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NAPOLI – In quale luogo risiedono “I Mostri”? Negli anfratti più nascosti della nostra mente o in lugubri e ben definiti luoghi, standard dell’horror, che hanno spaventato i nostri sogni di bambini? Sono solo alcuni degli interrogativi a cui tenterà di rispondere Lino Barbieri nel suo nuovo spettacolo Ma che bel castello, scritto da Lello Marangio, Anna Mazza e Roberto Russo, in scena mercoledì 6 aprile 2016 alle ore 21.00 al Teatro Cilea di Napoli, per la regia di Massimo Cinque.

Presentato da Italia Concerti, l’allestimento porterà in scena, per la prima volta in uno spettacolo prettamente teatrale, ologrammi ed effetti 3D, a cura della tecnologica Emmedue Service (consulente e coordinatore tecnico Attilio Ruggiero, videoscenografie Alessandro Papa, light designer Luigi Della Monica, fonico Stani De Matteis).Un Castello popolato da fantasmi, un lugubre maniero, di certo, fa paura, ma è nulla al confronto di questa nostra Italietta orrifica e orripilante, bolgia ideale per Mostri e Mostriciattoli partoriti da politica, televisione e (mal)costume.E’ questo il ragionamento che si traduce nell’Ultima Spiaggia, sulla quale approda il “naufrago” Lino Barbieri in fuga dalla nostra becera quotidianità e alla ricerca di una, molto improbabile, oasi.L’accesso al rifugio non sarà semplice poiché il Castellano, custode del Maniero, pretenderà prove certe, visive e “ologrammate” di quanto Barbieri afferma esistere nel caotico mondo esterno.La storia ha inizio con la dimenticanza involontaria di un turista, Lino Barbieri, che perde l’autobus sul quale viaggiava per una gita, e si ritrova in un castello poco ospitale, nel quale il povero “naufrago” è costretto a rifugiarsi per trascorrere la notte.Non avendo altra scelta, inizierà da solo a cercare, con vari mezzi e tentativi, di ritrovare la strada per l’uscita, anche se ogni suo sforzo è monitorato ed ostacolato da alcuni fantasmi che fanno da barriera fra lui e la salvezza.Per evitare queste presenze, il turista, dovrà inventarsi diversi escamotage e stratagemmi per conquistare la loro indulgenza. Ecco allora che Barbieri darà sfogo a tutta la sua verve, attraverso il canto, l’imitazione, l’improvvisazione, la recitazione e spassosi monologhi.Alle prime luci dell’alba, quando il cielo azzurro farà capolino, il turista capirà che la “famosa via d’uscita”, l’esterno, è mistificatoria, ingannevole, una vera e propria allegoria. Denota lo smarrimento attuale del popolo italiano, che si aggira in un dedalo, un garbuglio di strade per tentare la risalita, per trovare la luce e la speranza e uscire finalmente da una pesante ed angosciante crisi, con la recondita speranza di riassaporare, quanto prima, i valori umani di un tempo.

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