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NAPOLI – Handmade è il titolo scelto per la quinta stagione del teatro di piazzetta San Vincenzo: l’espressione significa fatto a mano e viene utilizzata soprattutto come marchio da quell’artigianato artistico, prodotto al di fuori di qualsiasi etichetta commerciale, e, in quanto tale, unico nel suo genere.

Il titolo reca una serie di significati che racchiudono il senso dei cinque anni di attività del collettivo artistico ntS’, un gruppo che, mettendo insieme diverse professionalità e competenze, ha portato avanti il progetto del Nuovo Teatro Sanità senza alcun finanziamento pubblico o privato di partenza, ma soltanto investendo il proprio lavoro, il proprio tempo e il proprio talento, per realizzare gli strumenti grazie ai quali oggi la chiesa dell’Immacolata e San Vincenzo è idonea a ospitare un vero e proprio teatro. Pazienza, dedizione, creatività, cura dei particolari, hanno contribuito a realizzare un progetto unico nel suo genere: si tratta degli stessi elementi fondamentali per realizzare un qualsiasi prodotto Handmade. Ma l’espressione Handmade fa riferimento anche alla mano che il Nuovo Teatro Sanità ha ricevuto da tutte quelle realtà che in questi anni hanno collaborato col teatro e soprattutto a quella ricevuta dal suo pubblico, che è stato il principale sostenitore del progetto. La mano, con le sue cinque dita, sintetizza visivamente i cinque anni di collaborazioni, progetti, di attività teatrale e culturale costantemente svolta sul territorio del rione Sanità.

La quinta stagione vuole approfondire la strada già tracciata nelle precedenti stagioni, all’insegna della collaborazione, facendola diventare un vero e proprio modello operativo, una nuova forma di organizzazione e produzione teatrale, capace di leggere i tempi moderni e quindi di affrontare le difficoltà economiche attraversate da un settore che in questo momento storico ha bisogno di essere rilanciato nella sua forma organizzativa, artistica e sociale. «Nella convinzione che il teatro esista come materia viva solo nella sua natura aggregatrice – spiega ancora Gelardi –, pensiamo sia necessario tracciare un profilo di teatro più moderno. Vanno inventate nuove modalità di gestione che consentano a questa forma d’arte di sopravvivere. Il teatro è il luogo dell’incontro e sull’incontro con gli altri fonderemo il nostro nuovo progetto». L’identità collaborativa della quinta stagione del Nuovo Teatro Sanità prevede infatti relazioni con 5 realtà culturali del territorio, come per esempio il Goethe Institut di Napoli, con cui il teatro di piazzetta San Vincenzo quest’anno realizza il progetto europeo Cities on the Eedge. L’idea di azione congiunta coinvolge però anche registi del nostro panorama teatrale, come Rosario Sparno e Luciano Saltarelli, che hanno messo a disposizione la loro professionalità, realizzando due nuove produzioni del teatro, Smiley e Il ritorno del Mammasantissima. Ancora, durante la stagione 2017- 18, prosegue il rapporto con la Fondazione Alessandro Pavesi, che ha consentito di dar vita al progetto di formazione sui mestieri del teatro, bottega teatrAle, e con Optima Italia, partner storico del Nuovo Teatro Sanità, che continua a investire sul progetto. D’altronde il Nuovo Teatro Sanità è collocato in un quartiere in cui la collaborazione tra diverse realtà, grazie alla Fondazione di Comunità San Gennaro, ha favorito la crescita di importanti attività del territorio, diventando un vero e proprio faro che vuole sdoganare il quartiere dall’immagine di criminalità da cui è bollato, facendo emergere la bellezza e il talento che caratterizza il rione di Totò.

GLI SPETTACOLI
É la quinta stagione del teatro e il teatro si fa in cinque per poter ampliare il proprio punto di vista, per crescere e migliorare: «Cinque linee guida, cinque percorsi artistici e culturali, ma anche umani, raccontano la crescita di una piccola istituzione culturale, spiega Mario Gelardi. Abbiamo voluto una stagione con meno titoli rispetto al passato, ma più aperta e che vedrà il Teatro Sanità essere il perno di una comunità che lavora per un obiettivo comune. Quella che vi proponiamo è una stagione in divenire, che vuole respirare in sintonia col pubblico e con gli artisti, un percorso che costruiamo e realizziamo insieme a chi ha deciso di seguire un’idea di teatro da reinventare, in cui il contenuto prevalga sul contenitore».

A inaugurare la stagione 2017-18, che prevede 19 titoli in cartellone, una produzione targata Nuovo Teatro Sanità: il 13, 14 e 15 ottobre va in scena RITALS (italiani), spettacolo scritto e diretto da Mario Gelardi, che ha già debuttato al Napoli Teatro Festival Italia. Al centro del racconto scenico, le condizioni di vita degli immigrati italiani in Svizzera negli anni ’60; lo spettacolo è interpretato da Agostino Chiummariello, Riccardo Ciccarelli, Michele Danubio, Antonio Della Croce, Annalisa Direttore, Irene Grasso, Alessandro Palladino, Fabio Rossi, Vincenzo Antonucci, Ciro Burzo, Mario Ascione e Nicola Orefice. Si prosegue il 20, 21 e 22 ottobre, con il nuovo lavoro teatrale di Sarasole Notarbartolo, Capirinha, Caipirinha!, in scena Andrea de Goyzueta, Giovanni Granatina e Fabio Rossi a interpretare storie di triangoli amorosi, legate dal filo rosso del non detto e dell’indicibile. Il 28 e 29 ottobre arriva a Napoli Uno Nessuno Centomila, Enrico Lo Verso porta in scena il romanzo capolavoro di Luigi Pirandello a centocinquant’anni dalla nascita del grande scrittore siciliano, con l’adattamento e la regia di Alessandra Pizzi. Il 3, 4 e 5 novembre il Nuovo Teatro Sanità presenta una sua nuova produzione, affidata questa volta al regista Rosario Sparno, che dirige Smiley di Guillem Clua, “una storia d’amore vissuta con le emoticon e le app per comunicare e incontrarsi”, in scena Carlo Caracciolo, Riccardo Ciccarelli e un coro formato da Vincenzo Antonucci, Ciro Burzo, Mariano Coletti, Giampiero De Concilio, Simone Fiorillo, Gaetano Migliaccio, Nicola Orefice. Ritorna a Napoli, l’11 e 12 novembre, la drammaturgia siciliana di Tino Caspanello che presenta ‘Nta ll’aria, testo dalla lingua rarefatta che fa dell’attesa la sua struttura portante, lo spettacolo è interpretato da Cinzia Muscolino, Tino Calabrò, Alessio Bonaffini. Ancora, il 17, 18 e 19 novembre sul palco di piazzetta San Vincenzo arriva Eduardo Milionario, da Eduardo De Filippo, con l’adattamento e la regia di Antonio De Rosa, interpretato da Massimo Masiello, Matteo Mauriello, Marianita Carfora, Laura Pagliara, Valeria Frallicciardi, lo spettacolo si avvale delle musiche di Antonio Sinagra. Ad aprire il mese di dicembre, l’1, 2 e 3, sarà lo spettacolo di Michele Danubio, Si salvi chi può, testo che racconta con ironia e disincanto i cambiamenti avvenuti negli anni della “società liquida” e quel che resta (e si salva) di sentimenti e legami familiari, in scena oltre allo stesso Danubio, Laura Borrelli, Agostino Chiummariello, Luigi Credendino, Pio Del Prete, Ciro D’Errico, Vittorio Passaro, Rosaria Russo, Roberta Serrano, Ferdinando Smaldone. Il 21, 22 e 23 dicembre, il Nuovo Teatro Sanità si trasferisce al Grand Hotel Parker’s per riprendere il format di successo ideato da Mario Gelardi e Claudio Finelli, Do not disturb – Il teatro si fa in albergo, che, nell’inedita versione natalizia intitolata Five sense, è ispirato appunto ai cinque sensi dell’uomo. Ancora spazio al teatro siciliano, il 26, 27 e 28 gennaio, con Silvio Laviano interprete di Glam city, storia di un ragazzo della Catania degli anni ’70 che sogna di fare il trasformista, il lavoro teatrale è tratto dal romanzo di Domenico Trischitta ed è diretto da Nicola Alberto Orofino. Il 3 e 4 febbraio va in scena Concerto per Sandro Penna di Elio Pecora e Pino Strabioli, che vede in scena, oltre allo stesso Strabioli, Alberto Melone, Gabrio Gentilini e Marcello Fiorini alla fisarmonica. A febbraio 2017, Manlio Santanelli compie 80 anni e Mario Gelardi fa il suo tributo al grande drammaturgo mettendo in scena un suo testo inedito, Domanda di desiderio, interpretato da Federica Aiello e Michele Danubio. Il 23, 24 e 25 febbraio, sarà la volta di Soulbook, testo di Fabiana Fazio sulle deriva della realtà virtuale, oltre alla Fazio, in scena Annalisa Direttore, Valeria Frallicciardi e in video Giulia Musciacco. Si prosegue il 2, 3 e 4 marzo con Il cielo è cosa nostra, scritto e diretto da Francesco Colombo, lo spettacolo mette in scena la storia grottesca di Osso, Mastrosso e Carcagnosso, tre cavalieri spagnoli che nel XIV secolo fondano Mafia, Camorra e ‘Ndrangheta, ed è interpretato da Luisa Borini, Jessica Granato, Riccardo Marotta, Pietro Pace, Daniele Paoloni. Il 10 e 11 marzo arriva al Nuovo Teatro Sanità il pluripremiato testo di Gianina Carbunariu, Kebab, tradotto in sette lingue e già rappresentato in grandi teatri europei come lo Shaubuhne di Berlino, lo spettacolo viene presentato in Italia dalla compagnia AriaTeatro ed è interpretato da Chiara Benedetti, Andreapietro Anselmi, Daniele Ronco, per la regia di Riccardo Bellandi. La storia semplice e terribile di Kebab racconta di tre giovani romeni che decidono di lasciare il loro paese per seguire i loro sogni in Irlanda: Madalina vuole diventare una pop-star, Voicu, guadagnare più soldi e Bogdan, lavorare nel campo delle arti visive. Ancora, il 17, 18 e 19 marzo, la compagnia EnArt porta in scena #ORE3ZERO5, un gioco teatrale nel quale i protagonisti mettono a nudo le loro vite condizionate dal lavoro in una dinamica paradossale e quasi fantozziana; la drammaturgia è Mauro Di Rosa, in scena, oltre allo stesso Di Rosa, Pako Ioffredo, che firma anche la regia. La stagione prosegue il 24 e 25 marzo con lo spettacolo Destinatario sconosciuto, ispirato a un romanzo pubblicato nel 1938 dalla scrittrice statunitense Kathrine Kressmann Taylor, capace di aprire un inquietante squarcio sulle persecuzioni raziali che in quegli anni il regime nazista stava cominciando a mettere in atto; Rosario Tedesco firma l’adattamento e la regia del lavoro teatrale e ne è anche interprete insieme a Nicola Bortolotti. Il 14 e 15 aprile è la volta di Dramma nell’aria, tratto da Jules Verne, l’adattamento del testo è di Fabio Casano, e racconta il bislacco incontro tra il proprietario di una mongolfiera e un megalomane scienziato. In scena Gennaro Maresca, Roberta De Pasquale e Arianna Cozzi, per la regia dello stesso Maresca. Ancora, il 20, 21 e 22 aprile, sul palco di piazzetta San Vincenzo va in scena la nuova drammaturgia di Roberto Russo, Il regalo, storia di Commevuotu e Chivuotu, due amici virtuali così moderni da risultare istantanei come un click, lo spettacolo è diretto da Agostino Chiummariello, in scena, oltre allo stesso Chiummariello, Maria Basile. La stagione si chiude il 12 e 13 maggio, con Atto di Fede, tratto da Il resto della settimana di Maurizio De Giovanni, interpretato e diretto da Paolo Cresta, che ha debuttato nell’ambito della sezione SportOpera del Napoli Teatro Festival Italia.

I PROGETTI
Parallelamente al cartellone ufficiale, alcuni progetti speciali faranno vivere il teatro anche nei giorni infrasettimanali. Mercoledì 18 ottobre parte Racconti d’inverno, progetto ideato da Carlo Caracciolo, per rendere ancora più vivo e partecipativo lo spazio del Nuovo Teatro Sanità. L’idea è quella di unire il teatro alla letteratura, per recuperare alla modernità l’arte antica del racconto. Ad accogliere le serate, sarà il palcoscenico di piazzetta San Vincenzo che per l’occasione diventa spazio comune ospitando pubblico, attori e scrittori, per vivere un’esperienza -all’insegna della condivisione e dello scambio. L’appuntamento è fissato il mercoledì sera, alle ore 22.00, dopo cena, come al tempo dei racconti intorno al fuoco, in compagnia di un thè caldo. Si parte il 18 ottobre con Cristina Donadio che legge Ma quale amore di Valeria Parrella; il 25 ottobre, Lalla Esposito dà voce al racconto di Viola Ardone, Il grande struzzo; e ancora, l’8 novembre (eccezionalmente alle ore 21.00), sul palco ci sarà lo scrittore Diego de Silva, con Stefano Giuliano al sassofono e Aldo Vigorito al contrabbasso, che presenta il suo ultimo libro, Divorziare con stile; il 15 novembre, Cristiana Dell’Anna legge Strafottenza della meccanica di Newton di Davide Morganti; mentre il 22 novembre, le voci di Carlo Caracciolo, Andrea Di Maria e Irene Grasso, faranno vivere le parole del racconto di Mario Gelardi, A quaranta metri da terra. Il 13 dicembre, Adriano Pantaleo legge Io sono un uomo di Giuseppe Miale di Mauro; mentre il 20 dicembre sarà la volta di Marcello Romolo, che interpreta il racconto Un’ora e mezza della scrittrice Patrizia Rinaldi; si prosegue con Riccardo Brun e il suo Ballata del tuo ritorno a casa, letto da Giampiero De Concilio e si conclude il 10 gennaio con La Napoli di Maurizio De Giovanni, letto da Renato Carpentieri.

Dal 19 al 21 gennaio parte la seconda edizione del progetto On stage h24, a cura di Carlo Caracciolo e Fabiana Fazio. Prendendo spunto da quello che si chiama Kino Kabaret, ossia un evento, in genere della durata di una settimana, in cui film-maker da tutto il mondo si incontrano in un luogo e girano cortometraggi in tempi brevissimi, nasce l’idea di creare qualcosa di simile che abbracci però l’ambito teatrale. Nella seconda fase, che si svolgerà tra aprile e maggio 2018, i due spettacoli vincitori della prima edizione saranno in scena nella stagione del Nuovo Teatro Sanità. Il 6, 7 e 8 aprile si parte con Protocollo XY di Bruno Barone e Giovanni De Luise, interpretato dallo stesso Barone e da Fernanda Pinto, Santa Verde, Serena Ferraiulo, Simona Pipolo per la regia di Bruno Barone. Il 25, 26 e 27 maggio, sarà la volta di Flat 401, scritto da Giovanni De Luise, che vede in Chiara Vitiello, Fabiana Spinoza, Federico Antonello, Valentina Iniziato, per la regia di Filippo Stasi.

Dal 19 al 20 maggio va in scena sul palco del Nuovo Teatro Sanità lo spettacolo Il ritorno del Mammasantissima di Luciano Saltarelli, frutto del laboratorio svolto dall’attore e regista con la compagnia giovane del teatro. Il testo prende liberamente spunto dal film Il Mammasantissima, del 1979, diretto da Alfonso Brescia, con protagonista Mario Merola che interpretava Don Vincenzo Tramontano, un capo- rione molto amato perché amministra il quartiere secondo il suo codice morale, dalla parte dei deboli e contro i prepotenti. A proposito del progetto di formazione che precederà la messinscena dello spettacolo, Luciano Saltarelli spiega: «Il progetto EMME nasce dalla volontà di collaborare con la preziosissima fucina di talenti del Nuovo Teatro Sanità, dove fortissimo è il legame col quartiere di residenza e con le sue dinamiche sociali. La fase di messa in scena includerà, pertanto, una decisa fase laboratoriale, in cui il testo e l’allestimento saranno oggetto di lavoro e costruzione comune».

Continua inoltre la collaborazione con il Goethe Institut di Napoli, che quest’anno ha coinvolto il Nuovo Teatro Sanità in uno straordinario progetto culturale, Cities on the Edge, ideato dai Goethe Institut di Napoli e Marsiglia e indirizzato a giovani attori o aspiranti tali, con l’intento di creare una rete a livello europeo di contatti tra artisti, mettendo in relazione Italia, Francia e Germania, offrendo esperienze che qualifichino i giovani nel loro lavoro artistico. Il progetto rappresenta un’occasione unica di formazione, di scambio creativo e interdisciplinare: i giovani artisti avranno la possibilità di viaggiare nelle altre due città entrando in contatto le diverse realtà culturali e artistiche. Alla fine del progetto, che ha la durata di due anni, verranno realizzate tre produzioni teatrali, che saranno presentate al pubblico alla fine del progetto.

L’OBBIETTIVO
Una stagione progettuale, quella presentata dal Nuovo Teatro Sanità, fatta di relazioni, progetti, scambi, che vanno a costruire un’idea di teatro partecipativa, un’idea di cui il collettivo ntS’ si fa carico dopo una quarta stagione che ne ha riconosciuto il valore con diverse attestazioni: «La nostra quarta stagione è stata entusiasmante – racconta Gelardi –, la compagnia del Nuovo Teatro Sanità ha partecipato a manifestazioni di grande prestigio come il Napoli Teatro Festival Italia, e ancora, nel dicembre scorso, al progetto della Fondazione Campania dei Festival, Quartieri di vita, a luglio al Festival dei Due mondi di Spoleto. Un anno carico di emozioni, che ha visto il nostro palcoscenico ospitare personalità di grande rilievo del panorama teatrale nazionale. Un anno in cui abbiamo goduto di una grande visibilità, grazie al progetto La paranza dei bambini, che ci ha visti al fianco di Roberto Saviano prima nel tour di presentazioni del libro e poi nella realizzazione della trasposizione teatrale dell’opera. Tra le attestazioni più importanti che abbiamo ricevuto, sicuramente vorrei ricordare che il premio Giuseppe Fava».
Giunto alla quinta stagione, il Nuovo Teatro Sanità cerca anche una sua definizione burocratica come vero e proprio teatro e non più come chiesa che ospita un teatro. Un cammino che per ora non sembra ancora trovare una conclusione. Per cui il quinto anno di attività sarà un work in progress per realizzare un passo decisivo, che sarà possibile effettuare solo grazie alle istituzioni: «Andiamo avanti consapevoli che c’è un atto decisivo da compiere – conclude Gelardi – e l’impegno a realizzarlo è soprattutto nei confronti di chi in questi anni ha creduto nel nostro lavoro culturale, entrando in connessione con noi. Desideriamo realizzare un nuovo teatro, “il teatro cucito su misura per te”, recita il sottotitolo della nostra quinta stagione, riferendosi al nostro pubblico: ma il nostro desiderio più grande, in questo nostro quinto anno di attività, è quello di poter realizzare anche “il teatro cucito su misura per noi”, che formalizzi cioè l’esistenza di una nuova realtà culturale, operante in uno spazio teatrale non convenzionale, una realtà sì giovane, ma che in pochi anni ha tracciato la propria identità, un’identità moderna, caratterizzata da un inesausto desiderio di crescere, cambiare forma e rinnovarsi in relazione agli stimoli ricevuti dalla comunità che di questo teatro ha deciso di far parte».

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