Accettare il proprio aspetto fisico contribuisce a migliorare il benessere psicologico, spiega il dott. Sergio Marlino, chirurgo plastico ed estetico. Nella maggior parte dei casi, chi ricorre alla chirurgia lo fa perché non si piace.
Vedersi belli aiuta ad accrescere l’autostima e ad avere fiducia in se stessi. Segni del tempo più marcati o un corpo percepito come “sproporzionato”, possono creare disagio, influenzando le relazioni, la vita sociale e perfino quella lavorativa.
Quando la chirurgia estetica nasce da queste motivazioni personali, può considerarsi un alleato del benessere psicofisico.
Dopo un intervento chirurgico, il cambiamento non sarà solo visibile esteticamente, ma si rifletterà nel modo di vivere le relazioni e nella capacità di affrontare la vita.
La maggior parte dei chirurghi plastici ed estetici collabora con la figura dello psicologo. Prima di un intervento, ogni paziente sostiene un colloquio con il terapeuta, il quale deve valutare se dietro alla sua scelta si nasconde la dismorfofobia.
La chirurgia estetica non deve mai essere dettata da pressioni esterne, mode passeggere o paragoni fatti sui social, ma deve essere un gesto d’amore verso sé stessi. Dobbiamo star bene con il nostro corpo, guardarci allo specchio e provare gioia.
Se un intervento aiuta a raggiungere questo equilibrio, allora la chirurgia estetica non è solo un atto medico, ma un percorso verso il benessere psicofisico.

















