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NAPOLI – Prosegue all’insegna del divertimento e della riflessione sociale la stagione del Teatro Totò diretto da Gaetano Liguori. In scena da giovedì 15 febbraio, un beniamino del pubblico come Oscar Di Maio con una nuova versione della celebre commedia “Nu bambeniello e tre San Giuseppe “ scritta da Gaetano Di Maio e da Nino Masiello e portata in scena per la prima volta nel 1981 dalla Compagnia Stabile di Luisa Conte con la stessa artista in palcoscenico con Nino Taranto. Ridottissima nel cast e di conseguenza nel testo che diventa molto più “snello“, la trasposizione che arriva al Teatro Totò è più moderna, diretta e veloce. I personaggi da 14 diventano 10, a scena unica.

La commedia è ambientata agli inizi degli anni Sessanta in un piccolo paesino alle porte di Napoli, dove Carmelina (Marzia Di Maio), spinta dalla madre Lionora (Alessandra Borrelli) ma non dal padre Pasquale (Oscar Di Maio ) per sfuggire ad una realtà claustofobica e provinciale, accetta di recarsi a Roma, a Cinecittà, dove, contrariamente ai sogni e alle speranze che aveva riposto nel mondo incantato della celluloide, ai facili guadagni e alla grossolana popolarità, si ritroverà a girare un volgare filmetto hard, destinato ad un pubblico dalle semplici e becere emozioni. Pasquale racconta la terribile vicenda all’amico Filiberto (Stefano Sannino) il quale sembra molto interessato a vedere Carmelina nuda come l’ha fatta la madre. La ragazza verrà così bollata dai suoi compaesani come “svergognata e donna dai facili costumi”. In seguito la ragazza scoprirà di essere incinta, tesi confermata anche da Petrosina, l’ostetrica del paese. Il padre del nascituro sarà per tutti incerto: potrebbero essere lo scemo del villaggio Luigino, Nicolino venditore di uccelli, l’avv.Pianese (Ciro Scherma) o il vero fidanzato della ragazza, Giovannino, emigrato in Germania per guadagnarsi da vivere. Il doppio finale a sorpresa nasce dall’esperienza tramandata di cui Oscar Di Maio ne è custode e darà un tocco di novità e originalitá rispetto alle interpretazioni tradizionali applaudite dal pubblico negli anni.

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