NAPOLI (Fonte ANSA/iNews24) – E’ stata identificata in Sudafrica una nuova variante (B.1.1.529) del virus SarsCoV2 che desta preoccupazione, non essendo ancora noto il suo impatto in termini di contagiosità ed efficacia di terapie e vaccini.

Si sa che presenta nel genoma numerose mutazioni della proteina Spike che potrebbero teoricamente aumentarne la trasmissibilità e la capacità di eludere gli anticorpi.

Sulla base delle prove disponibili, la variante sudafricana del virus Covid potrebbe essere associata a una trasmissibilità molto elevata, a un indebolimento dell’azione dei vaccini ma non a un’infezione più grave. Lo scrive l’Ecdc nel suo rapporto settimanale sulle malattie trasmissibili. Ma, avverte l’Agenzia Ue con sede a Stoccolma, si tratta di informazioni preliminari: un rapporto specifico e con informazioni più aggiornate sulla variante Nu è atteso nelle prossime ore. “Sulla base delle prove disponibili – si legge nel rapporto settimanale dell’Ecdc – è probabile che questa variante sia associata a una trasmissibilità molto elevata e a una significativa fuga immunitaria. Finora, non ci sono prove di cambiamenti nella gravità dell’infezione”. Per oggi è prevista una riunione del gruppo consultivo tecnico dell’Oms sull’evoluzione del virus per discutere della variante; successivamente l’Ecdc deciderà sulla sua riclassificazione.

L’istituto Spallanzani ha costituito una task force “per analizzare i dati che afferiscono a livello internazionale e predisporre il sequenziamento dei ceppi a fini di sorveglianza virologica”. “Grazie all’intervento del ministero degli esteri, l’isituto si è messo in contatto con l’ambasciatore italiano in sud Africa, Paolo Cuculi, che sta facilitando i contatti con il Nicd sudafricano – prosegue lo Spallanzani – la task force avrà a breve una call internazionale direttamente con gli esperti del Nicd per discutere i dati e confrontarsi con le misure da adottare”.

“Al momento non ci sono dati sufficienti che ci indichino innanzitutto la trasmissibilità e in secondo luogo se la variante eluda o meno i vaccini attualmente disponibili. E’ chiaro che allora sarebbe un problema: al momento è presto e non è presente in Italia, ma va attenzionata”, ha detto il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri.

“Le notizie sulla nuova variante sono molto preoccupanti. Sappiamo che le mutazioni si possono propagare in tutto il mondo in pochi mesi. E’ importante che l’Europa si muova velocemente e in modo compatto. Ho proposto agli Stati membri di attivare il freno d’emergenza per limitare la diffusione della nuova variante con la sospensione di tutti i voli dall’Africa australe fino a quando non avremo una chiara comprensione della gravità della variante”. Lo ha annunciato la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, sulla nuova variante, la B.1.1.529: “Chi ritorna da questa regione dovrebbe seguire strette regole di quarantena”. “I contratti dell’Unione europea con i produttori affermano che i vaccini devono essere adattati immediatamente alle nuove varianti man mano che emergono. L’Europa ha preso le precauzioni”.

L’Italia ha già vietato l’ingresso a chi negli ultimi 14 giorni è stato in Sudafrica, Lesotho, Botswana, Zimbabwe, Mozambico, Namibia, Eswatini.

L’Oms però ha messo in guardia dall’imporre restrizioni ai viaggi a causa della nuova variante B.1.1.529 in quanto ci vorranno settimane per comprenderne le implicazioni e i paesi dovrebbero adottare un approccio basato sul rischio e scientifico.

“Ci preoccupa perché in poco tempo è diventata il 30% della quota degli isolamenti in quella parte del Paese. È una combinazione di variazioni che già si conoscono ed altre nuove, per un totale di trentadue. È in corso un’indagine che necessiterà ancora di una settimana circa per capire meglio quali sono le caratteristiche”. Così, ai microfoni di iNews24, Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’Irccs Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano, sulla nuova variante sudafricana: “Il timore ovviamente è che sfugga al vaccino e che possa essere più contagiosa. C’è di buono che la metodologia dell’Rna permette un veloce eventuale aggiornamento della composizione del vaccino: le aziende hanno parlato di cento giorni. L’aspetto positivo è che oggi si è in grado di monitorare le varianti. La paura è che questa variazione possa determinare ulteriori buchi all’orizzonte rispetto all’andamento negativo che c’è in Nord Europa”. In attesa del risultato degli studi, Pregliasco consiglia di “continuare come stiamo facendo, anzi rafforzare l’attenzione rispetto alla diffusione e cercare aumentare i controlli. In termini precauzionali sono stati già fermati i voli. Dobbiamo andare avanti con i vaccini, perché in ogni caso, anche se non ci aspettiamo che possano perdere completamente l’efficacia, questa variante potrebbe ridurre la quota percentuale”.
La variante si è sviluppata in Sud Africa, dove i vaccini scarseggiano: “Purtroppo questo è un problema non solo per il Sud Africa ma per il mondo intero. Spero che possa esserci la disponibilità di più vaccini e anche un’organizzazione complessiva per distribuirli. Ci sono delle iniziative, ma non è facile perché in quelle zone c’è sempre diffidenza nella popolazione”, afferma Pregliasco.
Il professore interviene anche sull’ok dell’Ema ai vaccini nei bambini 5-11 anni: “Credo che sia un elemento positivo e necessario, soprattutto in questo momento. A causa della variante Delta anche nei bimbi il virus non è una passeggiata, e c’è il rischio del long-Covid. I dati sono già confortanti negli Usa che hanno somministrato 2 milioni e mezzo di dosi nei bambini”. Sul Super Green pass inoltre: “Mi sembra un elemento necessario per cercare di non arrivare al lockdown e per trovare un compromesso nella speranza che possa essere sufficiente a salvare il Natale”.

Subscribe
Notificami
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments