Napoli- di (Vania Fereshetian)
Sant’Agata de’ Goti, 19 agosto 2025 – Quando il sole ancora timido si specchia sul fiume Isclero e la statua di Sant’Alfonso, all’imbocco del corso principale, sembra sorridere alle finestre accese, è facile capire perché questo paese abbia scelto di credere di nuovo in sé stesso. È accaduto il 10 settembre 2020, in piena pandemia, quando molti altri borghi chiudevano le saracinesche e abbassavano lo sguardo. Qui, invece, qualcuno ha deciso di alzare la voce – dolce, ferma, profumata di pane appena sfornato.
Quel qualcuno si chiama Marisa Di Sorbo: occhi vivaci, passo veloce, una gentilezza che non si improvvisa. Sì, perché Marisa non è solo la titolare de Il Foro – pane e piccola gastronomia: è la donna che, con l’impasto delle mani e la lievitazione del cuore, ha restituito fiato e futuro a un intero centro storico.
La bottega, arredata con mobili d’epoca e luci soffuse, non è mai stata una “semplice” panetteria. È un porto: il luogo dove il profumo di grani antichi si mescola alle voci dei ragazzi che tornano da scuola e chiedono “il solito pane di Marisa”. Dove le nonne, sedute sulle panche di fine Ottocento, raccontano ai turisti la leggenda della Madonna degli Angeli, mentre i bambini assaggiano grissini al rosmarino e imparano che la lentezza è un valore.
Marisa lo sa: il pane è memoria. Così, ogni mattina, lascia che la città entri col naso stropicciato di sonno e il cuore pieno di speranza, nella sua bottega. Ma non si ferma lì. Organizza, panificazione, serate culturali ed eventi, promuove mercatini di produttori agricoli che altrimenti non avrebbero avuto spazio, ai turisti spiega la storia del paese e cosa fare, offrendo liquore e biscotti. Il risultato? Le case disabitate tornano ad accogliere famiglie giovani. I vicoli, un tempo silenziosi, risuonano di passi e risate. I ristoratori del borgo, invece di temere la concorrenza, hanno stretto un patto di rete: “Se il pane di Marisa va bene, tutti noi andiamo bene”. E così è stato. Il turismo gastronomico ha portato nuovi visitatori, i B&B hanno riaperto, e quel brutto momento passa lasciando spazio alla speranza, alla rinascita. Nessuna telecamera, nessun selfie: solo lacrime di gratitudine e un “grazie” sussurrato tra una fetta di pane e l’altra. Perché lei, che nel 2020 ha rischiato tutto per non mollare, oggi insegna che il vero lievito di un territorio è la comunità, l’uno per l’altro, come l’acqua per la farina.
Sant’Agata de’ Goti non è più solo un borgo meraviglioso tra i calanchi del Sannio: è un cuore che ha ritrovato il battito. E ogni volta che il forno di Il Foro sforna una pagnotta, un dolce tipico, sembra di sentire il paese intero dire: “Grazie, Marisa. Per averci creduto quando noi stessi avevamo smesso di farlo”.




