NAPOLI – Lo strumento del reddito di cittadinanza non sembra esser davvero servito agli scopi di consentire il deceleramento dei processi di esclusione e di emarginazione sociale e favorire la competitività del lavoro.
Introdurre un sussidio sganciato dal lavoro salariato ha addirittura portato a effetti inversi rispetto a quelli desiderati, ossia a una diminuzione dell’offerta di lavoro, specie con riferimento agli impieghi meno qualificanti.
I costi, insomma, superano i benefici.

Certamente il primo limite è stato dato dal mancato adeguamento funzionale dei Centri per l’impiego, oggi in affanno anche per carenza di organico, passaggio necessario fin dall’adozione della misura di sostegno eppure ampiamente sottovalutato.
Si aggiunge l’esposizione a fenomeni elusivi (sono tantissimi i percettori che contestualmente svolgono attività lavorativa in nero).

Meritocrazia Italia ha già avanzato le proprie proposte per il ripensamento del sistema degli ammortizzatori sociali e del reddito di cittadinanza, da mutare in sistema di ‘reddito di inserimento’ in funzione di recupero di una concreta politica e attività di avviamento al lavoro e con previsione di durata non superiore ai 18 mesi.

Occorre, però, puntare anzitutto sull’efficientamento dei Centri per l’Impiego.
Si potrebbe pensare, in questo senso, di sfruttare le competenze delle frammentate agenzie di lavoro interinale, mettendo a disposizione dei Centri per l’Impiego i loro corposi database (ove, da oltre 20 anni, confluiscono offerte di lavoro di tutto il territorio nazionale), con adeguati accordi negoziali. Sarebbe sufficiente costruire uno sharepoint condiviso di dati, coniugando il sistema dei Centri dell’impiego entrato a regime con quello dei privati, anche semplicemente per le sole offerte. Dopo una prima fase di sperimentazione, si dovrebbero far confluire i dati in un unico database centrale.
L’abbinamento tra domanda e offerta di lavoro sarebbe di molto agevolata se convogliato in catalizzatori (prima sharepoint e poi in un single entry point) gestiti a livello unitario-nazionale, settore per settore.

Si propone altresì di
– ampliare gli incentivi previsti per chi assume percettori di reddito di cittadinanza, con semplificazione nell’applicazione e risparmio effettivo per le aziende;
– implementare il ricorso ai percettori da parte degli enti locali per lo svolgimento di attività di interesse collettivo, sin dalla prima del sussidio;
– prevedere un sistema di trasmissione dei dati di offerta lavoro delle agenzie al sistema centrale del ANPAL nazionale, abbattendo in tal modo anche il fenomeno della fittizia intermediazione.

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