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NAPOLI – La commissione Trasparenza, presieduta da Federico Arienzo, ha oggi discusso dell’esito dell’avviso pubblico per l’assegnazione di 14 beni confiscati alla criminalità organizzata entrati a far parte del patrimonio indisponibile del Comune.E’ stata infatti approvata lo scorso 14 dicembre la graduatoria definitiva degli enti o associazioni assegnatarie, a titolo gratuito, di 14 beni confiscati alla criminalità organizzata sulla base di un avviso pubblico del maggio 2016 al quale avevano partecipato 56 enti o associazioni.

La riunione era stata richiesta, come ha ricordato in apertura il presidente Federico Arienzo, dalla consigliera Bismuto (Dema); quest’ultima, insieme al consigliere Brambilla (Mov. 5 Stelle) hanno formulato una serie di quesiti, sia di carattere generale che specifici sulle assegnazioni fatte, alla dirigente del servizio Cooperazione decentrata, legalità e pace, Lucia Di Micco, ed ai funzionari che hanno seguito il bando, Degni e Neri. Sono stati quindi esposti i principi generali che hanno ispirato il bando, e fondamentalmente quelli della restituzione alla città dei beni confiscati e della riqualificazione del bene (le spese per la ristrutturazione e manutenzione del bene sono totalmente a carico degli assegnatari), ed i criteri che l’apposita commissione ha seguito nell’assegnazione dei punteggi ai 56 progetti presentati. Oltre ai responsabili del servizio competente, ha spiegato la dottoressa Clara Degni, della commissione hanno fatto parte delegati del settore Welfare e Patrimonio, mentre, a monte, erano stabilite, per ogni zona cittadina, le aree di intervento per le quali erano ammissibili le proposte; ad esempio, servizi relativi alla disabilità e alla legalità per la Iª Municipalità, servizi relativi agli immigrati e senza fissa dimora per la IIIª Municipalità, servizi relativi alla salute mentale per l’VIIIª. Nell’ambito dei criteri per l’attribuzione dei punteggi, peso preponderante nella valutazione l’ha assunta, così come stabilito nella delibera di Giunta n. 267 dell’aprile 2016, la sostenibilità economica e organizzativa delle attività progettuali, cioè la effettiva capacità del soggetto proponente di realizzare concretamente l’attività da svolgere, e ciò sia per competenza nei vari settori di intervento che per capacità economica. In questo modo, si è cercato di evitare assegnazioni che di fatto potessero essere vanificate, come è accaduto per il passato, dall’impossibilità di offrire servizi concreti o soltanto di far fronte alle spese. Dei 14 beni messi a bando, 3 non sono stati assegnati, o perché non sono pervenute proposte o perché i soggetti proponenti mancavano di requisiti specifici, come la completezza della documentazione richiesta o la certezza della capacità economica. L’amministrazione ritiene di emanare un nuovo bando per la loro assegnazione, è stato risposto ai consiglieri che hanno formulato diverse domande ed anche proposto, è il caso della consigliera Bismuto, di tener conto, nelle prossime assegnazioni, delle piccole realtà associative territoriali che, non potendo competere con grandi organizzazioni, corrono il rischio di restare escluse dall’opportunità offerta dall’assegnazione di beni confiscati alla criminalità organizzata.

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