Vincenzo-Borrelli

NAPOLI – Sabato 19, domenica 20 e 27 maggio alle 21 è in scena al Centro Teatro Spazio lo spettacolo “1647″ – Dramma in un atto d’amore per la propria terra, per la propria storia, per i propri figli. L’epopea della rivoluzione napoletana del 1647, capeggiata da Tommaso Aniello d’Amalfi, detto Masaniello, è sempre stata argomento di saggi, romanzi, spettacoli, anche solo per la poesia naturalmente sprigionata da un avvenimento che tutt’oggi rappresenta un unicum nella storia mondiale, con pochi altri casi simili, ma differenti sotto molti aspetti.

 

“1647” prende spunto da questi avvenimenti, o meglio, dai fatti subito successivi, raccontati dalle donne della rivoluzione. Lungi però dall’essere una cronistoria. Più che di uno spettacolo storico, si tratta di una suggestione: le donne sono dei simboli, esempi di Partenope, che più che la rivoluzione raccontano una città che, nel 1647, era già vecchia di oltre 2000 anni, schiava di una storia troppo importante per essere ignorata, vittima di un popolo che è tale per tradizione, troppo individualista per poter veramente creare qualcosa. Perché Napoli è una città stanca, è una donna anziana che ha perso troppi figli per avere ancora fiducia nel mondo, una cacofonia di feste, urla, profumi, esoterismo che nasconde dietro una prorompente giovialità, una profonda amarezza, figlia di un popolo sconfitto, del frutto dell’amore fra Masaniello e Bernardina.

Otto giorni. Tanto è durata la rivoluzione. Un figlio morto dopo otto giorni. Troppo debole per continuare la suo lotta contro la vita, troppo ostinato per non nascere per niente.

Questa è Napoli. Questi siamo noi. È questa la nostra condanna, la nostra rassegnata stanchezza è la nostra debolezza.

“1647” è uno spettacolo scritto e diretto da Vincenzo Borrelli (anche in scena) con Cristina Ammendola, Marina Billwiller, Nancy Fontanella, Marilia Marciello, Cristina Di Fiore, Antonio Tatarella, Simone Somma, Marco Gremito e con Stefano Ariota, scene C.T.S., costumi Federica Del Gaudio, musiche Angelo Salvatore, Marco Borrelli, Quintana, foto di scena Carmine De Palma, collaborazione al progetto Antonio Tatarella, disegno luci Vincenzo Borrelli, luci e audio Chiara Aprea, regista assistente Simone Somma.

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