NAPOLI – La commissione presieduta da Marco Gaudini ha incontrato oggi la dirigente del servizio Sviluppo sostenibile e attuazione PAES, Emilia Giovanna Trifiletti, e l’architetta Maria Iaccarino dello stesso servizio, che hanno illustrato la relazione 2017 sui dati e i risultati del Piano di Azione per l’Energia Sostenibile.

Il Paes, il documento che detta gli obiettivi da raggiungere nel 2020 nell’ambito delle politiche energetiche europee, nasce dal Patto dei Sindaci al quale il Comune, insieme a molti altri Comuni italiani ed europei, aderì nel 2009 ed è stato adottato dal Consiglio comunale nel 2012. Il piano, ha spiegato la dirigente Trifiletti, contiene gli obiettivi da raggiungere per il risparmio energetico ed è periodicamente aggiornato prima di essere sottoposto per l’approvazione all’organismo della Comunità europea competente. Il Paes è importante perché raccoglie dati di tutti i servizi che operano sul territorio, non solo quindi i servizi comunali, e ridefinisce gli obiettivi periodicamente secondo le direttive delle Linee guida europee che dettano anche le modalità di aggiornamento di calcolo dei risultati.
Il PAES è elaborato e aggiornato in collaborazione tra Comune, ANEA (Agenzia Napoletana Energia e Ambiente) e Facoltà di Ingegneria della Federico II, ha spiegato l’architetta Iaccarino; l’obiettivo da raggiungere, per Napoli, è la riduzione entro il 2020 del 25% di emissioni in atmosfera di CO2 rispetto a quelle rilasciate nel 2005. Il piano viene monitorato periodicamente, e la relazione oggi presentata è il secondo aggiornamento (dopo quello del 2016) e rende conto dei risultati raggiunti nelle diverse azioni previste, proponendo anche degli aggiornamenti qualora, con il passare del tempo, alcune delle azioni originariamente previste non siano più significative, introducendo, infine, nuove azioni da monitorare per i loro effetti. Attualmente, nel PAES sono previste 86 azioni divise in 9 settori di intervento (dall’edilizia all’illuminazione, da mobilità e trasporti a pianificazione territoriale e verde pubblico, dagli appalti pubblici alla riduzione dei rifiuti). Diversi gli esempi fatti sui vari aspetti particolari, il dato riassuntivo è che, rispetto ai precedenti aggiornamenti, già nel 2016 le aspettative sono state superate in una percentuale del 12,15%. Ciò vuol dire che, rispetto al 2005, il territorio consuma meno energia; un calcolo matematico consente di convertire in consumo di anidride carbonica il dato relativo ai consumi energetici in vista del raggiungimento dell’obiettivo del 2020. Quanto ai settori che hanno dimostrato maggiore riduzione di consumo energetico, spiccano i dati dell’edilizia e dell’illuminazione pubblica e quelli derivanti dall’efficientamento della rete di trasporto pubblico locale con la sostituzione del parco veicolare, l’ampliamento della rete della metropolitana; è da notare che il minore consumo energetico non è da attribuirsi all’attuale crisi del trasporto in quanto i dati si riferiscono a una fase precedente, al 2014.
Tra i consiglieri intervenuti, Palmieri (Napoli Popolare) ha apprezzato l’ampiezza e qualità della relazione ma ha anche rilevato che, dalla fotografia fornita, si apprezzano risultati in gran parte dovuti ad iniziative spontanee di cittadini e imprese o all’evoluzione di processi già iniziati, come nel caso della metropolitana, mentre sono scarsissimi i risultati da attribuire ad un’iniziativa strategica dell’amministrazione comunale della quale invece ci sarebbe bisogno, ad esempio per abbattere l’inquinamento portuale o per tenere aggiornato la situazione delle forniture con il fascicolo del fabbricato; Vernetti (Dema) ha al contrario elencato tutta una serie di iniziative che hanno consentito di raggiungere obiettivi concreti sul piano dell’abbassamento dei consumi energetici, dalla promozione di trasporti alternativi, come il Bike Sharing, alla sinergia con l’Autorità portuale per l’utilizzo di carburanti meno inquinanti, oggetto di una specifica ordinanza sindacale.
Il Paes è un ottimo punto di partenza, per il presidente di commissione Gaudini, perché offre un quadro chiaro delle azioni messe in campo per raggiungere gli obiettivi individuati ed anche di aprire la strada a nuove azioni da progettare, ad esempio per i parchi, per i quali azioni a “impatto zero inquinamento” e azioni di valorizzazione possono ancora di più avvicinare il raggiungimento degli obiettivi per il 2020.

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