NAPOLI – Un documentario per raccontare le esperienze del progetto FA.C.E. – Farsi Comunità Educanti che ha coinvolto numerose famiglie delle periferia orientale di Napoli, e non solo. Genitori, nonni e bambini 0-6 anni sono stati i protagonisti dei laboratori svolti in tre ‘face zone’ del quartiere Ponticelli, location appositamente allestiste nell’ottica di una educazione di qualità. Il documentario, realizzato dall’agenzia di stampa Dire per raccontare le attività e i risultati di FA.C.E., ha coinvolto adulti, bambini, educatori e insegnati che hanno lavorato agli appuntamenti che si concludono a metà giugno.

Il progetto FA.C.E. – selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile – ha come capofila la Fondazione Reggio Children e a Napoli vede in partnership l’istituto comprensivo 70 Marino Santa Rosa di Ponticelli, l’associazione Atelier Remida Campania e l’Assessorato all’istruzione del Comune di Napoli. Dalla musica lirica ai giochi con la luce, dalla creatività attraverso la carta alle emozionanti letture, dalla meraviglia della natura alle tecnologie digitali. Le attività hanno dato spazio alla creatività con l’obiettivo di far sperimentare i diversi linguaggi artistico-espressivi e scientifici. Le realtà coinvolte nei laboratori di FA.C.E. Napoli sono le associazioni Ayekantun, Aporema e Scienza Semplice e il programma Nati per leggere. A lavoro anche gli esperti digitali dell’istituto comprensivo di Ponticelli e quelli di Remida Napoli.

Oltre Napoli sono coinvolte anche le città di Palermo, Reggio Emilia e Teramo con azioni che offrono e ampliano i servizi educativi per la fascia 0-6 anni. In tre anni di attività sono stati coinvolti educatori, insegnanti, psicologi, pedagogisti, dirigenti scolastici, atelieristi, amministratori pubblici ed esperti.

La lotta alla povertà educativa nei mesi della pandemia
L’incontro finale con il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi

Trenta interventi di esperti di educazione 0-6 e protagonisti dei territori

“Grazie di questa idea che si possa rivedere lo sviluppo del nostro Paese dagli occhi dei bambini”, così il Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, intervenuto all’evento conclusivo online del progetto FA.C.E. – Farsi comunità educanti venerdì pomeriggio. Il progetto è stato selezionato dall’impresa sociale Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile nato da un’intesa tra le Fondazioni di origine bancaria rappresentate da Acri, il Forum Nazionale del Terzo Settore e il Governo, e affidato alla capofila Fondazione Reggio Children – Centro Loris Malaguzzi, che porta con sé l’esperienza educativa di Reggio Emilia.

Fondazione Reggio Children e Con I Bambini “sono due grandi esperienze educative che si incontrano su questa idea dell’agire nelle periferie – ha detto il Ministro Bianchi – insieme alla scuola e nelle scuole, come momento di costruzione di una comunità educante”. “Una comunità educante che deve avere il senso della responsabilità nei confronti dei bambini, ma soprattutto sentirsi “con” i bambini – ha continuato -. Una comunità educante che diventa parte centrale di un Paese che vuole uscire non solo dalla pandemia, ma dalla lunga stagnazione che l’ha segnata”. “Ancora una volta ripartendo dai bambini, dall’esperienza importantissima, realizzata dai tempi di Loris Malaguzzi con lo 0-6, – ha affermato il Ministro Bianchi – cioè i bambini di quella che si chiama età prescolare, oggi parte organica dei processi educativi, noi oggi dobbiamo guardare anche oltre, dobbiamo capire anche come questa esperienza riesca a nutrire tutta la fase successiva, in quella che è l’età scolare, l’età dell’obbligo e anche oltre”.

L’evento ha raccontato, dalla voce di trenta persone tra esperti e protagonisti dei territori, il progetto FACE iniziato nel 2018 nelle periferie di Napoli, Palermo, Reggio Emilia e Teramo con l’obiettivo di potenziare i servizi educativi 0-6 anni e di dare vita a comunità educanti.

Rinaldi: “La povertà educativa è necessità di prendersi cura”
“Periferia è quello che non è centrale, perché non viene messo al centro” ha detto Carla Rinaldi, spiegando l’attività di solidarietà, ricerca ed educazione di qualità di Fondazione Reggio Children di cui è presidente. “Per fare educazione di qualità vanno create comunità e la scuola ha un ruolo essenziale. Quello che è stato chiaro con Face è che la povertà educativa non è solo mancanza di mezzi, ma è necessità di cura, di prendersi cura: cura dei bambini, delle relazioni, delle proposte, degli spazi, dell’apprendimento. Le prime ricchezze da cui partire sono il protagonismo dei bambini, quindi i servizi 0-6 e la comunità educante. E’ in questo modo che contesti genericamente definiti di povertà educativa si sono rivelati proposte di ricchezza educativa”.

Rossi-Doria: “Nuove fragilità, spendere bene le nuove risorse”

“Siamo in una fase nuova, in cui stanno emergendo nuove fragilità e bisogni – ha ricordato il presidente di Con I Bambini Marco Rossi-Doria – Una situazione di grande difficoltà con divari e disuguaglianze aumentate, nel numero di minori in povertà relativa, raddoppiati in 10 anni e aggravati in pandemia e anche in povertà assoluta, triplicati in 10 anni e con un aggravio straordinariamente difficile da accettare per un paese che fa pochi figli, un Paese ricco, del G8”.

“Durante la pandemia c’è stata poca attenzione e ora si oscilla tra un’attenzione silente e mettere i nostri bambini nella scatola della generazione dimenticata. I nostri progetti, come Face, fanno l’opposto insieme a tanti altri cantieri in giro per l’Italia. Il compito è far diventare esperienze pubbliche queste nostre sperimentazioni”.
“Stanno finalmente arrivando tanti soldi – ha aggiunto – il Pnrr immette per l’infanzia risorse che non si vedevano dal secondo dopoguerra e nella programmazione europea è stato inserito il Child Guarantee. Occorre assicurare che questi soldi arrivino e vengano spesi bene per poter garantire qualità e innovazione insieme a tutti i soggetti, enti, istituzioni scolastiche, terzo settore, organizzazioni del territorio. Una cosa è certa: la scuola è un grande presidio della Repubblica, soprattutto nei territori di crisi, ma da sola non ce la può fare, occorre una comunità. Face dimostra che è possibile”.

Zizzo (Frc): “Più iscrizioni ai servizi educativi grazie a Face”

Il progetto FACE – Farsi Comunità educanti è stato descritto in numeri e obiettivi raggiunti da Giuseppe Zizzo, direttore di Fondazione Reggio Children: “Il progetto ha rafforzato la consapevolezza di tutti riguardo l’importanza della educazione di qualità 0-6 e della comunità educante nel contrasto alla povertà educativa minorile e sappiamo che tutti i territori stanno lavorando per poter dare seguito all’esperienza”.

“Face è riuscito nell’obiettivo di avvicinare ai servizi educativi il 17% dei bambini che non li frequentavano e che hanno partecipato alle attività del progetto. E’ stato possibile ristrutturare nove spazi scolastici, facendone ambienti di apprendimento di qualità. Uno dei successi di tutto il progetto è stata l’apertura di una sezione Primavera con il Comune di Teramo” ha aggiunto. La rete attivata ha visto 20 partner nazionali e locali e in tutto circa sessanta istituzioni pubbliche e scolastiche, enti, associazioni del territorio. Le persone che hanno interagito sono state circa tremila tra cui oltre mille bambini.

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