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NAPOLI – Partono per trovare lavoro e, quando ne anno la possibilità, si guardano bene da rientrare. Questo il profilo dei medici campani secondo i dati che emergono da un dossier sul disagio lavorativo messo a punto dall’Anaao Assomed Campania e  presentato nella sala convegni dell’Azienda Ospedaliera dei Colli. All’incontro hanno preso parte, tra gli altri, il segretario regionale dell’Anaao Bruno Zuccarelli, il Direttore Generale dell’azienda ospedaliera dei Colli Giuseppe Longo e il Direttore Generale dell’A.O. Santobono Pausilipon Annamaria Minicucci.

Dal dossier emergono dati a dir poco inquietanti. «In Italia, al 2016, i medici attivi fino all’età di 70 anni, sono circa 354.000», fanno notare i responsabili scientifici Antonio De Rosa, Marlene Giugliano e Annamaria Mazzella. «L’età media 54 anni, con l’ovvia conseguenza che sino al 2025 si prevede una vera e propria emorragia di pensionati: ben 47.284 medici, con una media annua di 4.720. In Campania nel 2015 sono fuoriusciti 1.746  ( vale a dire 1.101 uomini e 645 donne) a fronte di 629 assunzioni (dati CAT). La Campania, inoltre, è una regione nella quale la sanità si regge sui precari che, per quel che riguarda i medici, ad oggi circa 800. A questi si devono poi aggiungere tutti gli altri operatori sanitari (infermieri, tecnici, oss)».

Emblematiche delle difficoltà che incontrano i giovani medici a Napoli e in Campania sono le parole del dottor Cesare Quarto, laureato e specializzato a Napoli, ma “fuggito” a Londra. «Dopo la laurea nel 2001 e la specializzazione in cardiochirurgia nel 2006 ho scelto di andare in Inghilterra. Desideravo avere successo, o almeno provarci. Ho capito subito che a Napoli non sarebbe stato possibile. Troppi gli esempi di colleghi che prima di me erano rimasto “bloccati” nel sistema. Lavoro in Inghilterra ormai da dieci anni, all’inizio era nata come un’avventura, non sapevo quale sarebbe stata la mia destinazione finale. Oggi ho 40 anni e in pratica responsabile dell’Unità di cardiochirurgia in uno degli ospedali migliori al mondo per questo tipo di specialità (il Royal Brompton and Harefield Hospital). Napoli mi manca? Certo. Mi manca il supporto della famiglia, gli amici di lunga data. Nonostante questo non tornerei. Tornare significherebbe rinunciare a tutto. Qui la qualità della mia vita è migliorata. Mi sono realizzato professionalmente e sentimentalmente, la mia famiglia è qui e l’Inghilterra oggi offre ai miei figli migliori opportunità».    

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