NAPOLI (Di Anna Calì) – È il goal di Vazquez che rallenta la corsa del Napoli verso il titolo e spegne l’entusiasmo di un intero stadio. Un pareggio che lascia l’amaro in bocca.
Perché è vero che servirebbero anche solo sette punti, ma così non va bene proprio bene. Una partita che si apre con il goal del vantaggio di Lukaku che viene poi raggiunto dal pareggio di Ahanor.
Nessuna reazione. Assenti. Una squadra che decide chissà per quale motivo di giocare indietro, anziché attaccare e pressare. Il nulla cosmico. Senza idee. Lenti.
Nel secondo tempo si trova il goal del vantaggio con l’uomo che in questo campionato sta dando anima e cuore: Jack Raspadori, il quale però verrà sostituito per dare posto a Billing.
Questa è forse la colpa di chi ci mette anima e cuore nelle cose. Se fai bene, vieni sostituito. C’est la vie. Peccato però che stava giocando bene.
Si pensa che possa essere l’inizio di una notte magica, perché doveva essere una notte magica. Il Maradona era vestito con il suo abito migliore, sold out per l’ennesima volta, il calore dei tifosi tutti uniti pronti a festeggiare e iniziare la loro serata all’insegna del divertimento.
Ma come diceva Luciano De Crescenzo siamo nati per soffrire ed ecco che arriva il pareggio del Genoa. Un goal che fa calare il gelo al Madadona e fa spegnere l’entusiasmo.
Non era facile e nessuno aveva detto che lo sarebbe stato, ma così proprio non va bene.
Un Genoa che ha giocato la partita con il coltello tra i denti, cosa che non ha fatto il Torino nella sfida delle 18.00 contro l’Inter.
Si dice che gli errori servono per non ripeterli più, ma evidentemente ad Antonio Conte gli errori piacere ripeterli.
Ed è così che decide di schierare Lobotka, proprio come fece con Buongiorno ed ecco qui che abbiamo lo stesso risultato: fuori il regista del Napoli, di nuovo per infortunio.
Oliveira grande assente.
Anguissa che decide di giocare a partire dal 73′ in poi, mentre per tutto il primo tempo e buona parte del secondo tempo ha preferiti essere l’uomo invisibile nel campo.
Troppo tardi i cambi e l’ingresso in campo di Neres che a pochi minuti dalla fine della partita di certo non avrebbe potuto fare un miracolo e portare a casa il risultato.
Non è neanche giusto dare la colpa al troppo entusiasmo, al bus scoperto e l’accoglienza al Maradona; soprattutto perché i tifosi accolgono il pullman del Napoli con lo stesso entusiasmo di sempre, quello che li contraddistingue.
Troppe cose che ancora non vanno e fortunatamente ne mancano solo due e potremmo archiviare questo campionato che nel bene e nel male ci avrà fatto capire tantissime cose; perché se una squadra così debole, lenta, con una rosa che a volte perde petali dappertutto è prima ed è ufficialmente in Champions forse è davvero un miracolo e di più non si poteva fare.
Ma da un lato ci fa anche capire che si doveva fare di più, soprattutto nel mercato invernale.
A due giornate dalla fine non c’è altra alternativa: solo vincere, conquistare i sei punti e sperare anche in una battuta d’arresto da parte dell’Inter.
Non possiamo permetterci di buttare via il titolo così. È tutto nelle nostre mani.
La prossima sarà difficile perché il Parma dovrà rifarsi della sconfitta subita ieri in campionato.
Siamo sempre primi, nonostante il pareggio.
Non è ancora finita, fin quando non sarà ufficialmente finita.