SANT’ARPINO – “Il Casatiello di Sant’Arpino, tra storia, folklore e curiosità”. È questo il tema del webinar che si terrà mercoledì 31 marzo, a partire dalle ore 19:00, in diretta streaming sulla pagina Facebook della Pro Loco di Sant’Arpino.

All’iniziativa, coordinata dal giornalista Elpidio Iorio con il supporto tecnico di Pasquale Marroccella, dopo i saluti del presidente della Pro Loco Aldo Pezzella, e le testimonianze di alcuni rappresentanti del sodalizio santarpinese – tra cui Domenico Limone e Cristina Aprea – interverrà Luciano Pignataro, giornalista, scrittore, tra i più prestigiosi gastronomi italiani, Ambasciatore della Dieta Mediterranea nel Mondo.

Sant’Arpino e il Casatiello: un connubio che prosegue imperterrito nel tempo, annualmente rinverdito dalla sagra “affinchè nelle generazioni future resti il filo della memoria e il significato storico della tradizione”.

Con la sagra, infatti, a Sant’Arpino si rinnova un rituale le cui origini si perdono nella notte dei tempi: il casatiello accompagnava le feste pagane celebranti il ritorno della Primavera. I suoi caratteristici ingredienti- uova, grano e formaggio – simboleggiano il risveglio della natura. Con il diffondersi della cristianità i riti si accavallarono, quel pane sacrificale divenne tradizionale della Pasqua che aveva sostituito le feste primaverili in onore di Demetra. Nella cittadina atellana, il martedì in Albis, frotte colorate di comitive giungevano per consumare il rustico, trasportato in cesti, canestri e “nappatelle”. Inizialmente la festa si svolgeva presso il convento di San Francesco di Paola, poi si spostò all’ombra dell’antichissimo Romitorio di S. Canione.

Proprio qui, gruppi di contadini e massaie (che per un giorno abbandonavano il faticoso lavoro nei campi), su tappeti di fiori primaverili, degustavano il casatiello tra balli, canti e ritmi tipici della musica popolare.

Con l’intento di preservare questo patrimonio identitario, la Pro Loco di Sant’Arpino circa trent’anni fa ha ideato la Sagra del Casatiello che richiama migliaia di turisti del gusto, ma anche di numerosi studiosi ed appassionati di “storia del costume e delle tradizioni”.

Una tradizione che travalica l’aspetto culinario per diventare storia popolare, uno spaccato di valori e profumi di altri tempi.

A Sant’Arpino, di generazione in generazione si tramanda l’antichissima ricetta che oggi caratterizza quello che di fatto è un marchio DOP: il Casatiello di Sant’Arpino. I panificatori si sono particolarmente specializzati, tanto che alcuni di essi oggi sono tra i più rinomati produttori in Campania e in Italia dello speciale rustico di cui peraltro presentano diverse e squisite varianti: il casatiello con la mozzarella di bufala, quello ai funghi porcini, quello con le verdure, solo per citarne alcuni. Il casatiello per Sant’Arpino è, dunque, uno scrigno che contiene valori identitari da preservare, un’alchimia tra storia, cultura, folklore, gastronomia, economia, turismo e tanto altro.

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