbraio, ore 21.00, il Nuovo Teatro Sanità ospita lo spettacolo Il Vecchio Principe, scritto e diretto da César Brie, anche in scena insieme a Lara Bossi e Fabio Magnani. Ispirato a Il piccolo principe di Antoine de Saint-Exupéry, la messinscena di Brie è una poetica riflessione sulla vecchiaia, la malattia, la morte, l’amore e l’amicizia. Il lavoro teatrale è stato nominato al Premio ACE 2017 in Argentina come miglior spettacolo per famiglie, adatto al pubblico di adulti e bambini (dai sei anni). Replica domenica 9 febbraio, ore 18.00. Info e prenotazioni al 3396666426 oppure all’indirizzo e-mail info@nuovoteatrosanita.it. Costo del biglietto intero 12 euro; ridotto (under 25 e over 65) 10 euro.

In un ospedale geriatrico, una notte, l’infermiere Antoine, che lavora lì, incontra Vecchio, un anziano paziente, che dice di venire da una stella dove ha lasciato un fiore. Antoine lo ascolta e a volte si spazientisce perché Vecchio si alza di notte, parla con persone che non ci sono ed è preoccupato per il fiore che ha abbandonato. Il giorno delle visite arrivano il primario, un nipote ubriacone, una nipote donna d’affari sempre attaccata al cellulare e un altro visitatore che accende e spegne le luci di continuo. Ma Vecchio si sente solo nell’ospedale, cerca uomini nei corridoi deserti, confonde i lampioni con le stelle, sogna sempre il suo fiore col quale contemplava i tramonti, e di notte si incontra con una strana figura che assomiglia al suo fiore e che gli promette di ripotarlo nella sua terra. Antoine comincia a capire che Vecchio è fedele ai propri ricordi e che il mondo gli sembra assurdo senza amicizia, amore e tempo per guardarsi intorno. Antoine capisce che l’uomo gli sta insegnando a vivere in un’altra forma, e Vecchio si accorge che è ora di tornare al suo pianeta.

César Brie, storico attore dell’Odin Teatret di Eugenio Barba, attualmente continua a sviluppare il suo lavoro di pedagogo, di autore, attore e regista, tra l’Italia e l’Argentina, dalla quale è emigrato all’età di diciotto anni per sviluppare un’arte apolide, a stretto contatto con le molte realtà incontrate in una vita passata per scelta in esilio. «Ho fatto questo lavoro perché uno dei miei attori voleva fare un’opera che potesse vedere la figlia. – spiega Brie – All’epoca gli eredi di Saint Exupery esigevano che il testo del Piccolo principe venisse mostrato senza cambiamenti e con l’estetica che Saint-Exupéry mostrava nei disegni che illustravano l’opera. Ho deciso di adattare Il piccolo principe a un geriatrico e di affrontare in modo sincero ma dolce l’argomento della scomparsa dei nonni, la malattia, l’alzheimer. La base è stata l’opera di Saint-Exupéry adattata a questi argomenti». Brie rilegge la favola del Piccolo principe rivolgendosi ad adulti e bambini con uno spettacolo tenero e sognante, attraverso la poesia dei corpi, degli oggetti e le metafore che essi creano in scena.

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