NAPOLI – “É un vero e proprio assalto quello che si sta consumando in queste ore, i Caf sono il termometro per misurare la disperazione delle famiglie che tragicamente sono in difficoltà e vogliono richiedere i bonus erogati dal Governo, ma noi non riusciamo a lavorare perché subiamo ripetutamente aggressioni verbali e atti vandalici all’interno dei nostri sportelli “.

Vincenzo Caniglia, Segretario Generale e Presidente del Sindacato Silced Zerocarta Caf, lancia l’allarme per quanto si sta registrando negli ultimi giorni presso le sedi Caf di ogni sigla sindacale. “Mi faccio portavoce della problematica, ma come me tanti colleghi in ogni regione di Italia sono vittime.

La Campania e il Sud in generale ne pagano il prezzo più alto poiché se da un lato i governatori hanno messo in campo una serie di misure economiche per aiutare i cittadini, dall’altro non hanno pensato che tra questi una larga fetta non é in grado di accedere in mood telematico per la compilazione delle domande da presentare non pensando però che molti non riescono a fare l’ accesso telematico per le domande da presente. In tanti come noi sono costretti a subire senza ricevere alcuna protezione, é un’emergenza nell’emergenza – ha evidenziato”.

“Garantiamo la sicurezza dei nostri dipendenti ed incaricati Sindacali attraverso le protezioni (guanti, mascherine, pannello in plexiglass), negli uffici é consentito l’accesso ad una sola unità per volta e solo dopo aver igienizzato le mani con il gel apposito, ma purtroppo siamo indifesi dinanzi ai cittadini disperati che più volte aggrediscono verbalmente gli operatori e minacciano di devastare i locali con atti vandalici”- ha spiegato .

“Noi siamo qui per offrire un servizio gratuito e lo facciamo nel rispetto di ogni norma, chiediamo però che vengano anche predisposte misure che vadano a tutelare tutti coloro che operano nei Caf. Comprendiamo che le Forze dell’Ordine sono impegnate nel controllo dei territori, chiediamo quindi un supporto alla Regione affinché si identifichi una figura che possa essere un deterrente contro la violenza gratuita, sicuramente frutto della disperazione”.

“Lo Stato ancora una volta lascia soli gli operatori di Caf e patronati chiudendo i propri sportelli Inps – ha incalzato Caniglia – vorrei ricordare che senza il nostro operato la gente resterebbe abbandonata alla disperazione e lo stesso Stato non potrebbe garantire l’assistenza necessaria ai cittadini. Il nostro ruolo è sempre più mortificato dai tagli e dalla poca attenzione ai rischi che si corrono” – ha poi concluso annunciando che chiederà al presidente della Consulta dei Caf di farsi portavoce delle richieste degli operatori.

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