NAPOLI (Di Stefano Esposito) – Quanto influisce la qualità della vita e le abitudini quotidiane sulla fertilità maschile? Lo abbiamo chiesto al Dott. Mariano Galdiero, Specialista in Endocrinologia e Andrologia, che presta servizio presso l’UOC Medicina Ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli.
Perché la fertilità maschile sta diminuendo e cosa si può fare per migliorare la situazione?
“Non abbiamo purtroppo ancora chiaro quali siano le cause di ciò che stiamo ormai da anni osservando, cioè un declino di circa il 50 % del numero medio di spermatozoi dell’individuo negli ultimi 40 anni e parallelamente, pur considerando i fattori sociologici, la riduzione del tasso di natalità al di sotto della soglia che consente la sopravvivenza della nostra specie( almeno 2 figli per coppia). L’interazione tra fattori genetici ed ambientali è alla base del declino della fertilità. La situazione può migliorare attraverso l’acquisizioni di sempre maggiori evidenze dell’effetto dell’ambiente sull’individuo e instaurando politiche volte alla riduzione dell’inquinamento e del persistente utilizzo di sostanze ormai note per essere dannose per la salute riproduttiva”.
Quali sono i fattori principali che influenzano la qualità del seme maschile?
“I processi biologici che assicurano ad un individuo una buona qualità del seme iniziano fin dalla vita intrauterina e qualsiasi patologia presentatasi durante la vita, l’esposizione a specifici fattori ambientali o professionali e lo stile di vita, possono modificare la possibilità di mantenere in età adulta un’adeguata fertilità”.
In che modo lo stile di vita può incidere sulla fertilità e quali abitudini possono aiutare?
“Quando parliamo di stile di vita dobbiamo necessariamente far riferimento all’alimentazione, al consumo di alcolici, al fumo di sigarette, alla pratica di attività fisica, all’uso di sostanze d’abuso e a ciò che ormai è parte della nostra vita cioè lo stress psico-fisico. Per lasciare un messaggio chiaro ai lettori direi che il nostro organismo ha una suscettibilità quasi geneticamente determinata ai danni potenziali derivanti dai fattori ambientali e dallo stile di vita inadeguato. Ma mentre non possiamo facilmente allontanare i fattori dannosi di tipo ambientale, possiamo decidere di adottare uno stile di vita sano per preservare la fertilità. Abolire il fumo di sigaretta, mangiare sano ed aumentare il consumo di cibi che riducono i processi ossidativi come cereali, frutta, verdura, ortaggi, pesce azzurro, ridurre il consumo di alcool, mantenere un peso corporeo adeguato, praticare una moderata e costante attività fisica possono essere delle semplici azioni per preservare la propria fertilità”.
L’ambiente e le sostanze chimiche possono danneggiare la fertilità maschile? Come proteggersi?
“Certo, numerosi studi hanno dimostrato una correlazione tra il declino della fertilità dell’uomo e l’esposizione a sostanze derivanti da attività antropiche. Il riscaldamento globale, la combustione di carburanti fossili sia a livello industriale che banalmente con i nostri veicoli, l’uso di prodotti chimici in agricoltura come i pesticidi, l’indiscriminato uso di materiali plastici e la combustione o smaltimento illegale di rifiuti (che abbiamo dovuto fronteggiare per anni in Campania), sono ormai annoverati tra le principali cause di riduzione della fertilità maschile.
Metalli pesanti, microparticolato, diossine, pesticidi, ftalati, bisfenolo, giusto per fare un breve elenco, sono tra i principali protagonisti in negativo del declino della fertilità maschile”
Proteggersi da queste sostanze è possibile, ma non semplice perché sono parte della nostra quotidianità e presenti in maniera ‘invisibile’ in ciò che utilizziamo, mangiamo e respiriamo. Sono necessarie politiche educazionali sia in ambito medico che di popolazione per consentire di conoscere quali sono e dove possiamo ritrovare sostanze dannose per la salute riproduttiva e come mitigarne l’effetto. Per fare un esempio, conoscere come leggere una etichetta di un prodotto cosmetico e riconoscere la presenza di sostanze chimiche note per essere tossiche per la riproduzione potrebbe evitarne l’acquisto e preferirne uno privo di tali sostanze”.
Quali sono le soluzioni più efficaci per affrontare i problemi di infertilità maschile?
“Il corretto approccio in caso di una diagnosi di infertilità di coppia in cui il fattore maschile sembra essere la causa prevalente, inizia con la valutazione clinica andrologica, richiede uno studio ecografico delle strutture genito-urinarie ed alcuni esami ematici volti alla valutazione dell’assetto ormonale. La cura, impostata sulla base di quanto emerso dalla valutazione globale, può essere farmacologica o chirurgica. In assenza di concepimenti dopo massimo un anno di trattamento è necessario intraprendere un iter di PMA(procreazione medicalmente assistita)”.
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