Covid in Campania, nel Casertano e nel Vesuviano boom di positivi (VIDEO)

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    NAPOLI – Corre veloce il virus in Campania, nelle aree del casertano e a ridosso del vesuviano dove la curva dei contagi cresce e il rapporto tamponi-positivi è in media, negli ultimi giorni, del 12%. Cresce anche il numero dei deceduti mentre gli ospedali sono in affanno. Le aree delle terapie subintensive scoppiano di pazienti e, come nel caso di Nocera Inferiore, in provincia di Salerno, si rivedono le file delle ambulanze all’esterno dei nosocomi. Si registrano difficoltà anche per il 118 che in alcuni casi non riesce a soddisfare tutte le chiamate. I sindaci, in autonomia, stanno provvedendo con proprie disposizioni, a inasprire i provvedimenti di chiusura. A Pozzuoli, per esempio, Figliolia ha sospeso fino al 21 marzo prossimo le fiere settimanali che si svolgono nei quartieri di Monterusciello e del Rione Toiano e tutti i mercati alimentari rionali. La decisione è stata adottata in quanto in città la curva dei contagi negli ultimi giorni è ritornata a crescere con 50 persone risultate positive al virus negli ultimi due giorni. Il Cts, d’altro canto, sta chiedendo al Governo addirittura un lockdown nei fine settimane, così come appare scontato che dal prossimo week-end tutta l’Italia entrerà in zona rossa.

    Sul fronte vaccini è stato firmato dalla Regione Campania e dai sindacati di categoria l’accordo che prevede l’inserimento dei medici di medicina generale nel meccanismo delle vaccinazioni anti covid19. “I medici di medicina generale – spiega Ugo Trama, dell’Unità di Crisi Covid della Regione Campania – supporteranno le Asl e la Regione nella campagna vaccinale, sia nella fase della registrazione e di adesione che nella somministrazione. E’ un passo importante in particolare per gli anziani e per le categorie dei disabili e dei fragili, che i medici conoscono in maniera capillare”. L’accordo è stato firmato da Fimmg, Snami, Smi, Intesa Sindacale, l’adesione dei singoli medici alla campagna vaccinale resta però volontaria.

    Si moltiplicano gli appelli delle categorie più fragili. L’ultimo grido d’allarme viene dai 520 cittadini campan affetti da fibrosi cistica. “Noi non possiamo aspettare’”, spiegano. I pazienti chiedono che la Regione ”segua l’esempio del Lazio e della Liguria e decida di dare la giusta priorità e urgenza ai soggetti estremamente vulnerabili tra cui i malati di fibrosi cistica e ai loro caregivers. Doveva essere prassi, normalità, qualcosa di scontato – proseguono – eppure non sempre le cose vanno come dovrebbero. E’ tempo adesso di rimediare, di dare un lieto fine a questa storia e in fretta’”.

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