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Malasanità in Campania: una storia reale per ottenere giustizia

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Ci sono errori che non si dimenticano. Non perché lasciano una cicatrice, ma perché tolgono una vita. E con essa, il futuro di una famiglia intera. Era entrato in ospedale con sintomi comuni: febbre, stitichezza, un generale senso di spossatezza. Niente di apparentemente grave. I medici lo hanno visitato in fretta, fatto un ECG – risultato negativo – e lo hanno rimandato a casa. Diagnosi: influenza e disidratazione. “Mangi una banana”, gli è stato detto, per integrare il potassio basso. Ma la realtà era ben diversa. Dentro di lui si stava consumando una bomba a orologeria: un aneurisma dell’aorta addominale, silenzioso e letale.

Poche ore dopo, l’uomo è tornato in ospedale. Stavolta in stato di shock, pallido, con sudorazione fredda, dolore addominale lancinante e una pressione sanguigna pericolosamente bassa. Solo allora è stata eseguita un’ecografia addominale: il vaso sanguigno era esploso. Un’emorragia interna devastante lo ha portato alla morte, nonostante il disperato intervento chirurgico d’urgenza.

Quando la diagnosi sbagliata costa la vita

La domanda che ogni figlia, ogni madre, ogni fratello si pone dopo un evento simile è sempre la stessa: “Si poteva evitare?”. La risposta, in questo caso, è sì. Se solo si fosse prestata più attenzione ai sintomi. Se solo si fosse effettuato un esame più approfondito già al primo accesso. Se solo l’ospedale non avesse liquidato quella visita come una banale influenza.

Le figlie dell’uomo, distrutte dal dolore e dalla rabbia, hanno deciso di non rimanere in silenzio. Affidandosi a uno studio legale specializzato in risarcimento danni da malasanità, hanno intrapreso un percorso lungo, doloroso, ma necessario. Perché quando la giustizia sembra lontana, l’unico modo per far valere i propri diritti è affiancarsi a professionisti che sappiano affrontare il sistema sanitario e giudiziario con competenza e determinazione.

Un percorso difficile, tra perizie, ostacoli e attese

Ottenere un risarcimento danni da malasanità non è semplice. La giurisprudenza italiana richiede prove solide, ricostruzioni dettagliate, relazioni medico-legali capaci di dimostrare, con chiarezza, che l’evento si sarebbe potuto evitare. Le figlie dell’uomo si sono trovate a dover ricostruire gli ultimi giorni del padre, raccogliere cartelle cliniche, ottenere perizie indipendenti.

Solo dopo mesi di analisi, perizie e confronti, è stato possibile accertare il nesso di causalità tra l’errore diagnostico e la morte del paziente. La diagnosi errata aveva escluso l’ipotesi più grave – quella vera – condannando l’uomo a un destino che avrebbe potuto essere evitato con un minimo di attenzione in più.

La sentenza: oltre 800mila euro di giustizia

Il Tribunale di Napoli, con la sentenza n. 2340 del 27 febbraio 2024, ha riconosciuto la responsabilità dell’ospedale, sottolineando l’assenza di esami approfonditi nonostante i sintomi compatibili con un aneurisma in rottura. I giudici hanno condannato la struttura a un risarcimento danni da malasanità pari a 816.498 euro in favore delle figlie.

Un importo che comprende il danno morale per la perdita del genitore, il danno patrimoniale per la mancanza di sostegno economico e le spese sostenute nel tentativo, purtroppo vano, di salvargli la vita. Ma, più di tutto, quella cifra rappresenta un riconoscimento concreto del dolore e della verità.

Perché denunciare non è vendetta, ma prevenzione

Denunciare un caso di malasanità non significa cercare vendetta. Significa impedire che lo stesso errore venga ripetuto. Significa dare un nome, un volto, un senso a chi non c’è più. Troppo spesso, chi subisce un danno sanitario ha paura: paura delle complicazioni, paura delle tempistiche lunghe, paura di combattere contro un sistema che appare troppo grande. Ma non si è mai soli, se ci si affida a chi è in grado di guidare ogni passo: studi legali specializzati, consulenti medici, associazioni che da anni combattono queste battaglie.

Come fare: i primi passi da seguire

Se hai vissuto un’esperienza simile, o se hai il dubbio che un familiare sia stato vittima di negligenza medica, il primo passo è sempre lo stesso: raccogliere la documentazione. Chiedi la cartella clinica completa, annota nomi, date, sintomi. Poi contatta un avvocato che abbia già gestito casi di risarcimento danni da malasanità. Sarà lui a indicarti se ci sono i presupposti per procedere, affidando il caso a uno o più consulenti tecnici.

Il percorso è lungo, certo. Ma non è impossibile. E quando si arriva a sentenze come quella di Napoli, si comprende che la fatica, il dolore e l’attesa possono trasformarsi in verità, memoria e dignità.

Questa è solo una delle tante storie di malasanità in Campania. Ma è una storia che ha avuto un epilogo diverso: non solo una tragica perdita, ma anche un riscatto. Un piccolo pezzo di giustizia conquistata con coraggio, determinazione e la volontà di non arrendersi. Perché, a volte, ottenere giustizia significa semplicemente non permettere che tutto venga dimenticato.

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