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NAPOLI – «Le misure di contenimento stabilite per arginare la diffusione del contagio, che quasi certamente andranno avanti sino a maggio, rischiano di stroncare le centinaia di lavoratori privati accreditati con il Servizio Sanitario Regionale. Strutture che sono tutt’ora aperte al pubblico per erogare le prestazioni urgenti e indifferibili». A lanciare l’allarme sono il segretario nazionale di Federbiologi Elisabetta Argenziano e la presidente di Confapi Sanità Campania Silvana Papa. La richiesta indirizzata al presidente della Giunta Regionale Vincenzo De Luca è che venga corrisposto un acconto pari al 90% del fatturato, calcolato quale media fra i fatturati degli ultimi tre anni, riguardante il periodo dei mesi di marzo, aprile e maggio. «Soldi che consentirebbero – spiegano di evitare o limitare al minimo – il ricorso agli ammortizzatori sociali, peraltro insufficienti a coprire l’emergenza sino al mese di maggio». La misura si riferisce a quanto già disposto dalla Giunta Regionale con la delibera 144 del 17/03/2020. Una delibera per la quale «(…)in vigenza del periodo emergenziale, tutte le amministrazioni aggiudicatrici di lavori, servizi e forniture ivi comprese enti e società strumentali regionali e degli enti locali, Aziende Ospedaliere, beneficiari di risorse dirette o per il tramite della Regione Campania, possano adottare analoghe procedure di semplificazione dei pagamenti, anche in deroga a quanto definito nei decreti di ammissione a finanziamento, fatte salve in ogni caso le verifiche previste per legge in materia di regolarità contributiva e di antimafia e previa presentazione di tutta la documentazione giustificativa all’uopo prevista(…)». In questo modo, concludono Argenziano e Papa – si garantirebbe per il trimestre marzo, aprile e maggio, ipotizzando che le misure restrittive vengano prorogate fino a tale periodo, il pagamento di quanto spettante alle strutture temporaneamente accreditate appartenenti della specialistica ambulatoriale esterna.

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