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NAPOLI – Si stima che il fenomeno della antibiotico-resistenza, vale a dire la scarsa o nulla risposta agli antibiotici da parte dei cosiddetti “superbatteri”, determini, ogni anno, più di mezzo milione di morti nel mondo ed entro il 2050  il numero potrebbe raggiungere i 10 milioni di persone, superando i decessi legati al cancro (circa 8 milioni).

Delle problematiche e delle possibili soluzioni si discute venerdì 20 gennaio, dalle ore 10.00 alle 18.00, nella Aula Magna di Biotecnologie (Via Tommaso de Amicis, 95), durante il congresso: “La nuova sfida dell’infettivologia: la antimicrobial stewardship”, promosso dal Policlinico Federico II con il patrocinio della Società Italiana di Malattie infettive e Tropicali (SIMIT).”Una delle cause predominanti dell’antibiotico resistenza è senza dubbio l’uso indiscriminato degli antibiotici nell’uomo e negli animali– sottolinea Guglielmo Borgia, Presidente del Congresso e direttore della UOC di Malattie Infettive dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II- circa la metà degli antibiotici utilizzati nell’uomo viene assunta senza una reale indicazione”.L’Italia è tra i primi posti per il consumo di antibiotici e di conseguenza anche per la percentuale di ceppi resistenti. Nel contesto nazionale, la Regione Campania ha purtroppo tassi superiori alla media sia sotto il profilo della resistenza agli antibiotici che dei relativi costi sanitari.Per contrastare il fenomeno della antibiotico- resistenza una delle possibili soluzioni è costituita dall’attivazione di un programma di antimicrobial stewardship, ovvero l’ottimizzazione della prescrizione di ogni singola terapia antibiotica.”Il programma di antimicrobial stewardship consiste nella creazione di un team in cui consulenti infettivologi, con la stretta collaborazione di microbiologi, igienisti, farmacisti ospedalieri, farmacologi, in modo sistematico, valutano l’appropriatezza delle prescrizioni antibiotiche, modificandole secondo necessità, al fine di garantire la migliore terapia possibile per il paziente, con le dosi e la durata corretta per evitare l’uso improprio dei farmaci, minimizzando gli effetti collaterali e riducendo i costi”, precisa Ivan Gentile, responsabile scientifico del congresso e afferente alla UOC di Malattie Infettive dell’Azienda.Il programma di antimicrobial stewardship, ampiamente validato da autorevoli linee guida internazionali, già implementato nelle maggiori realtà sanitarie dei paesi occidentali, e che si intende promuovere anche nell’ambito dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II, ha l’obiettivo di migliorare la sopravvivenza e la qualità di vita dei pazienti con infezioni, ridurre le resistenze ed abbassare i costi.Il congresso prevede due sessioni, in cui si alterneranno gli interventi dei maggiori esperti del settore. Si discuterà dell’analisi dei nuovi “superbatteri” e delle proposte di un approccio condiviso e multidisciplinare, necessario per rispondere al fenomeno dell’aumento e diffusione delle patologie collegate al fenomeno dell’antibiotico-resistenza.Aprono i lavori: Vincenzo Viggiani, Direttore Generale dell’AOU; Luigi Califano, Presidente della Scuola di Medicina e Chirurgia dell’Università Federico II di Napoli; Natale Lo Castro, Direttore Amministrativo; Gaetano D’Onofrio, Direttore Sanitario e Antonio Chirianni, Presidente Nazionale SIMIT.

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