NAPOLI – La battaglia dei laboratori di analisi per il diritto a forme di aggregazioni diverse da quelle del consorzio sembra essere arrivata ad una svolta, un cambio di rotta che consentirà a centinaia di piccole e medie imprese  di proseguire a lavorare aggregate nella forma della «Rete Contratto». Un discorso che potrebbe sembrare solo tecnico, fatto di cavilli e prescrizioni normative, ma non è così.

La pratica di quanto ottenuto grazie al lavoro della  consigliera regionale Antonella Ciaramella (Pd) si tradurrà in circa 2.000 posti di lavoro che non si perderanno. Il termine fissato per completare l’iter di ammissione della Rete Contratto nel sistema di aggregazione voluto dalla finanziaria del 2007 è per giugno 2018, sino ad allora i laboratori più piccoli potranno continuare a lavorare indicando la forma di aggregazione prescelta che non dovrà essere necessariamente quella del consorzio.Per Elisabetta Argenziano, presidente di Federbiologi «la strada intrapresa segna una svolta decisiva». La Argenziano ricorda infatti che la direzione opposta stava portando verso un sistema nel quale l’unica cosa ad essere tutelata era il profitto, a scapito della sostenibilità sociale con il mantenimento dei livelli occupazionali esistenti. Ovviamente per i biologi campani il percorso da fare è ancora lungo, ma almeno adesso si vede la possibilità di una soluzione.«Il compito della politica – ha detto il presidente della V Commissione Regionale Sanità Lello Topo – è quello di analizzare la realtà, favorire il dialogo e stabilire quale strada intraprendere. Questa forma aggregativa è prevista nei decreti commissariali, garantisce al qualità e fa in modo che non si perdono posti di lavoro. Non avremmo alcun motivo per scegliere di non praticare questa strada».L’istituzione del modello di Reti di contratto – ha affermato Silvana Papa, presidente Confapi Sanità – costituisce uno strumento valido non solo per i tantissimi laboratori che si sono sostituiti alle carenze del sistema pubblico, ma anche per le piccole e medie imprese. Questa è la risposta giusta sia per gli imprenditori che per i lavoratori”. Una risposta che le organizzazioni attendevano da quattro anni, tempo in cui – ha sottolineato Papa – ”è mancata la politica, sostituita dalla monarchia dei commissari ad acta che non hanno l’attitudine per rispondere ai bisogni dei cittadini. Con questa legge – ha aggiunto – finalmente la politica si è riappropriata delle decisioni in Sanità”.

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