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Italy World Water Forum 2024: in Costiera Amalfitana puntano al risparmio dell’acqua per la coltivazione dei limoni

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AMALFI – “L’Italia è laboratorio dei cambiamenti climatici, di innovazione sulla risorsa acqua e anche di formazione. Alla vigilia della Giornata Mondiale della Terra rendiamo nota una storia importante. In Costiera Amalfitana recuperando le canalizzazioni costruite dagli arabi hanno creato un sistema idrico fatto di vasche e canali per non buttare l’acqua. E la storia sta conquistando la stampa internazionale. Ma alla vigilia della Giornata Mondiale dell’Acqua rendiamo noti i 15 luoghi inseriti nella candidatura italiana a sede del Decimo Forum Mondiale dell’Acqua 2024 per 15 Educational. Avremo Venezia con visita al MO.S.E., il DELTA DEL PO dove c’è un grande impianto idraulico con lavori eseguiti dalla Repubblica di Venezia nel 1604, MILANO con i suoi Navigli, ISCHIA, le cui acque termali venivano usate dai greci per ristabilire lo spirito e il corpo e per guarire le ferite di guerra e vedremo come e il perché, il Ghiacciaio del Monte Bianco, la montagna più alta d’Europa, dove gli esperti da tempo monitorano il ghiacciaio di Planpincieux, il Lago di GARDA che unisce ben tre regioni importanti come la Lombardia, il Veneto, il Trentino-Alto Adige e dove è possibile visitare un’importante opera idraulica, i Campi Flegrei con i loro 24 edifici vulcanici ed i Laghi, Procida e Vivara, la Cascata delle Marmore in Umbria. Il Lago di Piediluco, sopra le cascate, è utilizzato come invaso per la centrale elettrica. Si tratta della centrale di Galleto, costruita nel 1929, architettonicamente interessante ed ancora Orvieto, Assisi, Firenze, Vinci con la Casa di Leonardo, Roma con il “Gran Tour degli Acquedotti e fontane di epoca romana” ed ancora Livorno. Ma in Italia è possibile ammirare posti che sono la sintesi del Pianeta Terra come le Fonti di Clitumno di cui scrive Plinio il Giovane. C’è però l’Italia dei fiumi, laghi e coste che conservano un grande patrimonio archeologico sommerso”. Lo ha affermato poco fa il geologo Endro Martini, Presidente di Italy Water Forum 2024!

In Costiera si usa un sistema idrico che rivaluta le antiche canalizzazioni per risparmiare l’acqua. Ed è la storia della famiglia Aceto di Amalfi, protagonista qualche giorno fa del programma della CBS ′′ Domenica mattina ′′ con Jane Pauley

In Costiera Amalfitana la famiglia Aceto recuperando le canalizzazioni costruite dagli arabi ha creato un sistema idrico fatto di vasche e canali per non buttare l’acqua. E la storia sta conquistando la stampa internazionale. Domenica la famiglia Aceto è stata ospite del programma della CBS ′′ Domenica mattina ′′ con Jane Pauley

“Il versante amalfitano, della penisola sorrentina è coltivato grazie alla tecnica dei terrazzamenti; ciò in gran parte è stato possibile, per la presenza di numerosi e cospicui corsi d’acqua che si diramano lungo tutto il territorio ricoprendo l’intera area. Questa condizione è fondamentale per la coltivazione del limone – ha dichiarato Salvatore Aceto che con i figli e il fratello Marco e papà Luigi, esporta nel mondo l’oro giallo della Costiera Amalfitana – le cui piante hanno bisogno di una notevole quantità di acqua ogni giorno. La fonte principale di irrigazione deriva dai vari fiumi della zona (il ‘Reginna’ è uno dei più importanti e ricchi di acque) che sin dai tempi più remoti hanno servito ed irrigato tutta la penisola, ma anche da acque piovane e sorgenti montane. L’organizzazione del sistema dei terrazzamenti permetteva (sin dai tempi più antichi) l’utilizzo per gravità delle acque che venivano intercettate in altura ed indirizzate, attraverso le scalette e le vasche di raccolta, verso i ripiani successivi. Ogni terrazzo era collegato attraverso un intricato sistema di canali di irrigazione alimentati da ruscelli, sorgenti e cisterne di captazione delle piogge. La raccolta e la distribuzione delle acque era garantita da un fitto sistema di corsi d’acqua naturale e di canali che portavano ‘per discesa’ le acque e giungevano nei terrazzi ed in grandi vasche in pietra chiamate ‘peschiere’.

Le nostre aziende sono dotate di tre peschiere (vasche di raccoglimento d’acqua) che raccolgono acque piovane e di sorgente.

Nei giardini situati nella Valle dei Mulini di Amalfi per l’irrigazione usiamo un sistema di pompe di gomma e rete idrica in tubi per portare l’acqua occorrente nei terrazzamenti. Il lavoro di irrigazione in questo giardino è svolto ancora manualmente.

Nel giardino situato sul mare abbiamo una peschiera di raccoglimento delle acque con collegato a sua volta un sistema di irrigazione a goccia semi-automatico.

L’irrigazione ai limoneti viene fatta essenzialmente nei periodi di Agosto e Settembre particolarmente aridi. Stiamo studiando la possibilità di implementare il sistema di irrigazione automatico in Valle ed anche l’utilizzo di sensori e piani di previsione meteo più accurati per permetterci di intervenire con l’acqua solo quando è necessario e per zone così da limitare al massimo lo spreco di questa risorsa davvero importante per tutti”.

Attraverso il Geo – Archeo – Trekking, possiamo ammirare il Patrimonio Naturalistico ma vedere anche gli antichi sistemi di canalizzazione delle acque costruiti da arabi e romani. Ecco il modello della Costiera Amalfitana, promosso da Archeoclub d’Italia!

“Archeoclub d’Italia sostiene ampiamente la candidatura dell’Italia a sede del Decimo Forum Mondiale dell’Acqua. In occasione del Forum Mondiale dell’Acqua siamo pronti ad elaborare un progetto di valorizzazione degli Acquedotti Romani con l’obiettivo di censirli, studiarli e capirne le dinamiche. Siamo pronti a mettere in campo le nostre 150 sedi territoriali. Nel 2024 – ha annunciato Rosario Santanastasio, Presidente Nazionale di Archeoclub d’Italia – siamo disposti ad organizzare un grande evento mettendo insieme gli esperti di Acquedotti romani. In queste ore stiamo lanciando dalla Costiera Amalfitana il Geo – Archeo –Trekking, in grado di mettere insieme le caratteristiche geologiche di un luogo con la narrazione, l’archeologia e il cammino, il trekking fatto immergendosi non solo nella bellezza naturalistica ma anche in quella archeologica. Lungo il Sentiero dei Limoni, partendo dalla Collegiata di Maiori è possibile fare Geo – Archeo – Trekking un nuovo modo di leggere il territorio, una grande opportunità di capire come usavano l’acqua i romani, gli arabi terminando il trekking alla Villa Marittima Romana di Minori, risalente al Primo Secolo d.C. e circondata da limoneti antichi! Un sentiero lungo il quale si possono toccare le canalizzazioni antiche”. Un sentiero, quello dei Limoni, ideato da Michele Ruocco con amore e passione e che anticamente collegava Maiori a Minori.

E l’Italia è davvero un grande laboratorio sulla mitigazione dei rischi idrogeologici ma anche nel campo della valorizzazione della risorsa.

“L’Italia ha dei veri “fiumi archeologici”, un Paese che non finisce mai di sorprendere: i laghi conservano un importante patrimonio archeologico ma abbiamo anche i “fiumi archeologici” del Nord Italia, mentre il Mare del Sud è un vero museo in grado di tutelare un grande patrimonio archeologico. E proprio questo patrimonio archeologico sommerso è in grado di raccontarci cambiamenti climatici – ha proseguito Santanastasio – e essere memoria del Mediterraneo. Assegnare la sede all’Italia del Decimo Forum Mondiale dell’Acqua significherebbe un grande riconoscimento per il Mediterraneo, per la sua storia e per i suoi popoli. Nella Dora Baltea ad esempio trovati interventi realizzati su progetto di Leonardo Da Vinci. Tutti i fiumi del Nord Italia hanno interesse archeologico: erano le vie di comunicazione.

Sono “fiumi archeologici” davvero interessanti nel nostro Paese come: Po, Orco, Dora Riparia, Dora Baltea, Tanaro, Ticino, Oglio, Mincio, Adige, Bacchiglione, Brenta, Livenza, Lemene, Stella, Timavo. Ogni fiume del Nord Italia è un vettore di dati archeologici. Nel fiume Oglio a sud tra Brescia e Bergamo, trovate piroghe medioevali intatte. Sul Livenza è stato invece trovato un bellissimo esemplare di bacile, di brocca panciuta della seconda metà del 400. Nell’Adige è uscita una struttura immensa. Si tratta di un sistema di Torri e trovate anche imbarcazioni del ‘600. Poi ci sono anche i Laghi. Ad esempio nel Lago di Viverone, in Piemonte, trovato un villaggio palafitticolo lacustre risalente a 4000 anni fa. In Italia abbiamo le straordinarie esperienze della Soprintendenza del Mare in Sicilia, con ritrovamenti archeologici di notevole importanza per la storia di tutto il Mediterraneo, ma anche dell’area Flegrea in Campania con il Parco Archeologico sottomarino di Baia ed ancora Ischia con l’affascinante storia di Arenaria”.

Ad esempio il Lago di Como e non solo! In Campania rinvenute vasche termali di epoca romana.

” In Italia abbiamo un patrimonio di acque interne, che va dal ruscello, ai fiumi e ai laghi, che è eccezionale e va valorizzato. E non mancano i musei, grandi e piccoli, che custodiscono veri tesori.Nelle acque del Lago di Como oltre ad un’importante biodiversità e al Cristo degli Abissi c’è anche la storia di un misterioso relitto, in fondo al lago da 101 anni. Si tratta della batisfera sperimentale inventata dall’ingegnere triestino Francesco Kalin – ha affermato Filippo Avilia, professore di Archeologia Subacquea presso la Università IULM di Milano, Direttore Tecnico di Marenostrum di Archeoclub d’Italia, struttura specialistica di GeoArcheologia – capace di raggiungere profondità impensabili al tempo. A causa di un incidente, in cui perse la vita anche un operatore, giace sul fondale, a 130 metri, con i resti di un’imbarcazione che volevano recuperare. Gli 8000 e più chilometri di costa in possesso dell’Italia pongono il nostro paese come valida proposta per la candidatura al forum dell’acqua. Le coste italiane costituiscono un patrimonio unico non solo dal punto di vista geologico e biologico ben preservati nelle aree marine sommerse presenti lungo le coste italiane ma soprattutto dal punto di vista culturale in quanto i mari italiani sono un vero e proprio museo sommerso. Se come diceva lo storico francese Fernad Braudel il Mediterraneo è uno dei mari più antichi come frequentazione, l’Italia costituisce la vetrina di museo con porti sommersi, e relitti di varie epoche, a testimonianza delle civiltà che hanno percorso questo mare. E non è un caso che l’archeologia subacquea in Italia ha avuto un grosso impulso con il grande studioso Nino Lamboglia e le sue prime esperienze in Liguria e in Campania (Baia)”.

In Umbria tre Confraternite restaurano le fonti e danno vita al primo itinerario delle 13 Fonti sulla strada percorsa da San Francesco, la stampa potrà vedere tutto.

“Per valorizzare le fonti e fontanelle di Assisi, le Confraternite di S. Stefano e di S. Rufino, con la Compagnia dei Cavalieri del Paradiso hanno individuato un percorso di arte, fede e cultura, ispirato dalle parole di S. Francesco nel suo Cantico delle Creature: “Laudato sii, mi’ Signore per sor’Acqua, la quale è molto utile et humile et pretiosa eh casta”. Il cammino proposto si snoda per i vicoli di Assisi, da S. Stefano fino all’Eremo delle Carceri – ha proseguito Stefano Gregori, Portavoce Venerabile Confraternita S.Stefano Protomartire ASSISI – toccando luoghi per lo più sconosciuti al grande pubblico ma impreziositi dalle opere scultoree di Fancesco Prosperi e di suo padre Prospero. Questa proposta, con la formulazione di una mappa e di indicazioni storico-artistiche, ha ricevuto il patrocinio del Comune di Assisi. Realizzeremo pannelli, riferimenti virtuali anche sui social. Inoltre, nell’ambito del centenario dantesco che Assisi e l’Italia stanno valorizzando, si è dato nome a questo itinerario “Su per la fertile costa. Assisi ritorna a Fontemaggio”, dalla celebre terzina del Paradiso (canto Xl,45). Infatti nel percorso proposto si toccano le fontanelle della città e si raggiunge un’antica e famosa fontana, chiamata “maggiore” o Fontemaggio che dissetava i frati e i pellegrini diretti all’Eremo delle Carceri. E’ anche una grande spinta alla candidatura dell’Italia a sede del Decimo Forum Mondiale dell’Acqua”.

L’itinerario consente l’opportunità di andare alla riscoperta di Fonti antiche. E la stampa potrà essere condotta sul sentiero delle 13 Fonti, itinerario che nasce sui passi di San Francesco.

“Siamo disponibili a condurre la stampa che ne farà richiesta – ha proseguito Stefano Gregori, Portavoce Venerabile Confraternita S.Stefano Protomartire ASSISI – e le tappe sono 13. L’itinerario raggiunge la Fonte del Miracolo dell’assetato”.

Il Nono Forum che, è stato rimandato di un anno a causa della pandemia, si svolgerà a Dakar nel Marzo del 2022.

“Italy Water Forum 2024” è il comitato promotore della candidatura dell’Italia a sede del X FORUM MONDIALE DELL’ACQUA:

Presidente il geologo, Endro Martini e ne fanno parte il Sacro Convento di Assisi, il Comune di Firenze, Comune di Assisi, Consiglio Nazionale dei Geologi, ISPRA, Protezione Civile Nazionale , Istituto Nazionale di Urbanistica, Comune diFerrara, Associazione Nazionale delle Bonifiche e Irrigazioni, Rotary International Club di Ottaviano, Meteo Giuliacci, Skopìa srl, Cae srl, Agronomist World Academy Foundation, Iat srl , Water Right and Energy Foundation, Triumph Group International, Archeoclub d’Italia e Centro Studi Alta Scuola dell’Umbria, istituto specializzato nella manutenzione e valorizzazione dei centri storici e del quale fanno parte Regione Umbria, Comune di Orvieto, Comune di Assisi, Comune di Todi che è stato l’animatore di questo progetto.

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