NAPOLI – Numerosi esponenti della Giunta e del Consiglio Comunale di Napoli sono intervenuti alla manifestazione in Piazza Plebiscito per ricordare Giulia Tramontano, la 29enne al settimo mese di gravidanza uccisa dal fidanzato Alessandro Impagnatiello.
“Siamo qui a piazza Plebiscito, mobilitati contro quello che è accaduto a Giulia qualche giorno fa – ha detto l’assessore alle Pari Opportunità Emanuela Ferrante – un episodio drammatico che ha dell’assurdo ma che è soltanto la punta dell’iceberg di un fenomeno che dal 1 gennaio in Italia conta 45 donne uccise , in pratica un femminicidio ogni 3 giorni e a Napoli le donne che subiscono violenza sono in misura anche maggiore rispetto al resto d’Italia. Adesso è arrivato il momento non solo di mobilitarci e stare qui a dire che non va più bene, ma di trovare soluzioni concrete. Quindi spero che da qui parta un messaggio forte al Governo perché è necessario intervenire con delle norme sostanziali”.
“Abbiamo aderito come Consiglio comunale – ha detto la Presidente del Consiglio Comunale Enza Amato – a questa iniziativa promossa dalla Consulta regionale per la parità delle donne per ricordare Giulia e il suo bambino e per dire no con forza a tutte le forme di violenza. Sono tantissimi i femminicidi commessi dall’inizio del 2023 solamente 48 morti in questo primo corso dell’anno e non possiamo più permetterlo. Dobbiamo ottenere pene più dure nei confronti di chi commette omicidi così efferati, porre un freno a questa violenza immane a cui sono soggette costantemente le donne, soprattutto all’interno delle mura domestiche”.
“Siamo qui in piazza per protestare contro la violenza, contro il femminicidio – ha aggiunto la Presidente della Consulta Anna Maria Maisto – tutti scossi dal barbaro omicidio di Giulia e del suo bambino Thiago, opera di un mostro, non di un malato, ma di un violento che non ha avuto alcuna pietà della sua compagna e del suo bambino. Siamo qui per protestare e per chiedere l’introduzione nelle scuole dell’educazione sentimentale perché è importante affinché non ci siano più mostri ma persone”.
“Misure restrittive più stringenti e pene più severe sono indispensabili per fermare il dramma dei femminicidi in Italia. La legge cosiddetta “Codice Rosso” si era mossa in questa direzione ma non è riuscita a fermare la scia di sangue che funesta il nostro Paese. Il disegno di legge all’esame, oggi, del Governo Meloni inasprisce la necessaria repressione e rende effettivi strumenti, come il braccialetto elettronico, l’aumento della distanza minima dalla vittima e tempi più stringenti per l’applicazione delle misure cautelari, che sono indispensabili per prevenire violenze sulle donne e femminicidi”.
È quanto affermano la Presidente dell’Associazione “Donna e” , Gabriella Peluso, e la componente della Consulta Regionale per la Condizione della donna, Maria Flocco (nella foto), che, oggi, ha partecipato al flash mob in Piazza del Plebiscito per Giulia Tramontano, ennesima vittima del femminicidio insieme con il bambino che portava in grembo.
“Nei casi di violenza sulle donne, è fondamentale, al fine di prevenire i femminicidi, rendere più rapida e puntuale l’applicazione di alcune norme e il provvedimento del Governo va in questa direzione con il braccialetto elettronico automatico, salvo diversa valutazione del giudice, il rispetto da parte dell’indagato della distanza minima dalla vittima di almeno 500 metri; tempi rapidi per l’applicazione delle misure cautelari, l’inasprimento delle pene” – sottolineano Peluso e Flocco, che concludono – “per proteggere le donne, il tempismo è essenziale e auspichiamo che questo nuovo quadro normativo possa fermare definitivamente questa tragico fenomeno”.