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Napoli

La città di Napoli vista attraverso gli occhi del fotografo Paco Pixel

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NAPOLI (Di Anna Calì) – Napoli è una città che incanta e sorprende, un luogo dove ogni angolo racconta una storia, ogni strada è un palcoscenico e ogni vicolo è una finestra aperta sul cuore pulsante della città. Camminando per le sue strade, è impossibile non rimanere affascinati dai colori vivaci dei panni stesi al sole, dai profumi intensi che provengono dalle cucine, dai suoni vivaci del dialetto che riempiono l’aria, dei ragazzini che giocano a pallone per le viuzze. Se ci fermiamo e osserviamo tutto ciò da lontano potremmo vedere che la città Partenopea somiglia proprio a un set di un cinema all’aria aperta.

Il primo impatto con Napoli è spesso un’esperienza sensoriale. I colori delle facciate dei palazzi, che vanno dal giallo ocra al rosso pompeiano, creano un contrasto vivace con il blu profondo del Golfo. I mercati rionali esplodono di vita, con le bancarelle che offrono frutta e verdura freschissima, pesce appena pescato e una varietà di prodotti che raccontano la ricchezza della tradizione culinaria partenopea.

Passeggiando per Spaccanapoli, si è avvolti dal profumo del caffè appena fatto, della pizza appena sfornata e delle sfogliatelle calde. Ogni aroma è un richiamo alla convivialità, alla gioia di vivere che caratterizza questa città unica.

Ma fermiamoci un attimo e pensiamo cos’è che potrebbe mai vedere un occhio più attento, come per esempio quello di un fotografo? Per scoprire il vero volto di Napoli, abbiamo parlato con Pasquale, conosciuto su Instagram come: “Paco Pixel94”.

Come nasce la passione per la fotografia e cosa hai provato nel momento esatto in cui hai stretto una macchina fotografica tra le mani?

“La passione per la fotografia nasce spontaneamente, poiché in passato scattavo con un comune cellulare. Poi ho sentito la necessità di approfondire e quindi ho iniziato a seguire vari tutorial da autodidatta per poi acquistare la prima reflex. Iniziare a scattare con la mia prima macchina è avvenuto nel medesimo momento dove io stavo attraversando un momento buio e quindi la fotografia mi ha sicuramente dato una bella mano per superarlo. Quando ho stretto tra le mie mani quella reflex ho provato sicuramente una sensazione di libertà, perché attraverso la fotografia riesco a comunicare molto più facilmente ciò che si annida nella mia anima”.

Qual è la tua fonte d’ispirazione maggiore e cosa vuoi trasmettere con i tuoi scatti?

“La mia fonte d’ispirazione cambia di volta in volta in base al momento che sto vivendo. Non scatto mai per seguire delle mode, anzi mi capita anche di avere dei vuoti dove non trovo ispirazione e mi concedo dei periodi di pausa. Attualmente è un momento un po’ così, che non riesco a definire ma potrei dirti che ora è una donna in particolare che mi ispira un qualcosa, che mi da uno stimolo particolare nel fotografare. A volte la vita è strana, il giorno prima sei felice mentre il giorno seguente cambia tutto rapidamente e a volte vieni investito da tanti eventi dove perdi la lucidità e finisci col perderti in mille e inutili parole che scatenano soltanto malintesi, dove non chiarisci e finisci con l’essere pesante quando non vorresti. Quindi in questo momento attraverso la fotografia voglio mostrare quale sia la mia vera persona, perché in questo periodo è venuta fuori un’idea sbagliata di me e non sono riuscito a dire realmente ciò che mi porto dentro e spero che il mio essere Pasquale e il mio messaggio riesca ad arrivare a quella persona”.

Il soggetto principale delle tue foto è Napoli e ognuno di noi ha delle emozioni e sensazioni diverse quando ci troviamo ad ammirare il Vesuvio o il suo Golfo, tu da fotografo, cos’è che vedi di questa città che noi non riusciremmo mai a vedere e qual è la cosa che più ti affascina?

“Di Napoli quello che percepisco è di sicuro il fatto che sia una città che puoi vedere anche milioni di volte ma è contraddistinta da un’infinità di sfumature e piccoli dettagli che ogni volta che la vivi ti lascia sempre qualcosa di nuovo dentro ed è una cosa che mi affascina tantissimo. Una semplice passeggiata per le vie di Napoli per me rappresenta una medicina, quel qualcosa che ti rimette in pace con il mondo, ecco forse è questo quel qualcosa che colgo rispetto a tutti gli altri”.

Qual è il tuo luogo preferito di Napoli e per quale motivo?

“Ti dirò che di luoghi preferiti a Napoli ne ho molteplici, però se devo esprimere una mia preferenza di sicuro penso alla scogliera del molo di Mergellina e al belvedere di San Martino”.

Qual è stata la fotografia che ti ha regalato più emozioni e perché?

“Anche qui ne ho diverse e cambiano in base al periodo, però attualmente ti direi di una foto che ho scattato al Parco Virgiliano al tramonto, perché l’ho scattata insieme ad una persona ed è come se ci fossimo entrambi in quel tramonto che abbiamo immortalato. Mi ha trasmesso un senso di libertà, di belle sensazioni che vorresti sempre rivivere”.

Cosa ti piacerebbe fotografare che ancora non hai fatto?

“Ci sono davvero tantissimi posti in Italia e nel mondo che vorrei fotografare, la lista è lunga”.

Cosa ti senti di consigliare a tutti i giovani che come te hanno la passione per la fotografia?

“Mi sento di dire loro di scattare di pancia e di non seguire le mode e nemmeno di tener conto al numero di followers. Non è tutto oro quel che luccica sui social, e lo dico da chi li vive tutti i giorni. Ci sono tante dinamiche che magari portano qualcuno ad avere più followers di un’altra persona e a volte non è merito delle abilità fotografiche ma di ben altro…a buon intenditore poche parole. Quindi scattate ed esprimete tutto ciò che avete dentro, nella vostra anima”.

E se dovessi raccontare la Napoli di oggigiorno, che luogo sceglieresti e che messaggio vorresti lanciare?

“Se dovessi raccontare la Napoli di oggi come luogo sceglierei di sicuro ogni posto dove si possa respirare l’arte infinita di questa città, che sia un museo, o una stazione della metro oppure un vicolo, Napoli è semplicemente arte ad ogni passo e penso sia il momento di smetterla con i soliti stereotipi che sono ormai obsoleti e noiosi. I problemi, anche seri, ci sono in tutte le metropoli del mondo”.

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