NAPOLI – E’ finito il tempo dei blocchi stradali e delle proteste davanti alla Regione Campania per i ristoratori.

La categoria tra le più colpite dal lockdown e dalle restrizioni conseguenti alla divisione dell’Italia in zone gialle, rosse e arancioni, ha deciso di dare vita ad azioni di disobbedienza civile tenendo aperti i rispettivi locali per cena per contrastare il prolungamento delle restrizioni anti-Covid di notte e il blocco all’asporto.

“Ioapro il 15 gennaio”, è lo slogan scelto dai ristoratori italiani per l’iniziativa di protesta a cui hanno aderito anche i titolari di Napoli e delle altre province della Campania.

E’ stato creato un logo e un gruppo sulle chat per gli smart phone per far si che i ristoratori possano passarsi informazioni in merito alla decisione di aprire domani a orario di cena. 200 i ristoratori presenti nel gruppo e intenzionati a disobbedire al dpcm.

La prima cosa che traspare però è la preoccupazione per eventuali sanzioni, che mette a rischio la coesione degli stessi ristoratori.

In tal caso, gli imprenditori si dicono pronti a una class action, una causa collettiva con al fianco alcuni legali, tra cui Angelo Pisani, che hanno dato disponibilità ad affiancarli.

A prescindere dal rischio multe, tra i ristoratori però c’è chi è contrario all’azione di disobbedienza dei colleghi: ne spiega i motivi Antonino della Notte, presidente di Aicast, l’ Associazione Industria Commercio Artigianato Servizi Turismo e Trasporti

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