NAPOLI (Di Anna Calì) – L’arrivo di Kevin De Bruyne al Napoli ha scatenato entusiasmo, discussioni e perché no, anche un pizzico di creatività gastronomica. A pochi giorni dall’ufficialità del colpo di mercato che ha fatto sognare i tifosi partenopei, c’è chi ha già trovato un modo dolcissimo per accogliere il campione belga.
La risposta più originale arriva da una storica gelateria di Sorrento “Gelateria Primavera“, famosa per la qualità dei suoi prodotti, ma anche per un pizzico di geniale ironia. È qui che è nato il “Kevin De Brownie”, un gusto speciale creato in omaggio al centrocampista azzurro: gelato al brownie con variegatura al biscotto Lotus, tipico dolce belga dal sapore di cannella.
Ai nostri microfoni sono intervenuti il padre Antonio Cafiero e il figlio Mario.
Come nasce l’idea di dedicare un gelato a Kevin De Bruyne e che gusto è?
Mario: “Era una giornata come tante. Stavamo preparando un gelato al brownie da mettere in vetrina. Sono sceso in laboratorio e mi è venuto spontaneo chiamarlo “Kevin De Brownie”, perché il suono era molto simile.
Per richiamare la sua nazionalità, ho aggiunto una variegatura al Lotus, che è un biscotto belga dal sapore di cannella. Così ho cercato di collegare lui alle sue origini”.
La vostra è una gelateria familiare, da padre a figlio. Come bilanciate tradizione e innovazione, soprattutto nella selezione dei gusti?
Antonio: “La tradizione ci viene tramandata da mio padre. Mia figlia rappresenta ormai la terza generazione. Papà ci ha sempre insegnato a valorizzare il territorio: usiamo limoni, arance, senza aromi sintetici. Preferiamo le bucce e le infusioni di fiori di zagara, ad esempio.
Rispettiamo la tradizione mantenendo i dolci tipici come la pastiera, che proponiamo anche sotto forma di gelato, la sfogliatella, e la delizia al limone, che è diventata un nostro dolce tipico. Spruzziamo sempre limone fresco al momento, proveniente direttamente dal nostro giardino”.
Ci sono ricette storiche che avete modernizzato?
A: “Più che modernizzarle, cerchiamo di renderle più accattivanti. L’era dei social ci impone di presentare anche i dolci tradizionali in modo più colorato e visivamente piacevole. Però il sapore resta quello autentico: non stravolgiamo le radici dei nostri gusti”.
Come nasce una nuova idea per un gelato? Seguite un processo creativo o vi lasciate ispirare da eventi, stagioni, ecc.?
A: “Ci lasciamo molto ispirare dall’attualità. Come il gelato dedicato a De Bruyne, abbiamo fatto anche gelati ispirati a film del momento o personaggi famosi.
Ad esempio, l’estate scorsa abbiamo creato il gusto “Rossetto al Caffè”, che è stato il più visualizzato: i clienti lo canticchiavano mentre lo assaggiavano! Ci piace dare un tocco allegro a chi è in vacanza”.
Siete noti come la gelateria dei VIP. Quanto conta per voi il rapporto con queste personalità? Hanno richieste particolari? E i VIP sono più esigenti?
A: “A volte questa fama è un pregio, altre volte un piccolo difetto. Dobbiamo sempre mantenere un’alta qualità, perché essendo conosciuti come “la pasticceria dei VIP”, rischiamo di essere osservati con maggiore attenzione.
Ma per noi non conta solo la fama: molti clienti tornano dopo 40-50 anni. Quest’anno, ad esempio, festeggiamo i 50 anni di attività.
È bellissimo. I VIP tornano, certo. Ieri abbiamo fatto la torta per Sal Da Vinci per il primo anniversario di una sua canzone. Stamattina abbiamo pubblicato il video. Anche altre persone famose ci vengono a salutare. Ma per noi conta sempre e soprattutto la qualità.
Più sono noti, più sono esperti. Non si accontentano dell’apparenza. Vogliono anche la sostanza.
Un episodio che ci è rimasto impresso è quello con Roberto Benigni. Ci mandò a chiamare da Pompei: avevamo lasciato solo il gelato e la torta, ma lui voleva ringraziarci di persona. Abbiamo preparato per lui una crema al limone che ha tanto amato, tanto da richiederla anche in seguito”.
Ci raccontate il processo artigianale dietro la creazione dei vostri gelati?
A: “Io e mio figlio ci confrontiamo sempre. Anche oggi, mentre eravamo al mare e facevamo questa intervista in cabina, abbiamo già ideato un nuovo gusto che presenteremo stasera per la prima volta: si chiama “Moda Positano”. Richiama i colori e i profumi tipici di Positano, come la zagara, più altri aromi che restano top secret.
Selezioniamo le materie prime con molta cura: per i sorbetti, ad esempio, scegliamo limoni non trattati, perché usiamo anche le bucce. Lo stesso vale per le arance”.
Quali sono i gusti più rappresentativi della vostra gelateria?
A: “Il più richiesto resta il limone. Anni fa abbiamo ideato questo sorbetto al limone servito dentro al frutto scavato, preparato davanti ai clienti. Fanno video, foto… è diventato virale. Vengono gruppi da tutto il mondo, anche dalla Corea. Il primo fu fatto per Maradona, 30 anni fa.
Altri gusti iconici sono la delizia al limone, la pastiera, il mediterraneo, il croccante al limone. In totale facciamo più di 60 gusti, di cui una decina agrumati. In estate ci concentriamo sui sorbetti: ogni mattina andiamo al mercato e scegliamo la frutta migliore; oggi ad esempio pesca, fragoline, gelsi”.
Com’è nata in voi la passione per la gelateria?
A: “La passione mi è stata trasmessa da mio padre. Da piccolo piangevo perché volevo restare con lui a fare gelati e dolci. All’epoca aveva un carrettino, una bancarella… parliamo di 60 anni fa. Ora la storia si ripete con mio figlio: è una passione che resta in famiglia.
È una vita sacrificata, certo, ma bellissima. Passi ore a parlare con i clienti, a condividere, ad ascoltare. E questo ti arricchisce”.
Oggi molti giovani hanno timore di lavori così impegnativi. Lei come vive questa realtà?
M: “Più che un lavoro, per me è uno stile di vita. Certo, qualcosa si sacrifica, ma se trovi il giusto equilibrio tra lavoro, amici e svago, diventa una casa. Io sono cresciuto in gelateria: fin da piccolo stavo lì, osservavo.
Non è uno sforzo, anzi. A volte si dice che i giovani scappano dai sacrifici, ma se ami quello che fai, non lo senti”.
Quando ha iniziato a lavorare concretamente al gelato?
M: “Precisamente l’anno scorso, all’inizio dell’estate. È nato anche grazie ai social: uso TikTok, Instagram, Facebook… e ho avuto l’idea di portare i nostri prodotti al mondo. I commenti, anche le critiche costruttive, aiutano a migliorare. È un incentivo continuo a fare meglio”.
Quest’anno festeggiate i 50 anni. Come avete superato momenti difficili come il Covid-19? E cosa avete in programma per l’anniversario?
A: “Durante il Covid abbiamo sperimentato nuove ricette, nuovi dolci, scoperto i social. Mio figlio vorrebbe fare un’esperienza in un’altra città, ma io sono legato a Sorrento: qui passa il mondo.
Per i 50 anni avevamo pensato a una festa con i nostri amici e personaggi vicini — Pamela Prati, che è sempre stata madrina, Belen, ecc. Ma alla fine abbiamo deciso di fare una festa più popolare, aperta a tutti, proprio davanti al negozio. Probabilmente sarà a fine estate, con assaggi e tante sorprese”.