NAPOLI – “L’ammissione dei ricorrenti in sovrannumero è lo scenario più plausibile, vista l’ormai dimostrata irregolarità dei Tolc e dell’equalizzatore utilizzato per stilare la graduatoria dei candidati ammessi ai corsi di laurea in Medicina, Odontoiatria e Veterinaria”.
Sono queste le prospettive annunciate da Francesco Leone e Simona Fell, soci fondatori dello studio legale Leone-Fell & C. che ha incardinato oltre tremila ricorsi al Tar Lazio, a corredo della relazione stilata dall’Ingegnere Carmelo Pino, esperto in Intelligenza artificiale, che confuta e mette in discussione l’intero sistema utilizzato dal Cisia per equalizzare i punteggi dei Tolc. Tale relazione, che è già stata depositata agli atti, servirà a i giudici del Tar Lazio per decidere in merito ai ricorsi nell’udienza fissata il 10 gennaio 2024.
Udienza che sarà preceduta il 9 gennaio, a Roma, in piazza dei Santi Apostoli, da una grande manifestazione organizzata dal Comitato #IONONHOIMBROGLIATO e che nei mesi scorsi aveva lanciato una petizione, partita da Napoli, su Change.org contro i Tolc, superando le 60mila firme in pochi giorni.
“Il criterio prescelto dall’Amministrazione non è idoneo ad assicurare il raggiungimento dell’obiettivo che la stessa si era prefissata di raggiungere attraverso il ricorso all’equalizzazione, ossia maggiore equità tra i candidati. (…) La principale criticità nella modalità di selezione casuale da inserire nel test risiede nel mancato controllo, da parte del CISIA, della difficoltà media del test. Difatti, non esiste alcun un meccanismo per evitare che ad uno studente siano assegnate solo domande “difficili” o solo domande “facili”. Tuttavia è ampiamente noto in letteratura che il livello di complessità del test influenza le prestazioni sul test stesso e pertanto somministrare test con livelli non controllati di difficoltà, anche in presenza di un meccanismo di equalizzazione, è una scelta errata”. Questo è quanto sostiene l’ingegnere Carmelo Pino, che vanta collaborazioni con Università italiane, multinazionali e che è stato anche assistente di ricerca presso l’INAF (Istituto Nazionale di Astrofisica).
Per i legali, dunque, viste le evidenti anomalie nel metodo utilizzato per equalizzare i punteggi, non potendo a posteriori attuare misure correttive, l’unica soluzione auspicabile è quella di ammettere i ricorrenti in sovrannumero e ristabilire così un diritto illegittimamente negato, ovvero quello allo studio.
Niente Tolc a febbraio. Il punto di vista della Ministra Bernini
Intanto, nessun decreto ministeriale è stato pubblicato con le date dei prossimi Tolc che si sarebbero dovuti tenere già a febbraio 2024.
“Il fatto che la prossima sessione dei Tolc sia saltata (non ci sono più i tempi tecnici per indire le date, consentire ai candidati l’iscrizione ed espletare le prove, ndr) – spiegano i legali – è già una grande vittoria! Abbiamo lottato sin da subito per dimostrare la fallacità del sistema e tutelare il diritto allo studio dei nostri ragazzi. La decisione del Ministero di studiare sistemi alternativi ai Tolc per l’accesso a Medicina, ancor prima della decisione dei giudici è un risultato che ci rende fieri del lavoro svolto finora”.
Qualche settimana fa, in occasione del meeting di Forza Italia a Taormina, anche la ministra dell’Università e della ricerca Annamaria Bernini era tornata a parlare di test di Medicina: “Il Tolc è ciò che ritengo più anti storico di tutto, non funzionano. I Tolc selezionano in modo sbagliato, non so se io passerei un Tolc – aveva detto al meeting – L’alternativa è un periodo filtro per selezionare in base alle attitudini degli studenti senza perdere troppo tempo e valutando da qui a sei anni di quanti medici abbiamo bisogno”.
“Dalle sue dichiarazioni pubbliche – spiegano i legali – si evince che c’è una volontà chiara che è quella di abbandonare definitivamente un sistema fallace che non ha garantito né equità di trattamento né meritocrazia e di vagliare nuove metodologie di selezione. Ci auguriamo che queste ipotesi vengano attuate già nei prossimi mesi”. Gli avvocati, che da oltre un decennio si occupano di test d’accesso e di selezioni pubbliche, hanno ribadito la loro massima apertura a dare il via a un’interlocuzione fattiva con il Ministero e offrire allo staff tutto il supporto possibile per dare il via a una nuova stagione di selezione e scongiurare, una volta e per tutte, il collasso del Sistema sanitario nazione e ridurre, anno dopo anno, quella carenza medici che sembra diventata endemica in ogni ambito.
Facciamo un passo indietro, cosa è successo?
Lo scorso 25 ottobre, il giudice del Tar Lazio, avendo rilevato la fondatezza delle censure presentate nei ricorsi dello studio legale Leone-Fell, ha ritenuto necessario chiedere opportuni chiarimenti al Cisia in merito al funzionamento dell’equalizzatore e in particolare:
– al numero dei quesiti componenti la banca dati;
– ai criteri e modalità di individuazione dei quesiti da sottoporre ai candidati nei vari turni della medesima sessione e nelle diverse sessioni;
– alle modalità di calcolo del punteggio equalizzato, a tal fine indicando gli effetti del meccanismo di equalizzazione sul punteggio del singolo quesito, in relazione a ciascun possibile esito (risposta esatta, errata o non data) e, per ciascuno di detti esiti, rispetto a diversi scenari di difficoltà del quesito, e prendendo altresì specifica posizione sugli esempi numerici dedotti a supporto delle censure mosse.
La relazione presentata oltre i termini dal Cisia infatti non chiarisce i dubbi sollevati dal giudice e inoltre conferma la fallacità di un metodo che non consente la selezione dei migliori candidati al Tolc.
La risposta del Cisia non convince
Dall’analisi condotta dall’ingegnere Carmelo Pino emerge che il sistema di equalizzazione utilizzato per la formazione della graduatoria unica nazionale non è un metodo affidabile. Anzi, essendo stato utilizzato in maniera non corretta ha comportato una enorme falla, falsando completamente i risultati del test.
Facciamo alcuni esempi reali, con i risultati dei test:
– Un punteggio di 5 arriva a 50 con l’equalizzatore, un punteggio di 29.50 raggiunge soltanto 42.20 con l’equalizzatore;
– Il punteggio di 38.5, una volta equalizzato, è diventato per la sessione di aprile il punteggio attuale più alto per accedere al cdl in Medicina: 74.89
Perché l’equalizzazione non ha funzionato?
Il Tar Lazio ha chiesto al Cisia di specificare il numero dei quesiti componenti la banca dati. L’ente, nella sua relazione, ha specificato di aver formulato 1700 quiz. Tale numero – come è spiegato nella relazione dell’ing. Pino – non è assolutamente congruo in quanto, nel caso del calcolo coefficienti di facilità del Tolc Med, supponendo una popolazione di 80.000 studenti (dato che fa riferimento al numero dei candidati che hanno preso parte al Tolc) e, considerata l’importanza di tale punteggio ai fini della graduatoria, un livello di confidenza del 99% e un margine di errore dell’1%, ogni singola domanda avrebbe dovuto essere stata somministrata ad almeno 13.776 studenti.
Avendo somministrato ogni quiz a poco più di 2mila candidati, il margine d’errore che il Cisia ha considerato è del 2%. Con tale margine possono oscillare migliaia di posti. Supponiamo che uno studente abbia fatto 22 punti non equalizzati; successivamente gli vengono assegnati 35 di punti di equalizzazione, per un totale di 57 punti. I 35 punti, con il sistema attuale, avranno un margine di errore del 2% quindi il suo punteggio potrebbe oscillare tra 57.7 a 56.3. In quel range di 1.4 rientrano migliaia di persone.
Infatti:
57 punti – posizione 18109 (dentro)
56.3 punti – posizione 19784 (fuori) oltre 1660 posizioni indietro.
In altre parole, il metodo seguito dal Cisia per stabilire il numero di quesiti da somministrare non è supportato da alcuna evidenza statistica.
Per quanto riguarda le modalità di calcolo del punteggio equalizzato, secondo l’ing. Pino il meccanismo scelto dal Cisia presenta diverse criticità. Innanzitutto, il metodo “mean equating” è particolarmente problematico nel caso in cui i test presentino livelli di difficoltà significativamente differenti. L’equalizzazione della media, che rappresenta un tratto distintivo di questo approccio scientifico, potrebbe non essere adeguato a garantire una comparabilità accurata dei punteggi conseguiti dai partecipanti.
Il Cisia ha precisato di aver utilizzato il metodo mean equating non a livello di prova, ma a livello di singolo quesito, applicandolo dunque in maniera distorta. La Letteratura in Psicometria, specifica nel settore dell’equalizzazione, è infatti concorde nello stabilire che il metodo mean equating debba essere applicato a livello di test e non a livello di singola domanda.
“Il comportamento adottato dal Cisia – spiegano i legali – è dunque particolarmente grave, di per sé sufficiente a invalidare il sistema di equalizzazione della prova”.