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12 marzo, la giornata contro la violenza sugli Operatori Sanitari

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NAPOLI (Di Giulia Sferrazzo) – Il 27 gennaio 2022 venne firmato un decreto ministeriale dall’allora ministro della Salute, Roberto Speranza, il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, e il ministro dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa che decretava la giornata del 12 marzo a sostegno degli operatori socio sanitari e contro ogni tipo di violenza sia fisica che verbale. Una data che, soprattutto dopo gli eventi accaduti negli ultimi mesi, è fondamentale e serve a sensibilizzare tutti i cittadini che hanno il diritto e il dovere di sapere a cosa vanno incontro i medici e gli infermieri che ogni giorno sono a nostra completa disposizione.

Sono numerose le aggressioni che hanno preso luogo negli ospedali e nelle cliniche di tutta Italia, oltre 16mila solo nel 2023 e i dati non sembrano migliorare. Proprio negli scorsi giorni altri due casi si sono verificati a Napoli, uno al CTO dove due parenti di una paziente hanno danneggiato la porta del triage, provando ad aggredire i medici, e un altro a Villa Betania dove due pazienti, stanchi di aspettare hanno rotto la porta del pronto soccorso e aggredito verbalmente infermieri e i dottori presenti. Una situazione che sembra ormai ingestibile e che mette sempre più a rischio l’incolumità di coloro che lavorano per il bene dei propri pazienti.

In merito alla questione abbiamo sentito il parere del presidente dell’associazione “Nessuno Tocchi Ippocrate”, il dottor Manuel Ruggiero che a seguito delle nostre domande si è espresso così:

Buongiorno dottor Ruggiero volevamo chiederle come va la situazione da inizio anno, ci sono stati miglioramenti?

“La situazione, come ogni anno vede marzo e aprile come periodi un po’ più calmi, in quanto termina quello che è il picco influenzale, anche se stiamo andando incontro alla primavera e all’estate, mesi in cui il numero di attacchi al personale torna a crescere.

Proprio domenica sono avvenute altre tre aggressioni: quella al CTO di Napoli, quella a Villa Betania, ed una terza, di cui abbia saputo questa mattina, al Ruggi d’Aragona dove un paziente tossicodipendente ha distrutto la vetrata del triage. Il trend quindi non è mai calato, l’unico anno di tregua è stato quello dell’inizio della pandemia, dove le persone non si recavano però al pronto soccorso poiché chiuse in casa.

Al momento si contano 10 aggressioni nella zona di Napoli, e ben 11 nella zona di Napoli 2, dati che ci mostrano come anche in provincia stiano aumentando le violenze”.

Cosa auspica da Regione e Asl?

“Nonostante tutti i mezzi messi a disposizione dal governo, il numero di aggressioni al personale non si abbassa. C’è bisogno di telecamere su tutte le ambulanze della regione, di leggi che ci tutelino e di inasprire le pene. Ad oggi accade che pazienti denunciati siano a piede libero e che possano quindi tornare negli ospedali. Le Asl devono invece costituirsi parte civile nei processi contro gli aggressori”.

 Come si difende la categoria?

Molti operatori chiedono il trasferimento, c’è un po’ una fuga del personale. In attesa del trasferimento però continuiamo a fare il nostro lavoro, non rispondiamo in caso di attacchi e prestiamo le giuste cure al paziente. C’è da dire che siamo tutti in burn out, andiamo a lavoro senza sapere cosa ci aspetta, se accadrà qualcosa”.

I presidi di polizia negli ospedali vanno potenziati?

“I drappelli vanno sicuramente potenziati e garantiti, non tutti i pronto soccorso hanno i drappelli di polizia e quelli in cui sono presenti sono tempo-dipendenti e lasciano scoperta la notte, il periodo in cui avvengono maggiori attacchi e quello di maggiore tensione in ospedale”.

Per concludere quindi di cosa ha bisogno il personale socio-sanitario?

“In poche parole: c’è bisogno che tutto il personale abbia la qualifica di pubblico ufficiale e che questo tipo di reati siano riconosciuti come reati a procedibilità d’ufficio, quindi senza che la parte lesa abbia bisogno di sporgere querela contro gli aggressori”.

Un clima incerto e che vede medici e infermieri sempre più spaventati dagli improvvisi attacchi che accadono, questo è quello che traspare dalle parole del dottor Ruggiero.

Stamattina anche la pagina social dell’associazione “Nessuno Tocchi Ippocrate”, attraverso un post, ha ribadito l’importanza di questa giornata all’insegna del rispetto delle professioni sanitarie e dell’educazione nei confronti dei lavoratori.

Oltre al parere del dottor Manuel Ruggiero, abbiamo però avuto il piacere di sentire anche la dottoressa Annamaria Ascione a riguardo, che ha ricordato tutti quei medici che hanno perso la vita per compiere il loro lavoro.

 

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