NAPOLI (Di Anna Calì) – C’è chi descrive Napoli e chi la abita tra le righe. Raffaele Di Leva fa entrambe le cose. Nei suoi tre romanzi – “Gli incontri del destino”, “Mi concederesti un ballo?” e “Mi concederesti ancora un ballo?” – la città non è solo sfondo, ma coprotagonista viva e pulsante: dai tramonti sul lungomare Caracciolo alle strade di Fuorigrotta, passando per la poesia dei gesti quotidiani. In queste storie, l’amore nasce e si consuma tra giovani donne e uomini che si incontrano sul filo teso tra passioni e paure, tra arte e pallanuoto, tra sogni e ferite.
La scrittura di Di Leva è intima, quasi confessionale, e intreccia con grazia la riflessione introspettiva con la narrazione sentimentale. Lo sport, in particolare quello femminile, con il personaggio di Cristina, capitano del Setterosa, diventa veicolo di forza, determinazione, desiderio di riscatto. L’amore, invece, è visto come una forza semplice ma dirompente, capace di sovvertire ritmi e vite, come un’onda che arriva all’improvviso nel mare della quotidianità.
In questa intervista, l’autore si racconta con autenticità: ci parla della sua routine di scrittura, dei suoi luoghi del cuore e dei suoi progetti futuri. Ma soprattutto ci accompagna nel suo mondo fatto di parole, emozioni e di una Napoli che non smette mai di sorprendere.
Dott. Di Leva Napoli è molto più di uno sfondo nei suoi romanzi: è un vero e proprio personaggio. Cosa rappresenta per lei questa città e come influisce sulla scrittura delle sue storie?
“Napoli rappresenta tutto per me, per la mia vita privata, nel quotidiano e in ambito editoriale. In effetti, non rappresenta solo uno sfondo meramente paesaggistico o coreografico in cui sono ambientate la maggior parte delle vicende sentimentali; rappresenta un vero e proprio coprotagonista con i suoi pro e i suoi contro, come del resto accade per ogni città.
Influisce tantissimo sulla scrittura da un punto di vista narrativo in quanto il mio obiettivo è quello di arrivare a ogni lettore conducendolo per mano in giro per la città all’ombra del Vesuvio, Fuorigrotta, Pozzuoli, il lungomare Caracciolo.
Al tal proposito, vorrei arrivare a conquistare il cuore sia di un lettore che vive a Napoli sia di un lettore che non è mai stato a Napoli. Nel primo caso sarebbe fantastico permettere a un lettore di Napoli di immedesimarsi in qualche posto descritto tra le pagine dei romanzi; nel secondo caso sarebbe stupendo e, al tempo stesso, ambizioso consentire a chi non è mai stato a Napoli di immaginare nella propria mente le location in cui sono ambientate le scene”.
Nei suoi romanzi l’amore nasce tra personaggi immersi in mondi apparentemente diversi: l’ingegneria, l’arte, lo sport, eppure capaci di incontrarsi. Che idea di relazione sentimentale vuole trasmettere attraverso le tue narrazioni?
“L’amore in tutte le sue infinite sfaccettature, l’amore visto come forza motrice dell’universo, l’amore con i suoi punti di forza e i suoi punti di debolezza, come accade in qualsiasi relazione sentimentale, ma soprattutto l’amore nella sua “semplicità” e “genuinità” nel senso più nobile del termine”.
Scrittura e introspezione sembrano camminare di pari passo nei suoi libri. Quanto di personale c’è nei pensieri e nelle emozioni dei suoi personaggi?
“C’è tanto di personale nei miei romanzi e soprattutto nei personaggi sia maschili che femminili. È fantastico quando un lettore ti incontra per strada o ti scrive in privato per dirti di aver riconosciuto la tua personalità, i tuoi modi di pensare o di agire in un personaggio o in un altro. Ad esempio, nel secondo romanzo “Mi concederesti un ballo?” e nel terzo romanzo “Mi concederesti ancora un ballo?” c’è un legame indissolubile col protagonista Francesco Castaldo che rappresenta me per un buon 80%… poi toccherà al lettore capire quanto di me sia presente concretamente nelle pagine dei romanzi e quanto sia stato romanzato!”
Cristina è una giovane pallanuotista e capitano del Setterosa: da dove nasce la scelta di dare così tanto spazio allo sport, e in particolare a una figura femminile così forte?
“Adoro la pallanuoto femminile e ho cercato di condurre i lettori ma soprattutto le lettrici a scoprire pian piano le regole base di questo sport che è tanto affascinante quanto fisico e di impatto in vasca e, purtroppo, non ancora tanto seguito come altri sport quali il calcio, il basket o il tennis. Sarebbe bello consentire a una ragazza di immedesimarsi nei panni di Cristina, nel vivere sulla propria pelle la tensione prima, durante e dopo una gara agonistica e coltivare passioni e relazioni sentimentali nella vita di tutti i giorni tra studio, allenamenti, gare, amici, famiglia e amori da vivere a 360°”.
Musica, pittura, fotografia: l’arte è un’altra costante dei suoi romanzi. Che ruolo gioca l’arte nella sua vita e come riesce a farla dialogare con la narrazione?
“L’arte al pari della musica e della fotografia rappresentano una presenza costante sia nei miei romanzi che nella mia vita privata. Attraverso le descrizioni minuziose dei paesaggi o di qualche struttura architettonica cerco di condurre per mano il lettore a vivere le sensazioni che provo io ogni volta nell’ammirare qualcosa di artistico, musicale o grafico”.
Nei suoi romanzi il tempo ha un ritmo particolare: l’inizio di una relazione, un ballo, un viaggio tra le città… Quanto conta per lei l’“istante” nella costruzione di una storia?
“L’”istante” è fondamentale per me ma anche nei miei romanzi, soprattutto ripensando a quando scatta la scintilla tra i due protagonisti o alla dimensione del tempo stesso che sembra dilatarsi quando lui e lei non stanno insieme ma si pensano in continuazione nell’attesa di rivedersi e, quando questo accade, il tempo “percepito” insieme appare più breve del tempo effettivamente “vissuto”.
Qual è la sua routine di scrittura? Ha dei rituali, dei luoghi preferiti, magari affacciati proprio sul Golfo di Napoli?
“Solitamente scrivo molto nei weekend. Invece, durante la settimana mi dedico di più a revisionare quanto scritto nei giorni precedenti o a raffigurare e immaginare nella mia mente ciò che sarà scritto nei giorni successivi. Uno dei miei luoghi preferiti è senz’altro il lungomare Caracciolo dove prendo spesso spunto dai passanti o semplicemente guardando il mare e le isole del Golfo di Napoli in lontananza, magari durante un meraviglioso tramonto”.
Ci sono nuovi progetti narrativi in cantiere? Magari un cambio di genere, o nuovi personaggi che bussano alla sua porta?
“C’è qualcosa che bolle in pentola e altri sogni nel cassetto da realizzare in ambito editoriale. Continuerò con il romanzo rosa, a cui mi sono affezionato tanto, ma ci sarà anche un graduale cambio di genere verso altre tipologie narrative e stilistiche senza allontanarsi drasticamente dal genere “rosa”.