NAPOLI – «I medici della Federico II ci hanno fatto il più bel regalo che potessimo desiderare». Con la voce ancora rotta dall’emozione, Lia parla dello straordinario intervento realizzato dall’equipe dell’Unità Operativa Semplice Dipartimentale di Chirurgia dei Grandi Vasi, guidata dal professore Gabriele Iannelli, dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli. Un’operazione di chirurgia mini-invasiva al cuore mai eseguita prima in Italia, grazie alla quale sua madre Regina Cotugno, 81 anni a gennaio, è potuta tornare a casa. Ad attenderla, dopo il delicato intervento, i suoi quattro figli. Ma anche i sette nipoti e i cinque bisnipotini.

Un’intera famiglia che ha attraversato tante emozioni, dalla disperazione per un intervento impossibile da effettuare, nella sua forma tradizionale, alla gioia del ritorno a casa. «Mamma ha sempre avuto una vita difficile – racconta la figlia Lia – ha sempre lavorato sodo e non ci ha mai fatto mancare nulla». A cambiare il destino di nonna Regina, lo scorso mese di settembre, è stato l’intervento effettuato dall’equipe guidata dal professor Iannelli, con la stretta collaborazione del professor Luigi Di Tommaso (direttore della Scuola di Specializzazione di Cardiochirurgia) e il supporto anestesiologico della dottoressa Imma Fontana.

«Siamo intervenuti per risolvere una gravissima patologia dell’aorta, determinata da un’importante ipertensione, che viene definita tecnicamente dissecazione aortica acuta di tipo A. Si tratta di una sorta di scollamento degli strati della parete dell’aorta, con una sua iniziale e pericolosa rottura», spiega Iannelli. «Un intervento a cuore aperto e in circolazione extracorporea, come di norma avviene, sarebbe stato impossibile da eseguire su una paziente così anziana e già operata precedentemente al cuore. Le sarebbe stato certamente fatale». Ecco perché i chirurghi dell’Azienda federiciana hanno scelto di intraprendere una strada mai tentata prima in Italia, un trattamento mini-invasivo endovascolare con l’impianto di uno stent, senza l’uso della circolazione extracorporea. «Se non avessimo effettuato l’intervento con un approccio mini-invasivo, l’unica possibilità sarebbe stata la terapia medica che, purtroppo, è associata ad una mortalità superiore al 75% nei primi sei mesi. Si apre, quindi, una nuova opportunità per i pazienti, soprattutto per gli anziani con gravi patologie».

A rendere possibile la pianificazione e la realizzazione dell’operazione, un’esperienza più che ventennale nell’ambito della chirurgia endovascolare e l’uso di attrezzature angiografiche di alta tecnologia recentemente acquisite con il contributo della Scuola di Medicina e Chirurgia presieduta dalla professoressa Maria Triassi.

«È una soddisfazione da tutti condivisa quando il lavoro di equipe, l’avanguardia nella ricerca e l’innovazione tecnologica si incontrano per fornire nuove, concrete risposte assistenziali ai bisogni dei pazienti. Come Azienda Ospedaliera Universitaria dobbiamo sempre guardare ai nuovi orizzonti della ricerca e dell’assistenza per garantire standard elevati e risposte di eccellenza sul territorio regionale», sottolinea Giuseppe Longo, Direttore Generale dell’AOU Federico II.

Grazie a questa straordinaria operazione, nonna Regina è potuta tonare a casa, riprendere rapidamente le sue attività quotidiane e persino effettuare un piccolo intervento di calcolosi che, se il suo problema all’aorta non fosse stato risolto chirurgicamente, non avrebbe mai potuto affrontare. Ma più di tutto, è tornata a casa felice di poter riabbracciare quei nipoti che, dice «fanno battere ancora più forte il mio cuore».

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