NAPOLI – Per le costruzioni, che in Campania rappresentano in termini di investimenti l’8,7% del Pil regionale e occupano il 29,3% degli addetti nell’industria, la pandemia è stata una doccia fredda. A testimoniarlo è il nuovo strumento di analisi messo a punto dal centro studi Ance “Scenari regionali dell’edilizia per la Campania” commentato oggi da Francesco Izzo, ordinario di Strategie e management dell’innovazione dell’Università “Vanvitelli”. Il centro studi Ance guidato da Flavio Monosilio, sulla base dei dati elaborati con Prometeia, stima per il 2021 una crescita degli investimenti in costruzioni dell’8,5% a fronte di un calo del 9,5% registrato nel 2020 e un rimbalzo positivo del Pil regionale del 3,7% contro il -8,4% del 2020.

“Il mio auspicio – ha evidenziato la presidente dell’Acen, Federica Brancaccio – è che il settore riparta, insieme a una più organica crescita economica della città e della regione, consolidando le previsioni nel medio termine, anche alla luce dell’auspicata semplificazione amministrativa, che dovrebbe consentire un’efficiente spesa dei fondi Ue 2014-2020”.

Dai dati si evince che l’emergenza sanitaria ha inciso molto sulle opere pubbliche in Campania, determinando un rallentamento sia delle iniziative in corso sia di quelle in programma. I dati dei bandi di gara per lavori pubblici, dopo un biennio 2018-2019 che aveva segnato un recupero rispetto al minimo storico della domanda di lavori pubblici raggiunto nel 2017, tornano a segnare un risultato negativo nel 2020. Con circa 1.500 gare pubblicate per un ammontare corrispondente di 2mld, si registra una flessione del -10,4% in numero e del -20% in valore rispetto al 2019. La contrazione si riflette in tutti i tagli di lavori, ad eccezione della crescita nel numero dei bandi di importo superiore ai 20mln. “Per il corretto utilizzo dei fondi previsti nel Recovery Plan e per il rilancio del settore delle costruzioni è imprescindibile l’obiettivo della sburocratizzazione attraverso la semplificazione. In tal senso sono indispensabili almeno due riforme: quella della Pubblica amministrazione e quella della Giustizia” ha aggiunto Gennaro Vitale, presidente dell’Ance Campania.

Sul fronte dell’occupazione, i dati del 2020 fanno emergere una netta flessione delle ore lavorate in Campania, con un – 9,7%, e la massa salari che scende dell’8,42%. La differenza nei valori è imputabile al ricorso alla cassa integrazione “Covid”, a partire da marzo 2020. I dati di Napoli non si discostano dal trend regionale, con le ore lavorate che segnano un –10.36% e la massa salari che scende del 9,41%.

La pandemia ha condizionato anche il mercato immobiliare residenziale. Il numero di abitazioni compravendute in Campania, infatti, flette dell’11,2% rispetto all’anno precedente. Quadro peggiore nella provincia di Napoli, dove le compravendite si riducono del 14,1% e nel perimetro della città di Napoli si registra un -14,8% rispetto al 2019.

Segnali positivi arrivano invece dai bonus fiscali mirati all’efficientamento energetico e alla messa in sicurezza del territorio. Il Superbonus 110% sta registrando successo, come testimonia il monitoraggio dei dati Enea-Mise: 136 mln in Campania per 900 interventi fino al 17 maggio 2021. “Sono ottimista – ha detto il vice presidente Ance, Rudy Girardi, osservando i dati dello studio – il Superbonus dovrebbe offrire opportunità alle piccole e medie imprese, così come il PNRR, con programmi di più ampio respiro, dovrebbe incontrare l’offerta delle medie e grandi imprese. Per l’affermazione di questa misura – ha concluso – confidiamo nell’intervento del Governo, affinché si semplifichi il macchinoso processo autorizzativo”. Le aspettative, infatti, sono tuttora legate all’ottenimento di una proroga della misura a tutto il 2023 e alle annunciate semplificazioni su cui pare concordino tutte le forze politiche.

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