Con un’ordinanza depositata il 13 giugno, la Corte di Giustizia Tributaria di primo grado di Napoli ha sollevato la questione di legittimità costituzionale della norma che consente alle cosiddette “società di progetto” di svolgere attività di accertamento e riscossione dei tributi locali senza iscrizione all’Albo ministeriale, purché partecipate da società iscritte, come avviene per Napoli Obiettivo Valore S.r.l., concessionario del Comune di Napoli. Una norma introdotta nel febbraio scorso in sede di conversione del decreto Milleproroghe, che ha suscitato fin da subito dubbi profondi sulla sua legittimità, oltre che sulla sua “opportunità”.
A rappresentare la problematica, fin dall’inizio, è stato l’avvocato Michele Di Fiore, presidente della Camera degli Avvocati Tributaristi di Napoli nonché difensore del contribuente coinvolto nel giudizio sulla legittimità degli atti emessi da Napoli Obiettivo Valore, dinanzi alla Corte di Cassazione.
Gli avv.ti Michele Di Fiore e Gennaro Nunziato – quest’ultimo segretario della CAT di Napoli – hanno denunciato la violazione delle regole poste a presidio della legalità tributaria, che oggi trova un riscontro nella valutazione positiva della manifesta rilevanza fatta dalla magistratura, che ha rimesso gli atti alla Corte Costituzionale.
Secondo l’ordinanza del giudice tributario partenopeo, la norma voluta dal legislatore nel Milleproroghe presenta profili di forti criticità rispetto a numerosi principi di diritto, costituzionali ed europei, come l’eccesso di delega, l’indeterminatezza o quanto meno oscurità della norma, la tutela della concorrenza per disparità di trattamento, l’abuso di posizione dominante, la violazione dei limiti propri delle norme di interpretazione autentica alla luce anche dei principi CEDU. La questione ora passa alla Corte Costituzionale, che sarà chiamata a pronunciarsi su un intervento legislativo che, di fatto, ha cercato di legittimare retroattivamente atti la cui validità era già fortemente contestata.
“È una vittoria dei principi di legalità e della giusta imposizione, quest’ultima declinata quale dovere dei contribuenti di pagare i tributi e dovere dell’Ente impositore di esercitare il proprio ruolo nel rispetto della legge – ha dichiarato Michele Di Fiore –. Da mesi, come Camera degli Avvocati Tributaristi di Napoli, denunciamo i rischi insiti in un modello che affida poteri pubblici a soggetti formalmente non abilitati, aggirando i controlli previsti dalla legge. Il giudice tributario ha sollevato una questione che riguarda non solo Napoli, ma un “modello” utilizzato in altri Comuni da parte di chi gestisce la riscossione, che soprattutto se intende realizzarlo a livello nazionale con una forte concentrazione deve avere titoli, requisiti e responsabilità chiare. Non si può affidare una funzione così delicata, che incide sui diritti patrimoniali dei cittadini, a società che sfuggono alla vigilanza ministeriale ed a quella della Corte dei Conti, come avverrebbe in caso di società non iscritte all’Albo ministeriale.”
La vicenda di Napoli Obiettivo Valore rappresenta ormai un caso emblematico. La società, costituita da Municipia S.p.A. – aggiudicataria della gara pubblica e regolarmente iscritta all’Albo –, operato per conto del Comune di Napoli nella gestione della TARI, IMU e di altri tributi e entrate locali. Tuttavia, non essendo iscritta essa stessa all’Albo dei soggetti abilitati, la sua attività è finita al centro di un aspro contenzioso culminato in un rinvio pregiudiziale alla Corte di Cassazione e poi, dopo l’intervento del legislatore, nel provvedimento della Corte napoletana.
Secondo Gennaro Nunziato, “l’intervento normativo ha voluto risolvere una questione giuridica con una “forzatura”, ma così facendo ha solo aumentato l’incertezza per i contribuenti e moltiplicato i procedimenti, determinando la necessità dell’intervento da parte del giudice delle leggi. Quando il diritto viene piegato a esigenze contingenti, l’ordinamento “reagisce” perché è la fiducia dei cittadini a venire meno.” Conclude Nunziato, affermando che “La Camera degli Avvocati Tributaristi di Napoli seguirà con attenzione l’evoluzione della vicenda dinanzi alla Corte Costituzionale, fiduciosa che si possa ristabilire un principio elementare: nessun potere può essere esercitato se non nei limiti previsti dalla legge.”