Lo scrittore Marco Sessi ci presenta il suo ultimo romanzo: “Ti guardo”. Un romanzo che vede come protagonisti due giovani amici: Mattia e Vanni. Il primo, simpatico e irriverente, è un bambino prodigio, che gli risulta tutto facile, senza alcun sforzo. Il secondo invece, ha già le idee ben chiare e sa già come vorrà costruirsi il futuro. Un giorno, Mattia, parte per il servizio militare ma al suo rientro però la situazione appare subito tragica: il ragazzo è totalmente cambiato in quanto si è ammalato di una forma grave di depressione. Soltanto grazie all’amico Vanni, Mattia troverà la forza di reagire. Un romanzo toccante ed emozionante, che va ad affrontare una tematica attuale e forte: l’amicizia e il vero significato che essa possa avere nella vita di tutti noi.
Come nasce l’idea del libro?
“Il libro nasce grazie al testo di una canzone scritta da Vanni Cigarini. Sono andato ad una sua serata e una canzone in particolare mi ha suscitato interesse. Parlando del perché avesse scritto quelle parole, Vanni mi ha raccontato di un avvenimento realmente accaduto e da qui è nata l’idea di romanzare la storia. Dopo aver riordinato le idee, abbiamo provveduto alla stesura del romanzo”.
Com’è stato lavorare con Vanni?
“Interessante. Perché sia io che lui usiamo le parole, ma in due modi differenti: Vanni scrive canzoni e i messaggi che intende trasmettere devono arrivare all’ascoltatore nel giro di 3 / 4 minuti, quindi deve essere diretto e sintetico, mentre io no, lo posso fare anche in 250 pagine. Quindi ci siamo confrontati, abbiamo fatto delle ricerche su come procedere con la storia e siamo partiti. Ho anche imparato una cosa nuova, per me: le parole hanno un suono ed è stata una bella scoperta, in quanto mi era sconosciuta questa peculiarità e abbiamo cercato di trasmetterla nel romanzo”.
Come nasce l’amicizia tra i due protagonisti?
“Sia Mattia che Vanni vivevano nella stessa frazione, uno di fronte all’altro, e il loro ritrovo era la pista di pattinaggio. Mattia aveva un dono, leggeva un testo e subito lo imparava a memoria, ma le cose cambiarono durante il servizio militare. Lì si scontrò con un ambiente ostile ed iniziarono i problemi caratteriali; al suo ritorno, Mattia non era più lo stesso. Inizia così un percorso irto di difficoltà, ma Vanni, amico fraterno di vecchia data, lo supporterà per tutta la vita, dandosi una mano a vicenda”.
Due amici che si tendono sempre la mano. Cosa pensa ci sia di differente con le amicizie di oggigiorno?
“Non sono più come quelle di una volta, decisamente. L’inizio di questo romanzo è ambientato negli anni ’80 e allora non esisteva né internet né i telefonini, ma per avere relazioni ti dovevi incontrare fisicamente nello stesso posto, appunto, in questo caso, la pista di pattinaggio. Oggi invece i contatti avvengono soltanto tramite i social, e ciò ha fatto sì che il contatto umano si sia azzerato. È rimasta soltanto la parola scritta, niente più sguardi d’intesa”.
Secondo lei, potremmo migliorare o peggiorare?
“Io spero che possa esserci un miglioramento. Leggendo i giornali e alcune interviste, ho notato che qualcuno sta tornando indietro e cerca di diminuire l’uso dei social e dei telefonini. Ma la società ci porterà sempre di più ad avere dei contatti “mordi e fuggi”, come per esempio l’innovazione dell’intelligenza artificiale, che, per quanto possa essere d’aiuto farà perdere ancora di più la fantasia e il contatto umano”.
In che momento nasce la passione per la scrittura?
“Nasce intorno ai 14/15 anni. Ho sempre letto i romanzi e mai i fumetti. È stato un lento maturare e crescere. Dentro di me sentivo questa voglia di scrivere. Sono partito con dei racconti e sono arrivato all’ottavo libro”.
Di cosa trattano i suoi precedenti lavori editoriali?
“Il libro d’esordio, scritto con un mio caro amico, parla di sport, suddiviso in tanti racconti sportivi, mentre il secondo parla di una storia di ragazzi abbandonati in una Roma distopica. Poi, due romanzi gialli ambientati a Correggio, due romanzi d’avventura ambientati in America e, anche un romanzo di formazione scritto insieme ad una persona che fa il coach. ”.
Qual è il suo genere preferito letterario e qual è l’elemento fondamentale che non deve mai mancare nei libri?
“I gialli, da Agatha Christie a Conan Doyle ed anche autori contemporanei Italiani e mi piace leggere libri di scrittori non professionisti. Nei miei romanzi cerco sempre di mettere qualcosa di reale, Correggio per esempio, la mia città e poi inserisco delle notizie di cronaca che vado a sviluppare nei mesi o anni successivi, rispetto a quando sono accadute. Anche se si legge un romanzo di fantasia, il lettore deve essere coinvolto da qualcosa di reale, così da farlo entrare ancor di più nella storia. A mio avviso nei romanzi non devono mancare riferimenti a luoghi o situazioni nei quali ci si può imbattere nella vita di tutti i giorni e devono esserci dei personaggi di spessore, che danno forza alla storia”.
Ha fatto delle presentazioni sul suo romanzo? E cosa si nasconde dietro il titolo “Ti guardo”?
“Il romanzo era presente alla fiera di Torino e abbiamo già fatto sette presentazioni. A fine Novembre saremo in una biblioteca a Reggio Emilia e forse avremo la possibilità, nel 2024, di portare il romanzo nelle scuole e diffondere il messaggio dell’amicizia e di che cosa comporta essere “veri” amici: affrontare e superare tutte le difficoltà che la vita ci mette davanti. Dietro al titolo c’è il “ti guardo” come un gesto d’intesa, uno sguardo che va oltre le parole perché tra amici è sufficiente un’occhiata per capirsi”.
Ha in mente di scrivere altri romanzi?
“Sì, un altro romanzo giallo, (2° al concorso nazionale Giallo Trasimeno), sempre ambientato a Correggio, ma è in attesa di un editore, poi vorrei cimentami in qualcosa di diverso, rispetto a quello che ho fatto fino ad ora, ma l’idea me la tengo per me, non vorrei farmela “rubare”.
















