NAPOLI – “Le imprese italiane hanno investito molto in quello che riguarda l’economia circolare e l’utilizzo delle materie prime di cui il nostro Paese è sprovvisto, ma in cui è molto attento in tema di sprechi. Transizione significa dotarsi di quegli impianti ecologici che sono necessari, questo anche per quello che riguarda l’uso efficiente dell’energia. Il Ministero non si chiama più dell’Ambiente, ma della Transizione ecologica, è chiara quindi la direzione da intraprendere”. Lo ha dichiarato Maria Cristina Piovesana di Confindustria in occasione un evento parallelo al G20 Energia e Clima di Napoli, organizzato da WEC (World Economic Forum) Italia e Globe Italia, in collaborazione con la cattedra di Diritto dell’Energia dell’Università Federico II e con le partnership di Formiche, CNH Industrial, Coca Cola HBC, Comieco, Conai, Contarina, Edison, Fise Assoambiente, Saipem, Snam, Terna, IIT, Ispra.
“Roma e Parigi infatti chiedono delle revisioni delle proposte, in particolare delle Fit for 55. Questi nuovi obiettivi andranno a incidere notevolmente sull’assetto produttivo. Stiamo parlando di transizione che in quanto tale deve avvenire nei giusti tempi e modi, se infatti aderissimo a occhi chiusi a queste proposte, diverse imprese si troverebbero fuori mercato. Perché ci sia ancora speranza e sviluppo in Europa, è giusto essere ambiziosi ma devono essere fatte le giuste mosse, avendo la consapevolezza di ciò che si è, e di quanto si sia rilevanti nell’abito del cambiamento climatico. L’Italia incide per un 1% nelle emissioni di Co2”, ha concluso il suo intervento Piovesana.
Nell’ambito del talk è intervenuto il top management di varie imprese e associazioni che hanno discusso delle opportunità legate alla transizione energetica.
Francesco Balestrino di Saipem, ha dichiarato: “L’innovazione tecnologica è essenziale per sviluppare progetti in ambito rinnovabile, ad oggi l’idea di Saipem è quella di partire dalle esigenze dei territori”.
Fabrizio Iaccarino di Enel ha osservato: “Noi siamo impegnati a chiudere i nostri impianti a carbone che oggi sono solo 5 in Italia”.
Alessandro Sabbini di Eni ha invece parlato di “Open, una piattaforma digitale che consente alle società di creare rispondendo a delle domande, di creare un proprio percorso verso la sostenibilità. È un esempio concreto di come le grandi aziende possano guidare verso una crescente sostenibilità”.
Simone Nisi di Edison ha aggiunto: “Oggi a Napoli simboleggiamo il senso di vicinanza alle tematiche discusse dai grandi del mondo al G20, e stiamo disegnando le prospettive che dovranno accompagnare le nuove generazioni”.
Domenico Maggi di Snam ha argomentato come “il sistema energetico del futuro si basa sul sector integration. Snam vuole concentrarsi su una molecola verde, 7.4 miliardi sono impiegati in questo processo. Stiamo lavorando con 122 operatori per immaginare l’hardware del futuro, finalizzato al trasporto dell’idrogeno”.
“Abbiamo presentato il 12 luglio uno studio fatto con i principali partner europei, Terna lavora con tutte le altre società che si occupano di gestire il sistema elettrico e mantenere l’equilibrio tra generazione e consumo”, ha invece notato Guido Guida di Terna.
“Siamo pionieri del Gnl con Iveco e al momento stiamo sviluppando la mobilità elettrica, e nel 2025 metteremo in commercio camion a idrogeno”, ha infine concluso Andrea Ciommi di CNH Industrial.

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