NAPOLI – Semplificazione normativa, investimenti nell’impiantistica, trasparenza dei processi, coinvolgimento dei cittadini, un futuro sempre più declinato in chiave green: sono i punti cardine approfonditi oggi nel corso della seconda Giornata del Green Symposium, la tre giorni di lavori al Museo di Pietrarsa, a Napoli, promossa da Ricicla.tv e Conai in partnership con Ecomondo per favorire l’incontro tra istituzioni, Associazioni di imprese, Consorzi e cittadini sui temi strategici dell’ambiente, del ciclo virtuoso dei rifiuti e delle opportunità fornite dai fondi europei per il post pandemia.
Primo punto nodale, il ruolo delle Agenzie ambientali: “Per il loro know how e la vicinanza al territorio – ha sottolineato Alessandro Bratti, direttore generale di Ispra – sono in grado di aiutare nei processi autorizzativi, di fornire un contributo in fase di costruzione delle autorizzazioni e di controllo. Queste strutture devono garantire che l’impiantistica venga realizzata nella migliore maniera possibile, definendone bene gli impatti e spiegandolo bene ai cittadini. Il ruolo delle Agenzie è fondamentale per vincere quella diffidenza nella cittadinanza rispetto alla costruzione degli impianti. E’ prioritario – ha aggiunto Bratti – un investimento importante al sud sull’industria innovativa che possa portare ad un’impiantistica industriale e di recupero degli scarti”.
La necessità di investire nel recupero e nella valorizzazione di specifiche tipologie di rifiuti è stata al centro dell’intervento di Giorgio Arienti, general manager Erion: “l’Italia negli ultimi anni ha fatto diversi passi avanti in termini di raccolta dei Raee, i rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche. Ma c’è ancora tanta strada da fare. I Raee sono una risorsa preziosa ed un problema ambientale perchè contengono sostanze inquinanti che devono essere correttamente rimosse. Per incrementarne la raccolta serve aumentare la consapevolezza sulla necessità di svolgere una raccolta differenziata anche di questa tipologia di rifiuti. Occorre inoltre moltiplicare le occasioni di raccolta che il cittadino ha a disposizione e, infine, e questa è una responsabilità dello Stato e di chi ha il dovere di controllare le filiere di trattamento di rifiuti, scovare i raee che vengono intercettati da soggetti che non hanno l’autorizzazione al trattamento”.
Federico Dossena, dg di Ecopneus, ha sottolineato la necessità di rafforzare la ‘rete’ tra i diversi attori dei processi di tutela dell’ambiente. Una tendenza che appare sempre più in grado di innescare processi virtuosi con elevate ricadute in termini di miglioramento della vivibilità, a partire da territori caratterizzati da una forte incidenza di problemi ambientali: “nel protocollo sulla Terra dei fuochi – ha sottolineato – siamo riusciti a dimostrare che la collaborazione tra privato e pubblico funziona, perchè riesce a declinare sui cittadini un messaggio positivo laddove il rifiuto abbandonato viene raccolto e trasformato in un’applicazione fruibile dal cittadino come un campo di calcio, di pallavolo. C’è quindi un ritorno di immagine di ciò che era gestito male che viene trasformato in qualcosa di buono”.
Presente, ma soprattutto futuro, dei processi di lavorazione dei rifiuti hanno caratterizzato l’intervento di Giovanni Vivarelli, presidente Acea Ambiente: “la ricerca e lo sviluppo sono elementi essenziali per l’innovazione tecnologica nel campo del trattamento dei rifiuti. Oggi si affacciano nuove tecnologie e nuovi rifiuti da poter lavorare, a partire dalle batterie delle macchine elettriche e dai pannelli fotovoltaici”.
Secondo Vivarelli “investire al Sud è un’opportunità che le multiutility devono cogliere per portare sviluppo, occupazione, tecnologie, processi. In una sola parola: sostenibilità. Il Sud ha bisogno di impianti non solo tradizionali ma anche innovativi”.
Green come scelta strategica alla base della grande sfida rappresentata dai fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza è l’assoluta priorità secondo Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente: “Il Pnrr più volte parla del divario nord sud e crediamo che sia una grande opportunità da cogliere. Le risorse europee devono essere spese per realizzare quei depuratori che ancora mancano, quegli impianti dell’economia circolare che sono ancora deficitari in questa parte del Paese. Queste risorse devono trasformarsi in cantieri per produrre posti di lavoro, realizzare infrastrutture”. Il numero uno dell’associazione ambientalista evoca una ‘rivoluzione ecologica’ del sud “che deve invertire il senso delle migrazioni: fino ad oggi i tecnici delle energie sono andati a lavorare nel centronord, con questi investimenti speriamo si possa innescare una migrazione inversa”.