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NAPOLI (di Daniela Marfisa)- Santa Pietanza è l’opera a quattro mani delle scrittrici napoletane Lydia Capasso e Giovanna Esposito pubblicata da Guido Tommasi Editore. Una raccolta di tradizioni e ricette dei santi e delle loro feste, come recita il sottotitolo stesso, raccontate con ironia e leggerezza.

Il volume è stato l’ispirazione per la serata dal titolo A tavola con i Santi, svoltasi lunedì 19 febbraio presso il ristorante-orto Il Moera di Avella (Avellino), locale noto tanto per l’ottima cucina quanto per la calorosa accoglienza. Lo chef-patron Francesco Fusco ha approntato il menu della cena – organizzata in collaborazione con la event planner Laura Gambacorta – scegliendo quattro tra le oltre cento ricette riportate nel libro. Partenza con il Remojón de San Antón, un’insalata andalusa preparata con baccalà, patate e arance. Questo piatto freddo è abitualmente consumato in molte località dell’Andalusia la sera che precede il 17 gennaio, festa di Sant’Antonio Abate. Ritorno in Irpinia con gli Spaghetti alici e noci, piatto con cui a Sirignano si festeggia il “Natale piccirillo”. La festa del patrono della cittadina, Sant’Andrea, ricorre il 30 novembre, ed è celebrata come una sorta di Natale in miniatura. Così, la sera della vigilia, il 29 novembre, si è soliti mangiare di magro e si cucinano, appunto, gli spaghetti con alici e noci. Un piatto dagli ingredienti poveri, ma molto saporito. A seguire, ancora una ricetta campana, legata al culto di Sant’Anna, la cui festa cade il 26 luglio: il Coniglio all’ischitana. A dare sapore alla carne bianca, lardo, vino e pomodorini. Originale l’impiattamento, con i bocconcini di coniglio fuoriuscenti da una cornucopia di pane. Conclusione siciliana con le Minne di Sant’Agata, realizzate dal maestro pasticciere Pasquale Pesce dell’omonima pasticceria di Avella. Questi dolci hanno la forma di seni (con tanto di ciliegina), che, secondo l’agiografia cattolica, furono strappati a Sant’Agata con delle tenaglie. Sono la specialità che i catanesi consumano il 5 febbraio in onore della loro patrona, una semisfera di pasta frolla ripiena di ricotta di pecora e ricoperta di glassa bianca. Pasquale Pesce ha voluto presentare anche un fuori programma, una sua creazione originale che ha chiamato Frolla Sant’Anna come omaggio a sua figlia: un guscio di pasta frolla al cacao racchiudente semolino e arancia candita. Ad accompagnare i piatti della serata, i vini dell’azienda vesuviana Poggio Ridente (Catalanesca del Monte Somma Igt 2016, Lapillo del Vesuvio Lacryma Christi del Vesuvio bianco Dop 2016, Magma del Vesuvio Lacryma Christi del Vesuvio rosso Dop 2012) e l’AmaRè dell’Antica Distilleria Petrone per il fine pasto.

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