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Nuove concessioni iGaming del 2024, ecco cos’è cambiato

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Per diversi mesi, addirittura anni, si è discusso in merito al riordino del comparto del gioco online. Con lo sviluppo della digitalizzazione in qualsiasi campo, da quello dell’intrattenimento a quello sanitario, e con i tanti passi in avanti che sono stati effettuati dal punto di vista tecnologico, il settore dell’iGaming è diventato sempre più centrale nell’economia del nostro Paese, registrando dei numeri elevatissimi, i quali hanno di gran lunga superato quelli che hanno a che vedere con il comparto fisico. Tuttavia, le concessioni e le regolamentazioni delle quali bisognava discutere erano diverse e così negli ultimi mesi se ne è parlato tanto. 

La riforma del gioco pubblico, che ha compiuto il passo decisivo in data 3 aprile con l’approvazione del Parlamento e con la conseguente pubblicazione del decreto legislativo, ha abbracciato il settore dei nuovi casinò online a 360 gradi, partendo dai PVR e dalle skin, fino ad arrivare alle varie concessioni per il gioco digitale, all’obbligo di pubblicità responsabile e alla conformazione dei siti scommesse. Andiamo a scoprire i tasti e i punti che sono stati toccati da questa riforma, fondamentale per la regolamentazione di un settore in costante crescita e in continua fase di sviluppo negli ultimi anni.

I PVR e le concessioni online: quali sono stati i cambiamenti apportati da questa riforma

Per quanto concerne le prime modifiche apportate dalla riforma del gioco pubblico, partiamo dal segmento che ha a che vedere con l’albo dei Punti Vendita Ricariche (PVR). In merito a questo, infatti, per il Governo il costo all’albo dovrà essere di 100 euro annui, inoltre si prevede che i punti interessati alla regolarizzazione debbano essere perlomeno 30mila. Mentre non c’è la possibilità di prelevare somme di denaro dai conti o di riscuotere vincite, ci sarà invece l’opportunità di ricaricare settimanalmente fino ad un massimo di 100 euro. Nel momento in cui si supera questo limite, dovranno essere necessariamente utilizzati degli strumenti elettronici di pagamento, in modo tale da rendere le transazioni tracciabili e quindi sicure. 

Concentrandoci sulle concessioni per il gioco online, invece, è stato innanzitutto confermato il costo fissato a 7 milioni di euro, mentre da parte di ogni concessionario ci sarà l’obbligo e il dovere di investire ogni 365 giorni lo 0,2% dei propri ricavi netti in campagne informative e di comunicazione responsabile. Tutto questo, tuttavia, per un massimo di un milione di euro all’anno. Per queste campagne di promozione, inoltre, il concessionario interessato avrà anche l’opportunità di adoperare il proprio logo.

Quali sono le altre modifiche previste dalla riforma del gioco online

Considerando il fatto che ciascun concessionario sarà obbligato ad utilizzare un solo sito di riferimento, quindi senza affiliati, ed una sola app per ogni tipo di gioco, appare piuttosto evidente il fatto che uno degli altri cambiamenti apportati dalla riforma del gioco online, avvenuta dopo il sì definitivo del Consiglio dei Ministri, sia stato quello legato alle skin, per le quali è stato ufficialmente decretato lo stop. Inoltre, sia sul sito di riferimento che sull’app sarà assolutamente obbligatoria la presenza del logo del concessionario, altrimenti si andrebbe incontro alla sospensione della concessione fino alla decadenza. 

Per quanto concerne la tutela dei giocatori, invece, ci saranno delle forti limitazioni sull’età e sul comportamento del giocatore, in più ci saranno delle autolimitazioni che avranno a che vedere con il tempo e con la spesa. A proposito di questo, infatti, sulle varie piattaforme di casinò online verranno inviati in automatico dei messaggi ai videogiocatori con il compito di avvertirli in merito alla durata delle sessioni di gioco, al limite preimpostato e ai livelli di spesa. Per concludere, nel testo che vede come protagonista la riforma del gioco online c’è anche il tema legato alla concessione per il gioco del Lotto, la quale avrà una durata di 9 anni ed una base d’asta di partenza pari a 1 miliardo di euro.

 

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