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Napoli

Un po’ di Francia a Napoli grazie a Cubo Bakehouse

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NAPOLI (Di Anna Calì) – C’è un filo invisibile che unisce la Francia e Napoli. Un legame fatto di eleganza e passione, di profumi che invadono le strade all’alba, di mani che impastano con cura, di zucchero che si scioglie sulla lingua e di burro che racconta storie. Due culture apparentemente lontane, ma incredibilmente affini quando si parla di gusto, tradizione e amore per le cose fatte bene.

Immaginate di camminare per le strade del Marais, a Parigi, dove l’aria profuma di pain au chocolat e croissant appena sfornati. Poi, all’improvviso, vi ritrovate al Vomero, tra le vie brulicanti di vita, e vi accorgete che quella stessa magia esiste anche qui. Non è un sogno, è realtà. Si chiama Cubo Bakehouse.

In questo laboratorio incantato, guidato da Giovanni Coppola e dal suo giovane e talentuoso team, la pasticceria francese prende casa a Napoli. E lo fa con orgoglio, con attenzione maniacale alla qualità, e con un’estetica che parla la lingua dell’amore per i dettagli.

Anzi, è proprio il proprietario che ama definirsi così: croccante fuori e soffice dentro, e lo fa con un pizzico d’ironia e con il sorriso stampato sulle labbra.

La prima tappa obbligata è il pain au chocolat: sfoglia dorata, leggera, croccante e burrosa. Il cuore di cioccolato si fonde lentamente al palato, lasciando una sensazione di calore e morbidezza. È un ritorno all’essenziale, a quella dolcezza che non stanca mai, che consola, che accompagna.

Poi arriva il pain suisse. Qui, la sfoglia lavorata con burro francese si lascia accarezzare dalle dita. Cede al morso con grazia. All’interno, una crema vellutata e generosa, punteggiata da gocce di cioccolato che scoppiano in bocca come piccole esplosioni di piacere. È equilibrio. È precisione. È passione.

E poi il cruffin, a metà tra un croissant e un muffin, nato per stupire. L’impasto sfogliato si arrotola in verticale e si trasforma in un piccolo capolavoro. Soffice, stratificato, profumato: ogni variante – che sia alla crema, al cioccolato o con accenti fruttati – è una coccola irresistibile. È la Francia che si diverte a giocare con la fantasia napoletana.

Il Cubotto, invece, è pura poesia per il palato. Una sfoglia perfetta, friabile fuori, morbida dentro, che racchiude una farcitura di crema di panna e fragola. Dolce, fresco, delicato.

E da pochissimo, precisamente dal 18 maggio, ha assunto una nuova veste grazie alla partnership con la storica gelateria Soave: nasce così il Maricubo, una versione farcita con l’inconfondibile panna montata artigianale di Soave. Un incontro che profuma di eccellenze napoletane, un vero abbraccio tra passato e futuro.

Mentre, fino al 1 giugno presso la Galleria Navarra a Piazza dei Martiri potrete assaggiare la meravigliosa colazione all’interno di un posto magico e incantato; infatti già si sono registrati numerosi sold out.

Infine, il re indiscusso: il croissant. Liscio o ripieno, è un esercizio di stile. Lievitazione perfetta, sfoglia croccante e burrosa, aroma inebriante. Mangiarlo lentamente, magari con un caffè stretto, è un piccolo lusso quotidiano che ci riconcilia con la bellezza.

Il vostro pain au chocolat richiama una delle viennoiserie più iconiche della tradizione francese. In che modo avete reinterpretato questo classico a Napoli, mantenendo un legame con le sue origini parigine?

“Possiamo dire che il nostro pain au chocolat è quasi del tutto fedele a quello francese ma, il nostro tocco, lo si può vedere nella sua parte estetica creandone una propria personalità”.

Cubo Bakehouse propone dolci di stampo internazionale, tra cui il pain au chocolat. Quali sono le sfide e le soddisfazioni nel proporre una viennoiserie così legata alla cultura francese in un contesto partenopeo?

“Il rito della colazione nel territorio partenopeo non differisce molto da quello delle grandi città nel nordeuropea l. Il popolo napoletano inizia la giornata con un caffè ed una sfogliatella quindi, presentando una selezione della Viennoiserie francese, non è stato difficile introdursi nelle loro abitudini.”

La forma cubica dei vostri croissant richiama tendenze innovative nate nel Nord Europa e diffuse anche a Parigi. Come nasce l’idea di adottare questa forma e quale risposta avete ricevuto dal pubblico napoletano?

“Proprio come una casa, il cibo poggia su 4 angoli retti, solido e stabile. Al rientro a casa dai miei viaggi lavorativi in giro per l’Europa, mi è venuto quasi spontaneo utilizzare questa forma per esprimere al meglio il mio sentimento a riguardo”.

Nel vostro laboratorio trovano spazio anche preparazioni meno comuni in Italia, come il pain suisse. Cosa vi affascina della viennoiserie francese e come selezionate i prodotti da proporre, tra tradizione e sperimentazione?

“La parte più affascinante della Viennoiserie francese è la cura e la tecnica della sua lavorazione. Proviamo a rispettare il più possibile le materie prime e chi ne produce, scegliendo piccoli produttori, non troppo distanti da noi e che rispettino la filiera senza l’utilizzo di conservanti e prodotti chimici”.

Che progetti futuri avete?

“Restando fedeli all’essere partenopei, siamo superstiziosi e preferiamo non parlare del futuro ma intanto ci divertiamo ad organizzare collaborazioni e pop up in città e non”.

Cubo Bakehouse non è solo un forno, né solo una pasticceria. È un’esperienza culturale e sensoriale, un luogo dove l’eleganza francese incontra la generosità napoletana. Qui, ogni dettaglio è curato, ogni ingrediente selezionato, ogni prodotto pensato per emozionare.

E no, non troverete la Torre Eiffel lungo il vostro cammino. Ma alzando lo sguardo, vedrete il Vesuvio. E non è certo un compromesso: è un simbolo potente, una presenza che veglia su questo laboratorio di bontà. Un promemoria che anche Napoli può essere, ogni mattina, un angolo di Francia.

 

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